Da sempre la Toscana è terra d’elezione dei registi russi
A Firenze si torna a parlare del cinema russo, nel solco di una tradizione e fascinazione che ha origini antiche. Il capoluogo toscano ha già infatti una relazione consolidata con la cinematografia russa, avendo ospitato per lungo tempo, dalla seconda metà degli anni ’80 dello scorso secolo, il regista russo Andrej Tarkovskij, esule da un paese che non gli garantiva la libertà creativa che desiderava, al quale era stata anche conferita la cittadinanza onoraria. Una vicinanza umana e artistica che oggi è testimoniata dalla Fondazione a lui intitolata e portata avanti dal figlio, Andrej Andreevic Tarkovskij, nella casa in San Niccolò, nella quale il regista aveva abitato per molto tempo. Non solo Firenze, ma l’intera Toscana è stata terra eletta dai registi russi di importante calibro per ambientare pellicole molto amate, in Italia e in patria. Come Nostalghia, dello stesso Tarkovskij, Oci Ciornie, di Nikita Mikhalkov, tratto da una novella di Anton Cecov, girato alle terme del Tettuccio di Montecatini terme, pellicola che vedeva come protagonista un carismatico Marcello Mastroianni. E poi ancora titoli, come quello firmato da Andrej Konchalovskij, Il Peccato, racconto inedito dell’uomo e dell’artista Michelangelo Buonarroti, in perenne dissidio tra ragione e sentimento.
Il Festival Nice crea un ponte tra la Toscana e la Russia
E da decenni il legame con la “grande madre Russia” è tenuto vivo dal lavoro del Festival Nice, guidato da Viviana Del Bianco, che nelle sue tappe in giro per il mondo, per la promozione dei talenti di casa nostra, è andato ad interessare Mosca e San Pietroburgo, dove ha portato in visione il meglio del nuovo cinema italiano realizzato in anni recenti. Da tre anni ha preso vita una nuova reciprocità: una selezione della migliore cinematografica russa ha fatto tappa a Firenze, in occasione del festival dedicato, la cui nuova edizione si tiene proprio in questi giorni, e nel corso degli eventi estivi all’arena Apriti Cinema, nella suggestiva location del piazzale degli Uffizi a Firenze.
La terza edizione del Festival del Cinema russo contemporaneo
Il nuovo appuntamento con il Festival del Cinema russo contemporaneo è dal 31 agosto al 2 settembre, al cinema La Compagnia di Firenze, con una programmazione online che sarà in visibile fino a domenica 5 sulla piattaforma Più Compagnia. La selezione di film è proposta a Firenze grazie al coinvolgimento del Centro dei Festival cinematografici e programmi internazionali e con il contributo dei giovani registi della storica scuola cinematografica VGIK, che vanta una tradizione di oltre cento anni. Questi ultimi portano al festival tre cortometraggi: Io sono un pesce, di Darya Melnikova, l‘Anobio “Bostrico”, di Anastasia Jura e La tigre tra le Betulle, di Stanislav Svetlov.
I giovani registi della VGIK provengono dalla prima scuola di cinema al mondo, nata a Mosca (negli anni in cui era prossima a diventare Unione Sovietica) il 1° settembre 1919. Inizialmente diretta da Vladimir Rostislavovič Gardin, dal 1920 la scuola è stata guidata da Lev Vladimirovič Kulešov, il regista di cui ancora oggi si studia il pioneristico “effetto” che segnò un punto di svolta nel montaggio cinematografico. Nello storico istituto si sono laureati i più importanti esponenti della cinematografia sovietica, da Sergej M. Ejzenštejn a Michail Il’ič Romm, da Aleksandr P. Dovženko fino ai registi e attori di epoca brezneviana, da Sergej F. Bondarčuk, ad Andrej A. Tarkovskij e Nikita S. Michalkov e suo fratello Andrej Michalkov, e ancora Andrej Končalovskij, Tengiz Evgen’evič Abuladze e molti altri.
Tra le proposte in programma al Festival del cinema russo contemporaneo, in anteprima italiana, i film Lenin. L’Imminenza, di Vladimir Khotinenko, presente a Firenze per presentare la sua opera; Il Riscossore, di Alexej Krasovsikij e Sofichka, di Kira Kovalenko, tratto dall’omonima novella di Fazil Iskander, nel quale esilio, amore, omicidio, fedeltà che va oltre la morte e necessità di perdonare.
In programma anche una retrospettiva dedicata al maestro del cinema sovietico Stanislav Govorukhin, recentemente scomparso, con tre titoli in programmazione: il suo ultimo film La fine della bella epoca, tratto dalla novella biografica di Serghey Dovlatov “Il compromesso”, Il film dei film, documentario di mediometraggio realizzato durante le riprese del suo film citato, di cui rivela aspetti interessanti e inediti e Weekend, dove il protagonista commette un omicidio e viene messo di fronte alla scelta non facile di confessarlo o prendersi la colpa per un crimine che non ha commesso.