A Firenze nuova edizione della più importante manifestazione dedicata al documentario: il “Festival dei Popoli”
Con i suoi 124 film in programma, tra politica e società, emergenze politiche e sociali, musica e ambiente; con i suoi prestigiosi ospiti internazionali, tra cui l’attrice premio Oscar Liv Ullmann, il fotografo e regista Anton Corbijn e il cantante Pete Doherty, insieme ai registi Pedro Costa e Ulrich Seidl e alla rivelazione del cinema messicano, Tatiana Huezo, il Festival dei Popoli si conferma essere tra le manifestazioni cinematografiche più importanti in Italia, per il cinema documentario e non solo. Inserito nel cartellone della “50 Giorni di Cinema a Firenze“, il Festival dei Popoli si tiene a La Compagnia e in altre location cittadine e toscane, dal 4 al 12 novembre prossimi.
“Festival dei Popoli” 64, un cartellone all’insegna della musica
Arrivato alla sua 64esima edizione, il Festival dei Popoli continua ad essere una manifestazione che racconta, al di là degli stereotipi, la contemporaneità e le sue sue più importanti espressioni e, tra queste, la musica ha un ruolo di primo piano. Si apre proprio all’insegna della musica il programma del Festival dei Popoli 64: la serata di inaugurazione il 4 novembre, è dedicata alla grande Joan Baez, cantante e attivista americana, con il film I Am a Noise , racconto intimo dell’artista e della militante, ritratta a fianco di personaggi che hanno fatto la storia statunitense, tra cui Bob Dylan, Martin Luther King, Bill e Hillary Clinton. Musica che sarà al centro della sezione Let the music play, dove è in programma, tra gli altri, il film Squaring the Circle (The Story of Hipgnosis), ultimo lavoro di Anton Corbjin noto fotografo e regista di documentari sui big della musica rock, che sarà presente in sala ad introdurlo. E in prima mondiale l’attesissimo film Kissing Gorbaciov, di Andrea Paco Mariani e Luigi D’Alife, che ha riunito i CCCP – Fedeli alla Linea in occasione dei quarant’anni di carriera. Oltre alle consolidate sezioni – Concorso Internazionale, Concorso Italiano, Diamonds Are Forever, con le rarità dall’archivio del festival dei popoli, Habitat, sul tema ambientale, Popoli for Kids and Teens, per il pubblico più giovane e per le famiglie – in programma Doc Highlights, con i grandi protagonisti del cinema documentario e di fiction contemporaneo, all’interno della quale saranno presentati i lavori del portoghese Pedro Costa, di cui sarà mostrata in sala l’intera filmografia, dell’austriaco Ulrich Seidl – che porta a Firenze in prima nazionale il suo ultimo lavoro Wicked Games: Rimini Sparta e della regista messicana Tatiana Huezo, il cui film El eco ha vinto alla Berlinale per il Miglior documentario.
Tra i film in programma, da segnalare, Who I Am Not di Tünde Skovrán, che dà voce a quel due percento della popolazione mondiale, quasi sempre ignorato e per lo più silenzioso, composto dalla comunità intersessuale; Grandmother’s Footsteps di Lola Peploe, con la voce di Charlotte Rampling e l’ultima apparizione sullo schermo di Bernardo Bertolucci, racconto autobiografico della regista, che riallaccia il filo del dialogo con sua nonna Cloclo, pittrice di paesaggi e spirito libero; Kokomo City, di D. Smith, che racconta quattro sex worker transgender nere tra Atlanta e New York, capaci di abbattere senza vergogna i tabù sulla loro professione; Eastern Front di Vitaly Mansky e Yevhen Titarenko , film che riporta l’attenzione del pubblico sul primo giorno dell’offensiva russa in Ucraina, che ha dato inzio alla guerra in corso; A Road Less Travelled di Dheeraj Akolkar, biopic dedicata all’attrice scandinava Liv Ullmann, che sarà ospite nei giorni del festival, raccontata attraverso le testimonianze alcune star di Hollywood, da Cate Blanchett a Jessica Chastain, da John Lithgow a Jeremy Irons, Sam Waterston e Pernilla August.
Gli omaggi a Pedro Costa e a Tatiana Huezo
Al portoghese Pedro Costa, tra i registi più radicali e innovativi degli ultimi trent’anni e autore di un cinema evocativo ma fortemente aderente al reale, sarà dedicata una completa retrospettiva, con i film Blood (6/11) e Bones (7/11), film cruciale nel percorso di avvicinamento del regista alle vite degli abitanti del quartiere baraccopoli di Fointainhas a Lisbona, Down to Earth (7/11), In Vanda’s Room (8/11) e Where Does Your Hidden Smile Lie (8/11), Colossal Youth (9/11), Change Nothing (9/11), Horse Money (10/11), insieme al corto The Daughters of Fire e Vitalina Varela (11/11), con il quale ha vinto il Pardo d’oro al Locarno Film Festival nel 2019. Il regista terrà una masterclass sabato 11 novembre alle ore 11 a La Compagnia, ad ingresso libero.
