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Festa della mamma, donne sempre più “equilibriste”. La Toscana? Bene ma non benissimo

Secondo il rapporto di Save the Children (“Le equilibriste 2021”) la Toscana è al settimo posto nell’indice regionale delle madri, quarta nei servizi e decima nell’area della cura

Madre e figlia - © Save the Children

Le mamme con figli minorenni in Italia sono poco più di 6 milioni e nell’anno della pandemia molte di loro sono state significativamente penalizzate nel mercato del lavoro, a causa del carico di lavoro domestico e di cura che hanno dovuto sostenere durante i periodi di chiusura dei servizi per l’infanzia e delle scuole. Su 249 mila donne che nel corso del 2020 hanno perso il lavoro, ben 96 mila sono mamme con figli minori. Tra di loro, 4 su 5 hanno figli con meno di cinque anni: sono quelle mamme che a causa della necessità di seguire i bambini più piccoli, hanno dovuto rinunciare al lavoro o ne sono state espulse. D’altronde la quasi totalità – 90 mila su 96 mila – erano già occupate part-time prima della pandemia. È questo il quadro che emerge dal sesto rapporto “Le Equilibriste: la maternità in Italia 2021”, diffuso in occasione della festa della mamma, da Save the Children.

Rapporto mamme in Italia – © Save the Children

La Toscana è al settimo posto

Anche quest’anno sono le regioni del nord ad essere più mother friendly: qui si registrano dati ben oltre la media nazionale, rispetto a quelle del Sud, dove tutti e tre gli indicatori si posizionano al di sotto di tale media. Nell’indice generale, le regioni più virtuose risultano le Province Autonome di Bolzano e Trento seguite da Valle d’Aosta (al 4° posto nello scorso Indice) ed Emilia-Romagna (che perde una posizione rispetto all’anno precedente). Fanalino di coda Campania (era penultima), Calabria (al 19° posto l’anno precedente) e Sicilia (che ha perso l’ultima posizione), precedute dalla Basilicata (era al 17° posto). Per le regioni del Mezzogiorno l’indice composito mostra sempre valori sotto 93, anche se il trend sembra in lieve miglioramento. La regione Toscana si attesta al 7° posto nell’indice generale, perdendo una posizione.

Il (dis)equilibrio familiare

Anche nell’area della cura i primi due posti sono occupati dalle Province Autonome di Bolzano e Trento (era quarta) mentre la terza posizione è della Lombardia (che perde una posizione), seguita da Emilia-Romagna (occupava il 3° posto) e Piemonte (nella stessa posizione dello scorso Indice). Emblematico il caso della Valle d’Aosta che, pur guadagnando due posizioni rispetto all’anno precedente, risulta al 9° posto, ben lontano dal terzo dell’indice generale. Le ultime posizioni nell’area cura sono occupate da Basilicata (che perde due posti) e Sardegna (che conferma la 20ma posizione) precedute da Puglia, che perde il non gradito ultimo posto, e Abruzzo (che conferma il 18° posto). Nell’area della cura, la Toscana si attesta al 10°, perdendo 3 posizioni. C’è comunque da sottolineare un miglioramento generale, dovuto ad una propensione maggiore ad un’equa distribuzione nei carichi di cura e lavoro familiare all’interno delle coppie, anche se non ancora sufficiente a ridurre gli squilibri tuttora esistenti nella suddivisione dell’impegno familiare tra donne e uomini. Confrontando i valori 2020 rispetto a quelli del 2004, si riscontra un miglioramento in tutte le regioni.

Indice comparato – © Save the Children

Divario tra nord e sud

“Miglioramento generale dei dati, ma c’è ancora scarso riconoscimento delle necessità delle donne”

“Anche quest’anno, l’indice delle madri mostra il netto divario tra regioni del nord e regioni del sud” commenta Antonella Inverno, responsabile delle politiche per l’infanzia di Save the Children. “Per quanto ci sia una miglioramento generale dei dati in tutte le regioni, quelle del nord mostrano valori più alti della media, mentre nel Mezzogiorno si riscontra l’esatto contrario con valori più bassi. È evidente che al sud il gap non è mai stato superato in nessuna delle tre aree. Questo si traduce non solo in uno scarso riconoscimento dei bisogni e delle necessità delle donne che vogliono diventare madri, ma anche dei diritti relativi allo sviluppo e all’educazione di bambini e bambine”.

Lavoro al femminile, Toscana stabile

L’ambito lavoro mostra la situazione delle regioni più virtuose immutata rispetto all’anno precedente, con ai primi posti la Provincia Autonoma di Bolzano, la Valle d’Aosta e la Provincia Autonoma di Trento seguite da Emilia-Romagna e Lombardia, anche queste nelle stesse posizioni dell’anno scorso. La regione Toscana, qui è all’8° posto come nello scorso indice. Anche Sicilia, Campania e Calabria confermano rispettivamente il 2°, 20° e 19° posto. Dai dati emerge un miglioramento della situazione dal 2004 al 2008, quando si registra un lento declino. Tutte le regioni del Mezzogiorno inoltre (fatta eccezione per l’Abruzzo del 2008), presentano per le sette annualità di confronto, valori largamente inferiori al 100 di riferimento.

Servizi, la Toscana è la quarta regione

Infine l’area servizi, dove nelle prime posizioni, vengono confermate le stesse regioni dello scorso Indice. Al primo posto la Provincia Autonoma di Trento seguita da Valle d’Aosta e Friuli-Venezia Giulia. La Toscana occupa il 4° posto (era al 5°), mentre la Provincia Autonoma di Bolzano perde una posizione e si attesta al 5°. I dati mostrano la crescita costante delle Province Autonome di Trento e Bolzano che, assieme a Valle d’Aosta, Friuli-Venezia Giulia, Toscana e Umbria sono le uniche, oggi, a presentare valori sopra il valore di riferimento del 2004.

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