Disponibile dal 14 luglio, on demand, su CG Digital, la piattaforma di CG Entertainment, il documentario che racconta le vicende di una famiglia che ha segnato la storia di Firenze, del mondo calcistico e di quello della produzione cinematografica nazionale, Cecchi Gori. Una famiglia italiana, di Simone Isola e Marco Spagnoli
Nel film, prodotto da Giuseppe Lepore per Bielle Re, e distribuito da Istituto Luce-Cinecittà, tante le testimoniane di volti noti del cinema, che sono stati da sempre vicini alla famiglia Cecchi Gori: da Roberto Benigni e Giuseppe Tornatore, da Leonardo Pieraccioni a Carlo Verdone, da Rocco Papaleo a Marco Risi, insieme ai grandi allenatori e campioni della Fiorentina, come Giancarlo Antognoni, Claudio Ranieri e Roberto Mancini, attuale CT della Nazionale di Calcio italiana.
La storia è quella dell’irripetibile avventura di una famiglia di produttori, Mario Cecchi Gori, e di suo figlio Vittorio, in grado per sei decenni di regalare al cinema italiano molti dei suoi più grandi successi di pubblico e di critica, in Italia e all’estero. Una factory capace di creare fenomeni di divismo entrati nell’immaginario collettivo, e forse a incidere positivamente nelle vite di un Paese. A testimonianza del grande lavoro produttivo, la vittoria di ben 4 premi Oscar®, di film targati Cecchi Gori.
A raccontare questa storia è Vittorio Cecchi Gori: il produttore si racconta in prima persona nel docufilm di Simone Isola e Marco Spagnoli, ripercorrendo la nascita e l’ascesa del più grande gruppo di produzione e distribuzione cinematografica italiano di tutti i tempi, con oltre 300 successi prodotti e ben oltre 1.000 distribuiti in cinquant’anni di attività, culminati con Silence, il film di Martin Scorsese uscito nel 2016, ultimo film che ha visto Vittorio Cecchi Gori nella compagine produttiva.
“Il nostro obiettivo – affermano i registi, Simone Isola e Marco Spagnoli – è quello di unire l’osservazione umana e al tempo stesso il rigore dell’analisi storica e sociale di un percorso di vita emblematico; con acume documentario e spiccata tensione narrativa, si intende esplorare il percorso umano e artistico di un uomo, Vittorio Cecchi Gori, e della sua famiglia, combinando materiali eterogenei, il tutto con uno sguardo autoriale diretto e privo di manierismi, superando la classica impostazione del docu-film “ad interviste”. In particolare, ci si propone di scandagliare con estrema sensibilità il confine tra vita privata e pubblica, portando il personaggio ad avere fiducia negli autori e a non “sentire la macchina da presa”. La storia dei Cecchi Gori attraversa quella del nostro Paese, passando dal cinema al il calcio, dalla politica alla televisione: parliamo di mondi solo apparentemente distanti, mai come in questo caso il concetto di ‘confine’ deve essere inteso non già come ‘separazione’, ma piuttosto come ‘contiguità’. Oggi Vittorio è un uomo solo, ma si sente ancora il magnate, il produttore, il Presidente della squadra di Calcio, il Senatore, il playboy; sono i frammenti di un passato dissolto rapidamente, davanti a noi riuniti, concentrati, distillati dal tempo, dalle traversie e dagli eccessi in un uomo che, di persona, è un pallido riflesso di quello raccontato dalla cronaca di oltre trent’anni di vita, affari e pettegolezzi”.