L’altro grande omaggio del Festival dei Popoli è dedicato alla regista salvadoregna, messicana d’adozione, Tatiana Huezo, tra le più importanti voci emergenti del cinema internazionale contemporaneo, che racconta con passione le profonde criticità e contraddizioni del suo paese. La retrospettiva a lei deciata comprende i film El lugar más pequeno del 2011 (in sala il 7/11), il capolavoro Tempestad (2016), doloroso viaggio nella memoria e nei luoghi delle donne scomparse nello Yucatan messicano (7/11), Prayers for the Stolen, tormentato romanzo di formazione al femminile, in contesto di rapimenti e criminalità (6/11), il citato El eco, del 2023, che ritrae i bambini di un villaggio sperduto nelle alture messicane, che si prendono cura dei loro anziani (5/11). La regista incontrerà il pubblico in occasione di una masterclass martedì 7 novembre alle 11.30 presso lo Spazio Alfieri (ingresso libero).
Tanti i film iscritti alle sezioni in Concorso
Sono diciotto i titoli in lizza al Concorso Internazionale, che saranno giudicati dalla giuria composta dalla regista Nataša Urban (Serbia), dalla produttrice Alice Lemaire (Belgio) e dal curatore e distributore Johannes Klein (Germania) che assegnerà i seguenti premi: Premio al Miglior Lungometraggio (8.000€); Premio al Miglior Mediometraggio (4.000€); Premio al Miglior Cortometraggio (2.500€) e la Targa “Gian Paolo Paoli” al Miglior Film Antropologico.
Per quanto riguarda il Concorso italiano, sono sette i documentari che raccontano l’Italia, nelle sue dinamiche interne e nelle sue relazioni con l’esterno, tra Sud e Nord, centro e periferia, componendo un ritratto emotivo e politico tra il personale e il collettivo. Si parte con la prima nazionale di Dalla parte sbagliata di Luca Miniero (5/11): il regista, conosciuto a livello nazionale per le sue commedie mainstream, ha realizzato un documentario su uno dei più gravi incidenti stradali avvenuti in Italia – quello del 26 aprile 1983 nella galleria del Melarancio vicino Firenze, – nel quale persero la vita undici bambini, quelli seduti proprio nella parte sinistra del bus, fatalmente sbagliata. Si prosegue con Vista mare di Julia Gutweniger e Florian Kofler (6/11), sul turismo di massa del nord Adriatico, tra Lignano, Jesolo e Riccione; Souvenirs of War, di Georg Zeller (7/11); Agàpe di Velania A. Mesay (8/11); Nessun posto al mondo di Vanina Lappa, sulla pratica della transumanza (9/11); Sting Like a Bee, di Leone Balduzzi racconta di un gruppo di ragazzi con la passione per le Ape Piaggio (10/11); Toxicily, di François-Xavier Destors e Alfonso Pinto, su uno dei più grandi complessi petrolchimici d’Europa, che ha sede nella bellissima Siracusa (11/11). La giuria del concorso italiano è composta dalla distributrice e produttrice Raffaella Pontarelli; dalla regista, produttrice e sceneggiatrice Micol Roubini e dal distributore Pietro Liberati, che assegnerà il Premio al Miglior documentario italiano (3.000€).
Il manifesto del “Festival dei Popoli”, edizione 64, inneggia alla libertà del corpo
L’immagine scelta dal Festival dei Popoli quest’anno, è tratta da WR – I misteri dell’organismo, film di Dusan Makavejev del 1971 che sarà proiettato il 4 novembre al cinema La Compagnia e aprirà la sezione Diamonds are Forever, selezione di documentari proveniente dall’archivio storico del festival. Si tratta di un’esilarante commedia politica, che inneggia la paradossale utopia di una nuova razza di rivoluzionari internazionali, generata dall’incrocio tra le ideologie radicali proprie dell’est Europa, la controcultura statunitense e il radicalismo politico-sessuale del primo Wilhelm Reich. “Viviamo un momento storico che tende alla normalizzazione dei corpi e delle loro relazioni – ha dichiarato il direttore artistico del Festival dei Popoli Alessandro Stellino – ma il documentario, nelle sue forme più avanguardistiche e di ricerca, in particolare attraverso la performance filmata, ci presenta da decenni un contro-sistema libero e scomodo, capace di rivendicare la pulsione al cambiamento che ogni corpo, nella sua singolarità, reclama. L’intera programmazione del festival di quest’anno è attraversata da opere che si interrogano in maniera radicale e coraggiosa sul senso profondo del sé, portando l’alterità al centro di un discorso aperto al confronto e al ribaltamento delle convenzioni”.