Si chiama Figgen ed è il progetto di ricerca per la valorizzazione dell’agricoltura mediterranea sostenibile al quale sta lavorando l’Università di Pisa, concentrandosi sulla produzione di un frutto antico, il fico.
Iniziativa necessaria anche rispetto ai cambiamenti climatici in atto che stanno modificando le scelte di produzione delle aziende: una soluzione per contrastare la perdita di agro-biodiversità e la riduzione della fertilità del suolo è l’adozione di sistemi di coltivazione come l’agroforestry, utilizzata molto in passato.
Riguardo alla produzione del fico il team di ricercatori – guidato da Tommaso Giordani, docente del dipartimento di Scienze agrarie, alimentari e agro-ambientali dell’ateneo – studierà l’introduzione nei sistemi agricoli di cultivar più adatti alle tipologie di ambiente che si produrranno in seguito al climate changee e che consentiranno la produzione sostenibile del fico in futuro. Un’operazione che mette insieme studiosi di Italia, Spagna e Turchia, oltre ad agricoltori, produttori, distributori.
“Uno degli obiettivi è quello di realizzare sistemi agricoli basati sulla biodiversità, più resistenti alle incertezze climatiche e più sostenibili. Ciò avrà effetti benefici sul mantenimento delle risorse naturali (soprattutto in riferimento alla biodiversità sopra e sottosuolo), sulla conservazione del suolo e delle acque, sulla valorizzazione dei suoli delle aree marginali, e quindi assicurerà la fornitura di migliori servizi ecosistemici”, afferma spiega Giordani.
“Tutto ciò avrà un impatto – ha chiosato – sia sul benessere che sul reddito degli agricoltori sull’agro-ecosistema e sulla produzione di frutti di questa specie, consentendo di invertire la tendenza al ribasso della produzione di fichi registrata negli ultimi anni nell’area mediterranea”.
