Mercoledì 3 marzo il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani è intervenuto in diretta Facebook per spiegare e rendere più chiare le nuove regole del nuovo Dpcm di Mario Draghi che entrerà in vigore dal 6 marzo. La chiusura delle scuole è chiaramente uno degli argomenti più discussi al momento. Questi i punti salienti del suo discorso.
Nasce il “Ceps” Comitato per l’emergenza e la prevenzione scolastica
“Ho deciso di costituire un comitato di consultazione che si riunirà ogni venerdì alle 17 per decidere le eventuali chiusure delle scuole in Toscana in base al nuovo Dpcm. Il “Comitato per l’emergenza e la prevenzione scolastica” (Ceps) ha spiegato Giani, “sarà composto dal sottoscritto e da 15 persone: l’assessore alla Sanità, l’assessore all’Istruzione, il direttore generale della Giunta regionale, il direttore dell’Istruzione, il direttore della Sanità, poi il direttore dell’Agenzia regionale di sanità che potrà portare anche l’epidemiologo, il direttore dell’Ufficio scolastico regionale, un rappresentante dei prefetti, un rappresentante dell’Upi e uno dell’Anci, il presidente del Parlamento degli studenti, e poi i quattro direttori delle tre Asl e del Meyer”. Il presidente della Regione ha detto che “quello che discuteremo in quella occasione lo tradurrò in un’ordinanza che andrà a scattare dal lunedì successivo”.
Le scuole saranno chiuse solo in circostanze eccezionali
“La scuola va chiusa solo in circostanze eccezionali: credo che le scuole debbano rimanere aperte, perché ogni giorno di mancata scuola per i nostri ragazzi è un danno nella loro formazione” ha affermato Giani. La Toscana, ha ricordato, “ha riaperto le scuole secondarie superiori l’11 gennaio, e sono contento di averlo fatto: siamo stati cinque settimane in zona gialla, le scuole non hanno avuto influenza sulla diffusione del contagio. Ma questo avveniva a gennaio: siamo a marzo, e nell’ultimo mese progressivamente le varianti hanno dimostrato di passare molto attraverso i bambini e i giovani, quindi il ministero della Sanità ha voluto che nel Dpcm ci fossero queste espressioni di disciplina”.
Per ottobre 2021 immunità di gregge in Toscana
“Siamo arrivati a 326.750 dosi di vaccini, con più di 90 mila persone che hanno anche il richiamo”, e dunque “entriamo in un ritmo progressivamente che ci può consentire di raggiungere quegli obiettivi di una sostanziale immunità di gregge nel prossimo mese di ottobre” ha proseguito il presidente della Regione Toscana.
“Oggi la Toscana ha battuto un record, quello della somministrazione giornaliera di vaccini, con 14 mila dosi somministrate”, ha aggiunto Giani, secondo cui “quando i vaccini ce li portano, la nostra macchina organizzativa riesce a poterli fare subito, facendo passare loro solo qualche ora nei frigoriferi. Li fanno i medici di base, che io ringrazio, con gli over 80, li fanno i nostri operatori con gli hub che sono diffusi nel nostro territorio, e viene fatto con il personale sanitario che sta arrivando alla fine della vaccinazione nei luoghi ospedalieri”.
Per il governatore toscano “‘vaccini, vaccini, vaccini’ è lo slogan giusto, mi sembra che a livello nazionale lo stiano raccogliendo, e vi sia un’accelerazione nel loro reperimento con il vaccino Johnson&Johnson nella seconda parte del mese di marzo, oltre che con sempre più dosi per Pfizer, Moderna ed Astrazeneca”.
Al via i vaccini per le persone “estremamente vulnerabili”
infine, le persone ‘estremamente vulnerabili’ in Toscana potranno vaccinarsi a partire da giovedì 4 marzo: secondo quanto ricorda la Regione in una nota saranno le Asl e le Aziende ospedaliero-universitarie, che li hanno in carico, a contattarli, per la somministrazione del vaccino Moderna. Qualora alcuni di questi soggetti non possano essere vaccinati per le loro particolari condizioni di salute, potranno essere vaccinati i conviventi o coloro che li assistono.
“Dobbiamo utilizzare tutti gli strumenti a nostra disposizione – ha affermato il presidente della Regione, Eugenio Giani – per proteggere la salute delle fasce più deboli della popolazione e, in particolare, di quelle persone che per la gravità delle loro patologie non possono accedere a questa importante opportunità di immunizzazione, favorendo la vaccinazione dei loro familiari o delle altre figure con cui condividono la quotidianità. Sarà nostro compito, attraverso le strutture sanitarie dedicate, agire tempestivamente, e creare attorno a queste persone estremamente vulnerabili, un vero e proprio cordone protettivo”.