Ogni inizio estate a Firenze si respira il vento dell’Africa grazie al Festival au Désert che porta in città le musiche e le melodie dal sud del mondo.
La rassegna nasce nel 2010 dalla collaborazione tra Festival au Désert del Mali e Fondazione Fabbrica Europa e lavora per ospitare i grandi nomi della musica del mondo e far conoscere il meglio della world music attuale e di qualità, in particolare da Sahel, Nord Africa, Mediterraneo e Medio Oriente, in dialogo aperto con gli ambasciatori del “nomadismo” artistico internazionale.
Dopo aver portato nelle due edizioni precedenti le star della musica maliana Amadou & Mariam e Oumou Sangaré, l’edizione 2023 sarà caratterizzata dalla presenza di uno dei grandi nomi del panorama musicale sahariano: i Tinariwen.
Mercoledì 14 giugno alle 21.30, all’Anfiteatro delle Cascine, spazio Ultravox Firenze, un’occasione imperdibile per immergersi nelle atmosfere e nei ritmi del deserto, con i brani che hanno reso mitico il gruppo tuareg fino alle composizioni dell’ultimo “Amatssou”, pubblicato pochi giorni fa e già record di ascolti in tutto il mondo.
In lingua Tamashek il nome Tinariwen significa ‘deserti’. La loro storia inizia con il padre fondatore, Ibrahim Ag Alhabib, figlio di un ribelle tuareg, che all’età di quattro anni assiste all’esecuzione del padre per mano del governo durante la rivolta del 1963 in Mali.
Cresciuto tra i deserti e i campi profughi dell’Algeria, Ibrahim è considerato un vagabondo e un solitario, soprannominato “Abaraybone”, “bambino straccione”. Un giorno, guardando un film western in un cinema improvvisato nel deserto, rimane colpito dalla scena in cui un cowboy suona una canzone con la chitarra.
Così costruisce la sua prima chitarra usando una tanica d’olio, un bastone e un cavo del freno di una bicicletta. Inizia a suonare facendo pratica con antiche melodie tuareg, melodie arabe e i riff di Ali Farka Touré.
I Tinariwen vengono scoperti nel 1998 dalla celebre ed eclettica band francese Lo’Jo, con la quale nel 2001 organizzano il Festival au Désert, manifestazione culturale tenuta a Essakene.
Con “Amassakoui” del 2004 iniziano a ottenere il successo internazionale, ma è con “Aman Iman” del 2007 (elogiato da grandi della musica come Carlos Santana, Bono, Thom Yorke) che i Tinariwen vengono consacrati come capostipiti del blues del deserto.
Festival au Désert 2023: tutti i concerti
Il Festival au Désert Firenze proseguirà al Piazzale delle Cascine / PARC Performing Arts Research Centre il 28, 29 e 30 giugno 2023 con nomi internazionali invitati a lavorare con alcuni dei più valenti musicisti del territorio nazionale e toscano.
Mercoledì 28 giugno Alieu Saho, dal Gambia, proporrà un affascinante intreccio tra la sua kora e la voce blues di Elisabetta Maulo.
A seguire il persiano Reza Mirjalali, figlio del maestro Shahram Mirjalali salirà sul palco insieme al grande virtuoso dell’organetto Simone Bottasso, piemontese da tempo residente nei Paesi Bassi.
Giovedì 29 giugno sonorità trascinanti saranno quelle create dal gruppo della nuova promessa della musica del deserto, il chitarrista e cantante tuareg Kader Tarhanine, scelto da Manny Ansar, direttore del Festival au Désert in Mali, per promuovere e diffondere la cultura e la musica tuareg di oggi.
Ad arricchire ulteriormente la proposta, musicisti attivi da tempo sul rapporto tra suoni, ritmi e melodie africani in relazione con la musica attuale, dal jazz fino all’elettronica passando per le radici blues: Roberto Luti, Dimitri Grechi Espinoza, Simone Padovani, Andrea Beninati e Gabrio Baldacci.
Il 30 giugno il gruppo Mosaïc riunirà il tunisino Hamdi Jammoussi alle percussioni, il musicista bulgaro Georgi Dobrev al kaval, i francesi Noé Clerc alla fisarmonica e Adèle Viret al violoncello, i portoghesi Zé Almeida al contrabbasso e Diogo Alexandre alla batteria, sotto la direzione del grande sassofonista fiammingo Fabrizio Cassol.