Personaggi come Eugenio Scalfari evocano sempre grandi aggettivi, ma anche ricordi personali legati a qualche suo articolo o intervista. Era, ed è, il simbolo del grande giornalismo del Novecento, il testimone in prima linea degli eventi epocali del nostro paese, una figura politica imponente. Era l’amico di Italo Calvino e di papa Francesco, la penna di mestiere che scrisse la famosa intervista a Enrico Berlinguer sulla questione morale, il fondatore del quotidiano la Repubblica. Il 14 luglio, all’età di 98 anni, è scomparso.
Da Capalbio agli editoriali della domenica, il ricordo del presidente Giani
Un rincorrersi di ricordi e condoglianze, per omaggiare una vita lunga e piena. La Toscana, come tutta Italia, gli rende merito. Dalla sua amata Capalbio fino a Chianciano dove, come si scopre dai suoi libri, gestiva una sala da gioco nel 1946.
Il presidente della Regione, Eugenio Giani lo ricorda come “un gigante, ma non soltanto del giornalismo, un grande intellettuale a tutto tondo che ha saputo mostrare quanto possa essere forte il ruolo che il pensiero esercita nella quotidiana esistenza dell’uomo. E un protagonista diretto della vita politica italiana”. “Di Scalfari ho sempre apprezzato la lucida passione e la sferzante ironia con la quale riusciva a affrontare le analisi anche più difficili. E ogni domenica mattina dedicata con più calma alla lettura dei giornali, mi hanno accompagnato nel corso degli anni i suoi editoriali, rito irrinunciabile e spesso bussola nella labirintica massa degli eventi. La Toscana – prosegue – lo ha visto presenza costante per anni a Capalbio, in compagnia del fraterno amico Carlo Caracciolo con il quale condivideva un po’ d’ombra e tante conversazioni all’Ultima spiaggia. Addio a un profondo interprete della nostra epoca, che ha avuto sempre il coraggio di guardare avanti e di viaggiare nel grande mare aperto”
“Faccio parte della generazione cresciuta con le riflessioni, le interviste, le analisi di Eugenio Scalfari. Uno dei più grandi testimoni e narratori della nostra storia. Appassionato e competente, libero e mai banale. Un abbraccio a tutta la redazione di Repubblica”. Il sindaco di Firenze, Dario Nardella, affida ai social il suo cordoglio
Come il presidente del Consiglio regionale, Antonio Mazzeo che lo ricorda su Facebook così: “A chi gli domandava quanto avesse contribuito a cambiare il paese, Scalfari rispondeva: Io non volevo cambiare l’Italia ma il giornalismo sì. E del giornalismo è stato davvero maestro, innovatore, punto di riferimento, mente lucida e fine commentatore”. Scalfari è stato, è e resterà tutto questo. Un grande giornalista e un italiano amante del suo Paese”.