No, Rossi non è d’accordo su ‘come’ si ripartirà il prossimo 4 maggio, nella tanto attesa Fase 2. E lo spiega stamani in un post su Facebook. ‘E così è stato deciso di far ripartire tutti, manifatture e cantieri’ e – ‘a quanto sembra in tutta Italia; come se il virus avesse colpito dovunque allo stesso modo’ – scrive il presidente della Regione Toscana. ‘Io avrei preferito una ripartenza graduale e in sicurezza – ribadisce – diversificata sui diversi territori’.
Poi torna a parlare nello specifico della Toscana e della sua proposta al Governo di far riprendere – inizialmente – il lavoro di 3 mila imprese esposte alla competizione internazionale. ‘Con 100.000 lavoratori su due turni di lavoro di 50.000 e con rigide norme di sicurezza – dice Rossi – si sarebbe rimesso in moto il motore della Regione, quello che produce più di un terzo della nostra ricchezza’.
Poi la polemica. ‘Intanto le Prefetture che hanno autorizzato senza nessun protocollo di sicurezza, perché semplicemente così si doveva fare, ci fanno sapere che passeranno ai controlli. Nella campagna toscana di una volta si sarebbe detto: dopo vendemmia portami l’imbuto’.
Il presidente però precisa che – nonostante non condivida pienamente le scelte del Governo – si atterrà alle decisioni che presto saranno mese nero su bianco a Roma.
Riguardo all’imminente ripresa Rossi ha poi garantito che la Regione continuerà a lavorare ‘per la sicurezza e per costruire al meglio la Fase 2’ anche se – ripete – ‘si poteva fare meglio, con più ponderazione, razionalità e capacità di distinguere, tutelando di più la salute e la sicurezza del lavoro e aiutando meglio la ripresa economica’.