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Il ritorno della canapa, mille ettari per la filiera in Toscana

Accordo tra Coldiretti e CanapaFiliera: la fibra naturale destinata all’industria cartiera, all’agricoltura, al tessile e alla bioedilizia

Il salone dedicato alla filiera della canapa green

La coltivazione della canapa da fibra è tornata alla ribalta negli ultimi mesi: crescente la richiesta di materie prime naturali, sostenibili e di qualità, per l’industria cartiaria e per quella tessile, senza dimenticare la bioedilizia e l’agricoltura. Per far ripartire alla grande la filiera in Toscana servirebbero mille ettari coltivati a canapa da fibra.

Poche settimane fa l’azienda CanapaFiliera srl ha aperto un impianto per la lavorazione della canapa secondo i principi dell’economia circolare a Vecchiano: quindi il mercato è pronto e gli imprenditori sono mobilitati. Da qui il protocollo promosso da Coldiretti Toscana con l’impresa pisana in occasione di un incontro promosso alla Lucense, che gestisce il Distretto Tecnologico Cartario di Regione Toscana.

La firma del protocollo tra Coldiretti e Canapafiliera

Al tema della coltivazione della canapa da fibra, è stata dedicata una mattinata di approfondimento. Coldiretti sta sostenendo con forza il progetto diffondendo l’iniziativa tra gli associati e individuando le aree da destinare alla coltivazione. La sottoscrizione del protocollo è un passo in avanti verso questi obiettivi.

Con i presupposti giusti che sono quelli di un contratto di filiera con regole chiare che assicurino una adeguata remunerazione alle imprese agricole, al di là degli aiuti della Politica Agricola Comunitaria, l’agricoltura può sicuramente diventare protagonista di questa nuova filiera che si pone tra gli obiettivi anche quello di ridurre progressivamente la dipendenza nei confronti dei paesi oggi produttori – ha precisato il presidente di Coldiretti Toscana, Fabrizio FilippiIn Toscana può nascere qualcosa di veramente importante, sostenibile e a lungo termine”.

Il ritorno della canapa in Toscana

La canapa nei tempi antichi veniva inserita tra le colture rotative per reintegrare il terreno di sostanze preziose e contribuire alla sua bonifica in vista della semina del grano. Veniva prodotta in grande quantità fino agli anni Quaranta quando cominciò a essere sostituita da altre coltivazioni.

La nuova realtà imprenditoriale tra le province di Lucca e Pisa apre scenari importanti sia per l’agricoltura che per le cartiere della zona. Rispetto al passato le potenzialità di questa coltivazione, diffusa tra marzo e luglio, hanno un ricaduta decisamente importante; figura tra le pratiche colturali ammesse dalla Politica Agricola Comune (la cosiddetta Pac).

Un impianto all’avanguardia

Le caratteristiche dell’impianto e le fasi di lavorazione della canapa, ancora in fase di collaudo nell’impianto di Vecchiano, sono stati ricordati dai titolari Giuseppe Vitiello e Domenico Vitiello, che con l’imprenditore piemontese Franco Bianco e suo figlio Matteo hanno scelto di aprire in Toscana il nuovo impianto.

La fabbrica si estende su un’area di oltre 1.700 mq, a pieno regime sarà in grado di produrre 7.000 tonnellate annue di canapulo e di 1.500 tonnellate di fibre. L’azienda inoltre dispone dell’unico macchinario in Europa dedicato alla macerazione e alla produzione di fibra di canapa macerata.

L’essiccazione della fibra di canapa macerata – © Canapafiliera srl

Come avviene la lavorazione

Dopo il conferimento della canapa all’impianto, si procede a separare la fibra dal canapulo. Quest’ultimo rappresenta la parte legnosa che viene poi lavorata ottenendo vari gradi di granulatura. La fibra viene messa nel maceratore e sottoposta a un processo di macerazione microbiologica: con vari trattamenti si riesce a dividere i leganti che tengono unite le fibre della canapa. Così la materia ottenuta può essere filata.

Per soddisfare le esigenze di business è necessario supportare la coltivazione. Da qui un vero e proprio appello per coinvolge aziende agricole o utilizzare terreni in abbandono per incentivare il quantitativo di canapa lavorato da destinare alla bioedilizia ma anche all’industria cartiera per realizzare posate e piatti o addirittura per fabbricare lenzuola da destinare al settore sanitario. Senza dimenticare i comparti cosmetico, termale e farmaceutico per utilizzare i fanghi derivanti dal processo di macerazione.

La coltivazione della canapa da fibra – © Canapafiliera srl

L’obiettivo dei mille ettari

Possiamo trattare 10mila tonnellate l’anno, corrispondenti a mille ettari coltivati a canapa. I dati dello scorso anno ci dicono che circa cento ettari sono stati coltivati a Canapa tra Pisa, Lucca e Siena. Da qui l’appello ai coltivatori della zona per arrivare a 500 nel 2022 e a mille nel 2023” hanno aggiunto gli imprenditori

“L’impianto nasce dall’esperienza italiana ed è stato concepito per colmare il vuoto che esisto oggi nel nostro paese. La domanda di canapa da fibra c’è, ed è in crescita, manca la materia prima – hanno concluso i Vitiello – Abbiamo scelto la zona tra Pisa e Lucca per l’esistenza del Lago di Massaciuccoli, dove un tempo già si coltivava canapa, con la sua grande estensione candidandosi a diventare il primo polo in Italia. La ricerca e gli studi di Lucense oggi ci dicono inoltre che possiamo produrre un filato di canapa 100% da economia circolare senza quindi sprecare nulla così come altri materiali per la bioedilizia ed altri settori. Ci sono nuove frontiere davanti a noi”.

Gli agricoltori decisi a dare spazio a questa coltivazione potranno contare sui sementi messi a disposizione dalla CanapaFiliera mentre la coltivazione sarà a cura dell’azienda agricola; verrà corrisposto un pagamento in base al quantitativo prodotto al prezzo convenuto nel contratto. Previste inoltre garanzie finanziarie a tutela del produttore. Nel corso dell’iniziativa è stato aperto al pubblico il “Salone della Canapa Green” con l’esposizione delle molte applicazioni della canapa.

I benefici effetti della canapa

La coltivazione della canapa ha benefiche ricadute sul territorio. Cresce in fretta e non ha necessità di grandi quantitativi di acqua e soprattutto di prodotti chimici. Da parte sua “mangia” Co2 ed è in grado di rigenerare i terreni assorbendo con le radici i metalli pesanti.

Abbiamo scelto questo territorio perché particolarmente indicato – hanno ribadito i fratelli Vitiello -. C’è il Parco di San Rossore, dove sono state avviate in via sperimentale coltivazioni di canapa, e un lago, quello di Massaciuccoli, dove gli esperti hanno sollecitato gli agricoltori a reinserire la canapa nelle coltivazioni per “guarire” il lago“.

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