È toscano il primo studente in Italia, e forse al mondo, a laurearsi nel Metaverso. Ieri Edoardo Di Pietro, 25 anni di Colle Val d’Elsa, iscritto all’Università di Torino al corso di studi magistrali in Comunicazione, Ict e Media ha discusso la sua tesi nel Metaverso, o meglio il suo avatar l’ha fatto, vestito con jeans e una felpa colorata: la discussione è durata una ventina di minuti e ha ottenuto come votazione 109.
Una tesi sul Metaverso
Edoardo è è arrivato al Campus Einaudi di Torino nel primo pomeriggio di ieri. Qui e nella stanza sulla piattaforma Spatial.io, che ha creato a forma di arena, ha discusso la sua tesi “Tra presente e futuro: l’impatto del Metaverso sulla società. Analisi e applicazioni del caso studio Tembo su Minecraft”, dove ha mostrato il lavoro di un anno, partendo dalla storia dei primi universi virtuali fino a un’analisi delle più recenti soluzioni del mondo digitale e le loro possibili applicazioni.
“Festeggerò anche su Metaverso – ha detto il neolaureato all’uscita – ho scelto questo percorso di studi per la mia passione per la tecnologia e l’innovazione e ho deciso di discutere la tesi non solo dal vivo ma anche attraverso il mio avatar anche per le persone a me care che non hanno potuto venire a causa delle restrizioni. Erano collegati i miei amici e i miei parenti in Toscana e la mia ragazza”.
La discussione dal vivo e nella realtà virtuale
Circa una quarantina di avatar hanno assistito sulla piattaforma Spatial alla discussione. Anche il relatore, Michele Cornetto, era sia in presenza che su Metaverso. La fidanzata di Edoardo, Caterina ha assistito alla discussione attraverso la stanza virtuale, visto che si trova in Giappone per studiare.
“Non è un’apologia del Metaverso – evidenzia il relatore, Michele Cornetto – è stato divertente discuterla in presenza e nel contempo dare la possibilità a chi voleva fruirne dall’esterno di entrare in questo ambiente”. Per Cornetto la tesi di Edoardo “è uno studio per capire cosa abbiamo davanti, un momento di assoluta sperimentazione, quello che sarà lo vedremo nei prossimi 5 o 10 anni”.