A Palazzo Pitti saranno esposte oltre 100 opere tra dipinti, disegni, arazzi, abiti, gioielli, pietre preziose per raccontare la vita, la personalità e l’impegno culturale della duchessa Eleonora di Toledo, moglie di Cosimo de’ Medici, una delle più importanti figure femminili del Rinascimento.
L’esposizione “Eleonora di Toledo e l’invenzione della corte dei Medici a Firenze” sarà visibile dal 7 febbraio al 14 maggio negli spazi del Tesoro dei Granduchi al piano terreno di Palazzo Pitti.
Ha dichiarato il direttore degli Uffizi Mike Schmidt: “Com’è ben noto la storia dei Medici a Firenze finì con una grande donna, Anna Maria Luisa de’ Medici, che il 31 ottobre 1737 firmò il Patto di Famiglia, affinchè i tesori artistici e culturali della dinastia non fossero venduti e dispersi nel mondo ma rimanessero in città e in Toscana. Non meno importante fu la sovrana che nel Cinquecento gettò le basi del principato, Eleonora di Toledo, il cui impegno ancor oggi determina il volto di Firenze: si pensi solo a Palazzo Vecchio riadattato e decorato da alcuni dei maggiori pittori dell’epoca per ospitare i suoi appartamenti e dove andò a vivere nel 1540; al Giardino di Boboli e a Palazzo Pitti, acquistati nel febbraio 1550 dalla duchessa con le proprie finanze e trasformati secondo i suoi personali ideali progettuali e da lei amministrati attivamente, da vera e propria manager del patrimonio. Insieme a Vittoria Colonna, Eleonora fu altresì una delle grandi mecenati donne, non solo di artisti ma anche di letterati e filologi. Non solo. Come la duchessa di Mantova Isabella d’Este, anche la spagnola trapiantata a Firenze aveva un debole per l’abbigliamento e fu una vera e propria arbitra elegantiarum, quasi una Anna Wintour del periodo”.
Chi era Eleonora di Toledo
Icona di bellezza, regina della moda e del costume del tempo, Eleonora di Toledo fu anche un’influente personalità politica e una grande appassionata d’arte.
Figlia del viceré di Napoli, don Pedro de Toledo, Eleonora trascorse l’infanzia a Napoli che all’inizio del ‘500 era una metropoli importantissima.
Eleonora fu altresì una delle grandi mecenati donne, non solo di artisti ma anche di letterati e filologi. Non solo. Aveva un debole per l’abbigliamento e fu una vera e propria arbitra elegantiarum, quasi una Anna Wintour del periodo
Il 29 giugno del 1539 arrivò a Firenze come moglie di Cosimo I con un ingresso mai prima d’ora così trionfale dalla Porta al Prato, a cui seguì lo sposalizio ufficiale nella chiesa di San Lorenzo, con una celebrazione in gran pompa seguita da sfarzosi festeggiamenti.
Eleonora ebbe da Cosimo I ben undici figli, quasi tutti ritratti da Agnolo Bronzino. La prima figlia Maria nacque solo un anno dopo l’arrivo a Firenze. Poi arrivarono: Francesco il primogenito maschio, Isabella, Giovanni, Lucrezia, Garcia, Ferdinando e Pietro a cui vanno aggiunti tre figli prematuramente scomparsi.
La coppia fu veramente molto innamorata e lo testimoniano oltre ai cronisti le numerose lettere tra i due. Finché Eleonora visse non si ebbe alcuna notizia di “scappatelle” di Cosimo, che difficilmente sarebbero passate inosservate in una città dove egli era sempre al centro dell’attenzione.
Eleonora a sua volta era così attaccata al marito da sfiorare in alcuni casi la morbosità: alla notizia di un viaggio del duca, dove lei non poteva accompagnarlo, alcuni cortigiani la videro piangere e strapparsi i capelli. E quando lui era assente viveva in attesa delle sue lettere: ne avrebbe volute almeno due al giorno.
La duchessa è stata una grande amante dell’arte, in particolare per i lavori prodotti dall’Arazzeria medicea: in mostra troviamo infatti l’arazzo della bottega di Nicolas Karcher, tessuto da un cartone di Francesco Salviati, Compianto sul Cristo morto.
Fu ispiratrice della committenza di corte e dialogò con artisti del calibro di Bronzino, Bachiacca, Salviati, Vasari e Stradano.
A meno di un anno dall’arrivo Eleonora si dedicò con energia alla creazione di una residenza adeguata alle esigenze della corte ducale.
La famiglia smise così di abitare Palazzo Medici, trasferendosi a Palazzo Vecchio, dove fu presto avviato il progetto che avrebbe trasformato la vecchia sede della Signoria nella sfarzosa dimora della famiglia ducale
Altre sezioni della mostra raccontano la sua importantissima influenza sulla trasformazione della moda, era una vera regina del “fashion” nella Firenze del Cinquecento, e l’amore per i giardini.
L’opera più importante tra le committenze della duchessa fu proprio il Giardino di Boboli.
Nell’ottobre 1562 Eleonora seguì Cosimo in un viaggio verso la Maremma, per vedere come procedevano i lavori di bonifica da lui iniziati; da lì si sarebbero in parte imbarcati per la Spagna per andare a trovare il primogenito Francesco Maria che vi si trovava già da circa un anno.
Eleonora soffriva da tempo di emorragie polmonari e i dottori le avevano raccomandato di passare l’inverno nel mite clima della costa. Con lei erano partiti tre dei suoi figli: Giovanni, Garzia e Ferdinando nonostante la regione fosse infestata dalla malaria.
Durante una sosta nel castello del Fitto di Cecina, però, Giovanni e Garzia morirono a distanza di poco tempo colpiti da forti febbri, e anche Eleonora si ammalò e morì nello spazio di un mese, a Pisa: aveva quarant’anni.