Come si vestiva, che gioielli indossava, che stoviglie usava, che giocattoli regalava ai bambini una famiglia benestante di metà Ottocento? Sarà possibile scoprirlo al Museo del Tessuto di Prato grazie alla mostra “Novecento elegante. Abiti e accessori dalla donazione Fineschi” aperta fino al 29 maggio 2022.
L’esposizione catapulterà il visitatore nella vita quotidiana dell’elegante borghesia italiana con una selezione di oltre 80 oggetti tra abiti e accessori, tutti appartenuti alla famiglia pratese Fineschi, che li ha donati di recente alla Fondazione Museo del Tessuto.
La collezione conta in totale 160 capi ed è il risultato del lavoro di raccolta di Ada Tirinnanzi Fineschi, moglie di Antonio Fineschi, che per decenni ha conservato e catalogato abiti e accessori della famiglia, creando una sorta di museo domestico come frutto della sua passione per la storia del costume.
Oltre a una trentina di abiti – vestiti per bambini, vesti da notte, completi da giorno e abiti da sera – si trovano poi anche oggetti quotidiani, accessori di lusso e giocattoli.
La mostra curata da Daniela Degl’Innocenti procede per filoni tematici e cronologici, ripercorrendo la storia della famiglia donatrice, che viaggia in parallelo con quella della moda e della città.
La famiglia Fineschi
A Prato la famiglia Fineschi è protagonista di una storia imprenditoriale che attraversa oltre un secolo e si distingue per attività commerciali in città, dallo storico pastificio fondato nel 1826 al commercio di auto in una fase più recente avviata da Antonio Fineschi.
“Siamo molti grati alla Famiglia Fineschi per avere scelto il Museo del Tessuto come luogo di conservazione e tutela della loro ricca collezione” – ha dichiarato il Presidente della Fondazione Museo del Tessuto Francesco Nicola Marini. “Grazie a loro il nostro patrimonio si è arricchito notevolmente, andando così ad incrementare le raccolte di abiti e accessori moda con pezzi straordinari. Ringrazio Ada Tirinnanzi Fineschi in modo particolare, che ha saputo conservare il patrimonio di famiglia in tutti questi anni e soprattutto ha deciso di non disperderlo, ma di metterlo a disposizione di tutta la comunità con il suo generoso gesto”.
I pezzi più preziosi in mostra
In mostra anche un’affascinante esposizione di vesti da notte riccamente ricamate e di raffinati négligé decorati dalle donne della famiglia.
Nella collezione sono presenti inoltre numerosi lavori a ricamo che attestano la passione delle donne della famiglia per questa attività: colletti e trine a punto Rinascimento, centrini e bordure a Chiaccherino, disegni per trine a fuselli databili al primo ventennio del XX secolo.
Per il periodo del dopoguerra, la raccolta testimonia lo sviluppo della filiera della moda attraverso capi di alta sartoria degli anni Sessanta indossati per gli esclusivi appuntamenti ricreativi e culturali della storica Società dei Misoduli di Prato fino ad arrivare agli outfit dei primi grandi brand italiani degli anni Ottanta come Gianfranco Ferré e Rocco Barocco.