L’emergenza sanitaria non è finita, ma la ripresa di molte attività c’è stata con l’avvio della fase 2 e da lunedì 18 maggio il quadro delle “ripartenze” è destinato ad ampliarsi, nel rispetto, naturalmente, delle norme per prevenire i rischi di contagio.
Per sostenere questa fase è fondamentale l’adeguamento dell’offerta di trasporto pubblico locale, su gomma e ferro. Un processo che è già partito da due settimane e che la Regione Toscana ha accompagnato individuando con la sua ordinanza 47 del 30 aprile le modalità di protezione e distanziamento sociale per consentire l’uso in sicurezza – sia per gli utenti che per i lavoratori – dei mezzi di trasporto pubblico.
Sono aumentate le frequenze di bus e treni e, da lunedì, alle biglietterie ferroviarie di Firenze e Pisa, sempre rimaste aperte, si aggiungeranno quelle degli altri capoluoghi di provincia: Arezzo, Grosseto, Livorno, Lucca, Massa, Pistoia, Prato e Siena.
Ma l’esperienza di questo primo periodo di sblocco ha consentito anche di mettere a fuoco, in particolare, gli effetti delle norme di distanziamento sui mezzi di trasporto, dove con il passare dei giorni si è registrata una richiesta crescente da parte dell’utenza.
Per far fronte a questo scenario, peraltro, in continuo movimento, la Regione Toscana ha individuato linee applicative dell’ordinanza 47 che, fatte salve le esigenze di sicurezza, tengono in debito conto quanto previsto dallo stesso Dpcm del 26 aprile, dove viene precisato che il servizio di Tpl può essere proseguito anche nelle «situazioni occasionali e di breve durata» in cui non sia possibile garantire continuativamente il mantenimento della distanza di sicurezza.
«Ci siamo posti il problema – spiega l’assessore regionale a trasporti e infrastrutture, Vincenzo Ceccarelli – di come far funzionare al meglio il sistema in questa fase di recupero verso livelli più alti di servizio, considerando che stiamo operando, tutti, in un momento di forte e mutevole dinamicità. L’obiettivo è garantire sicurezza a cittadini e lavoratori, e per questi ultimi anche di fronte al rischio che possa in taluni casi configurarsi un’interruzione di pubblico servizio. Una sicurezza a tutto tondo, insomma, e con queste linee applicative abbiamo predisposto uno strumento che sono convinto potrà facilitare il lavoro e l’uso dei mezzi pubblici».
Le linee applicative individuano dunque, quando si verificano le situazioni «occasionali e di breve durata» previste dal Dpcm, un limite massimo di capienza di viaggiatori, oltre il quale il servizio non può essere proseguito. Si tratta del 50 per cento dei posti a sedere per i vettori che svolgono servizio extra-urbano e del 40 per cento a sedere e del 15 in piedi per i vettori che svolgono servizio urbano.
Questa previsione è comunque sempre da ritenersi una misura restrittiva e subordinata al rispetto delle prescrizioni previste dalle norme, sia nazionali che regionali, in vigore: l’idoneo posizionamento delle sedute e/o idonea individuazione degli ambienti da adibire ai posti in piedi; la corretta pulizia e sanificazione del mezzo; la disponibilità a bordo di un dispenser con detergente liquido per la pulizia delle mani prima e dopo l’utilizzo del mezzo o la messa a disposizione di guanti protettivi monouso; la verifica dell’utilizzo da parte dei passeggeri di protezioni delle vie respiratorie.
Rimane insomma prioritario e fondamentale garantire la tutela della salute degli utenti e la salute e la sicurezza dei lavoratori del servizio pubblico di tpl.