“‘Non abbiamo intenzione di lanciare un appello ad utilizzare il mezzo privato”, il sindaco di Firenze non ha dubbi: la città ripartirà da uno stile di vita sostenibile e l’auto non potrà essere la soluzione per la Fase 2.
Con un pacchetto di misure alcune immediatamente attuabili, altre che saranno al centro di una concertazione tra Governo e parti sociali, Nardella ha presentato il piano della mobilità per la ripartenza.
Punto cardine, attorno al quale si gioca tutto il resto: lo scaglionamento degli orari di lavoro. Si ipotizzano tre turni differenti di entrata negli uffici: 7 – 8, 8 – 9 e 9 – 10.
Tre le possibili modalità di turnazione:
- turni assegnati per i singoli lavoratori;
- orario di ingresso variabile giornalmente per tutti i lavoratori di una singola azienda,
- orario di ingresso fisso per tutti i lavoratori di una singola azienda in base al codice Ateco.
“È già stato aperto un tavolo con le categorie economiche e con i sindacati cui abbiamo illustrato questa nuova proposta e ho riscontrato grande disponibilità al confronto sullo sfaldamento delle fasce” ha detto Nardella.
Fondamentale, infatti trovare l’intesa sulle entrate a scaglioni con le realtà private, perché se questa non ci fosse difficile sarebbe attuare tutto il resto del piano per mobilità della Fase 2. che, come è facile immaginare, regge sopratutto sulla necessità di adeguare la domanda di trasporto pubblico all’offerta, già sapendo che difficilmente si troverà la quadra se non si cambieranno alcune abitudini, come il pendolarismo negli orari di punta (si stima che nella ripartenza, con il progressivo allentamento del lockdown, la domanda di mobilità sarà dimezzata rispetto a quella del pre emergenza ma l’offerta di trasporto pubblico sarà di circa il 20% e il 40% “la domanda potenziale sarebbe pertanto, nell’ipotesi più sfavorevole, due volte e mezzo l’offerta disponibile”).
Posto che l’amministrazione fiorentina non ha minimamente intenzione di incentivare il ricorso all’auto privata, a fianco al piano di adeguamento del trasposto pubblico su gomma e su ferro (con particolare riferimento alla tramvia), Firenze ha lanciato “l’operazione Bartali”.
OPERAZIONE BARTALI. Si tratta un piano che porterà in città 22 chilometri di piste ciclabili in più rispetto a quelle esistenti. Di questi 22 chilometri, 10 saranno destinati a tracciati provvisori il che significa che ai ciclisti sarà concesso di viaggiare su porzioni di strada fino ad oggi ad uso esclusivo dei mezzi a motore.
“Ci siamo ispirati a Berlino – ha commentato il sindaco – non escludiamo che da temporanee potremmo renderle permanenti (come già stanno facendo in altri Paesi, ndr), molto dipenderà da come saranno accolte e da eventuali deroghe al Codice della Strada che deciderà il Governo”.
Intanto i 95 chilometri della rete ciclabile cittadina aumenteranno di ulteriori 12 nuovi chilometri: via Livenza, via del Cavallaccio, via Lunga, viale Segni, via Gramsci , ecc, sono solo alcune delle vie su cui l’amministrazione cittadina interverrà anche grazie a 500mila euro, provenienti dal ministero dell’Ambiente.
Ovviamente incentivare uno stravolgimento delle abitudini di spostamento dei lavoratori a favore della bicicletta significa anche mettere a disposizione incentivi economici e altre compensazioni. La più rilevante sul tavolo delle proposte con le parti coinvolti è quella del riconoscimento del tempo di spostamento come parte dell’orario lavorativo.
“Sarà una piccola rivoluzione” ha commentato il sindaco, una rivoluzione che interessa anche l’area metropolitana dalla quale, ogni giorno, circa 250 mila persone si spostano verso Firenze, 70 mila delle quali lo fanno utilizzano i mezzi pubblici.
I MEZZI PUBBLICI. Venendo al trasporto urbano, qui le novità più importanti riguardano l’introduzione di corse bis che saranno realizzate attraverso l’utilizzo di due bus sulla stessa traccia oraria, accodati l’uno all’altro.Saranno messi in servizio nuovi mezzi e sarà ridotto l’intervallo di tempo tra i passaggi grazie a corsie provvisorie riservate e ad un’eventuale riduzione del numero delle fermate particolarmente ravvicinate.
IF, la app di infomobilità lanciata dal Comune e che era in via sperimentale, entrarà ufficialmente a servizio della ripartenza e potrà essere consultata dall’utenza per sapere se il prossimo bus in arrivo ha raggiunto o meno la capacità massima. Una capacità che ovviamente sarà ridotta per via del distanziamento da mantenere. A bordo saranno obbligatorie mascherine e sanificazione, forse anche in corsa dei mezzi. A fare i controlli (si parla anche di controlli della temperatura ai viaggiatori che salgono sul bus) potrebbe essere il personale già in forze alle aziende di tpl, personale anche attualmente cassintegrato, ma l’assessore alla Mobilità del capoluogo, Stefano Giorgetti, non esclude che potrebbero anche ricorrere a nuove assunzioni. Il tutto dovrà essere vagliato con la Regione Toscana, con le aziende e tenendo presente la delicata fase di transizione nella quale si trova il trasporto pubblico su gomma a seguito della gara unica e del passaggio ad Autolinee Toscane.
MOBILITA’ AUTO PRIVATE. Per quanto riguarda la mobilità privata, l’amministrazione ha scelto di mantenere attiva la ZTL in centro ma sta lavorando per trovare un accordo con le autorimesse private e con Firenze Parcheggi per ampliare i posti da riservare alle soste e per tariffe agevolate.
Saranno previsti abbonamenti mensili da 20 euro per parcheggiare nelle strisce blu e bianche sia per i residenti che per gli utenti esterni che per motivi di lavoro devono raggiungere la città. Si tornerà poi alla gratuità negli spazi di sosta promiscua al di fuori della ZCS di residenza nella successiva fase 3.
OLTRE A TUTTO CIO‘. Nel piano per la ripartenza di Firenze non manca l’attenzione per bike e car sharing con la volontà di giungere ad una dotazione di circa 250 scooter in condivisione.