Dopo più di quattro anni di lavori, ha riaperto le porte la porzione della biblioteca comunale di Empoli “Renato Fucini” che affaccia su via Cavour e via Leonardo da Vinci. La struttura è stata oggetto di importanti opere di consolidamento e restauro, per un iinvestimento complessivo di di circa 3 milioni di euro, con un finanziamento di 720mila dalla Regione Toscana.
La biblioteca Fucini, con i suoi 210mila libri è una delle cinque più grandi della Toscana. “Questa biblioteca ha il cuore di una Empoli della cultura”, ha detto il presidente della Regione Eugenio Giani intervenuto all’inaugurazione. “Grazie all’amministrazione e a chi ha lavorato a questo progetto di restauro, anche perché la biblioteca comunale di Empoli è anche omaggio a Fucini, straordinario scrittore che ha fatto la storia della nostra regione: lo riporta nella sua città a dare significato a una biblioteca dove è possibile trovare libri di grande pregio, come i volumi trecenteschi e quattrocenteschi, ancora scritti a mano”.
“Questo luogo ospita biblioteca fino dal 1833 – ha detto la sindaca di Empoli Brenda Barnini – Dopo la chiusura del 2012, ci siamo messi al lavoro per progettare il futuro della biblioteca e finalmente nel 2018, messe insieme risorse provenienti anche dalla Regione, abbiamo avviato i lavori. Per anni è sembrato un cantiere infinito, ci sono stati imprevisti come il ritrovamento di parti delle mura storiche della città. Novità anche belle che però hanno fatto allungare i tempi di chiusura. Oggi restituiamo questi spazi alla socialità della nostra città: questo è un luogo dove tutte le generazioni di empolesi si sono susseguite nel viverlo, dove tutti noi abbiamo trovato un punto di incontro e di ritrovo”.
L’intervento sulla biblioteca, tra imprevisti e ritrovamenti
I lavori hanno interessato 1200 metri quadrati posti al piano terra e al primo piano dell’attuale stabile di via Cavour. La struttura ha così ritrovato il suo ingresso originale, quello principale, da via Cavour 36. Tanti gli imprevisti, oltre allo stop forzato della pandemia. Nel corso del cantiere avviato a metà ottobre 2018, a cura della Cooperativa Archeologia di Firenze, c’è anche il ritrovamento di una bomba inesplosa che a suo tempo ha richiesto l’intervento degli artificieri, l’immediata sospensione dei lavori e, per consentirne la ripresa, la successiva bonifica bellica sia nei locali interni che in alcune aree esterne.
Durante gli scavi, è inoltre emerso un tratto delle vecchie mura di cinta della città, sotto il pavimento del piano terra, mentre nella Sala Maggiore sono stati eseguiti saggi sul solaio sotto pavimento che hanno fatto emergere un sistema di voltine di alleggerimento in pianelle appoggiate sulle volte principali, corrispondenti ai soffitti delle stanze al piano terra.