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“L’ombra della giovinezza”: una mostra inedita a Siena racconta la passione di Federigo Tozzi per l’arte

Dal 10 aprile al 20 luglio 2022 nel Complesso Museale del Santa Maria della Scala una mostra che rivela l’interesse dello scrittore toscano per la pittura

Pasquarosa, Teiera sul tappeto

Federigo Tozzi è stato uno dei più importanti scrittori italiani del Novecento, nato a Siena il 1° gennaio del 1883, autore di racconti, poesie, romanzi e saggi.

Dal suo libro “Con gli occhi chiusi” è stato tratto anche un film con Debora Caprioglio e Stefania Sandrelli, per la regia di Francesca Archibugi.

Proprio Siena, sua città natale, lo celebra con la mostra dal titolo “L’ombra della giovinezza. Federigo Tozzi e le arti figurative”, in programma nel Complesso Museale del Santa Maria della Scala dal 10 aprile al 20 luglio 2022.

L’esposizione propone una selezione dell’opera degli artisti che Tozzi conosceva e apprezzava, e in molti casi le specifiche opere commentate nelle sue pagine di critica, oltre a un percorso documentario che, tra foto, manoscritti, lettere, libri e riviste, illustra da una prospettiva inedita le tappe principali della sua narrativa.

Si potrà così scoprire un Federigo Tozzi inedito, attento a quanto avveniva nel mondo della pittura, della scultura e dell’illustrazione del suo tempo.

Un interesse per l’arte, il suo, nato nelle aule dell’Istituto d’Arte di Siena e poi nutrito, negli anni, da rapporti di sincera amicizia con lo scultore Patrizio Fracassi e, sempre nel periodo senese, con gli incisori Ferruccio Pasqui e, soprattutto, con Gino Barbieri, allievo cesenate di Adolfo de Carolis, gran maestro della nuova xilografia italiana e illustratore di d’Annunzio.

Negli anni senesi, poi, conosce anche Lorenzo Viani, che ritroverà anni dopo a Roma. Ed è proprio nella capitale, dove si trasferisce nel 1914, che la cultura figurativa di Tozzi si apre ai linguaggi “secessionisti” ed espressionisti, per giungere a ipotizzare, negli ultimi anni, un precoce “ritorno all’ordine”.

De Angelis, Natura morta

Un capitolo a sé, di grande interesse e del tutto sconosciuto anche agli specialisti, è poi quello che lega Tozzi a una pratica editoriale oggi quasi dimenticata: quella dell’illustrazione libraria e periodica.

Già nell’Ottocento, grandi scrittori come Manzoni e Verga avevano dato alle stampe edizioni illustrate delle loro opere realizzate in stretta collaborazione con artisti di rilievo, e nei primi anni del Novecento questa consuetudine non solo prosegue ma si estende anche all’editoria periodica.

Così, se nel 1913, dopo aver partecipato all’esperienza della rivista “L’Eroica”, Tozzi pubblica il poema La città della Vergine con le incisioni di Barbieri e di Pasqui, negli anni romani saranno invece Tommaso Cascella, Cipriano Efisio Oppo, Attilio Selva e Bepi Fabiano, tra gli altri, a illustrare le prose brevi e le novelle che lo scrittore andava pubblicando sulle più importanti riviste dell’epoca.

“La mostra che abbiamo deciso di fare è una scelta non banale, non di un lacrimevole e benevolo ricordo, ma di un doveroso omaggio ad una scrittura e ad uno scrittore fortemente divisivo e innovativo e quindi di difficile comprensione dai suoi contemporanei – spiega il sindaco di Siena Luigi De Mossiforte il legame con Siena anche se la sua evoluzione letteraria è riuscita ad avvenire in maniera completa distaccandosi dalle sue radici”.

“Abbiamo voluto indagare nella cultura artistica di Tozzi e nei suoi rapporti con alcuni contemporanei – ha detto per i curatori Riccardo CastellanaPer la prima volta abbiamo ricostruito i due ambienti, quello senese e quello romano ai quali Tozzi partecipò da protagonista come esperto di arte e visitatore di mostre”.

Federigo Tozzi

 

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