Anticipato dallo splendido singolo “Lia”, a settembre è uscito “Illusion” il sesto album in studio di Edda, prodotto da Gianni Maroccolo.
E’ un nuovo viaggio artistico in cui il cantautore milanese indossa abiti nuovi, cuciti con maestria dalla produzione artistica di una delle più importanti figure del rock italiano.
La collaborazione con Maroccolo, già collaudata nel disco-regalo pubblicato in piena pandemia “Noio; volevam suonar” mostra il nuovo Edda lasciando spazio infinito a voci e chitarre, liberando l’espressione pura dell’artista dagli schemi precedenti.
Nascono così melodie distanti (Trema), malinconiche (Lia) e a volte vivaci, quasi irrispettose (Carlo Magno), unite a testi struggenti, in uno spazio sonoro denso e apertissimo.
Un album che lo stesso Stefano fatica a descrivere, e che va vissuto e seguito come stratificazione di suoni e canti impreziositi dal sapiente uso della voce.
Venerdì 25 novembre Edda sarà in concerto a Firenze al Glue Alternative Concept Space, e chissà che anche Maroccolo non salga sul palco per farci una sopresa…
“No, non è “illusione”!”, racconta Gianni Maroccolo, “Questo disco è pura magia. Umana, spirituale, musicale, artistica. E’ vero in ogni singola nota e parola. Trasuda purezza, quella un po’ ingenua che riconosci solo nei grandi Artisti e negli esseri umani Illuminati. Collaborare da anni con Stefano ha significato per me scoprire una persona meravigliosa, ma anche avere a che fare con un Artista talentuoso a livello compositivo. Ha una scrittura di altissimo spessore (sia a livello melodico/armonico che di liriche), una vocalità fuori dal comune, e un chitarrismo unico. E’ visionario e profondo, ironico e amorevole, ma sempre e comunque mai assimilabile né omologabile a nessuno. Edda è Edda: prendere o lasciare! Lo adoro anche per questo. Seguirlo nei suoi viaggi non è stato facile ma ne è valsa la pena. Lui ha realizzato il disco che desiderava da tempo; io ho prodotto il disco che desideravo da una vita.”
Abbiamo chiesto ad Edda: Il tuo nuovo disco si intitola “Illusion”, in un’epoca in cui si pubblicano sui social solo le foto in cui siamo venuti bene, secondo te qual è l’illusione più grande?
Ho voluto dimostrare che sono un grande intellettuale, in realtà non capisco niente e Tik Tok lo fanno per persone come me. Quando mi sforzo un po’ di uscire dalla mia ignoranza mi convinco sempre di più che l’illusione è questo sogno che facciamo a occhi aperti che poi è uguale a quello che facciamo a occhi chiusi. Da una parte sono portato ad accettare la verità però poi alla fine mi accontento e godo della spazzatura.
Questa è una tappa della mia vita, poi ce ne saranno altre. L’importante è sapere dove si va. Sappiamo dove si va? Chi lo sa. A volte penso di saperlo e cerco di andare in quella direzione
Hai vissuto mille vite diverse ma alla fine ti sei “rassegnato” a fare la rock star
Mi sono rassegnato, punto, quello è vero. Quello che aggiungi tu magari fosse vero. Mi sono rassegnato a essere quello che sono, non oso neanche dirlo. Mi accontento della mia natura, questa è una tappa della mia vita, poi ce ne saranno altre. L’importante è sapere dove si va. Sappiamo dove si va? Chi lo sa. A volte penso di saperlo e cerco di andare in quella direzione.
Passando al disco, è stata molto importante la collaborazione con Maroccolo, è vero che ti ha obbligato a imparare a suonare la chitarra?
No, no, quello è impossibile. Più che altro è stato bravo a usare gli elementi chitarristici scarsissimi che ho messo a disposizione e farli diventare una cosa bella, perchè alla fine il suono del disco, buona parte almeno, è molto bello. Non lo dico per vantarmi ma perchè Gianni ha fatto un grandissimo lavoro di produzione, editing, riarrangiamento e ha permesso questo miracolo. Magari fosse riuscito a insegnarmi a suonare.
E’ un disco incredibile anche per la tua voce, pensa che appena ho iniziato ad ascoltare il primo pezzo “Mio capitano”, mi sono detta ma sembra quasi di sentire Thom Yorke!
Ti ringrazio di avermi detto questa cosa, perchè anchio ho avuto la sensazione di aver tentato qualcosa di diverso. Per me lavorare a un disco è difficile, però lavorare a un disco con Gianni che è una persona squisita, gentile…non è vero… (ride) No lo è però quando si lavora, si lavora e i nodi vengono al pettine e io sapevo di avere molti nodi e anche lui lo sapeva. Per farla breve anche a me ha sorpreso la voce, ora non so se il cantante dei Radiohead sarebbe contento di essere accostato a me però io sono contento di essere paragonato a lui. Ho cantato in una maniera diversa, sul momento non me ne rendevo conto. Non so stavolta cos’è successo, ma sono contento del risultato.
Come mai sei sempre così riluttante nel riconoscere il tuo talento e il tuo valore?
Pensano tutti che sia una posa, ma io mi sento veramente scarso. Io lo so e quindi non è che posso fare tanto il ganzo. Però questa volta per quanto riguarda il canto e gli arrangiamenti sono molto soddisfatto di quello che è venuto fuori grazie a Gianni.
E’ vero che con ‘Carlo Magno’ volevi fare una sorta di “Song 2” dei Blur?
Sì è l’unico pezzo, insieme ad un altro, che quando Gianni me l’ha fatto sentire gli ho detto che non mi piaceva. Così è subentrato il grande Flavio Ferri interpellato da Gianni che è stato molto bravo, è un grande arrangiatore e musicista. In effetti gli riconosco questo input.
Con “Lia” ci hai regalato un’altra bellissima canzone dedicata all’universo femminile
Qui posso farmi un complimento, è una delle canzoni più belle che ho scritto. Almeno ho fatto un disco che ha una canzone bella. A volte mi chiedo: perchè ho continuato a suonare? Se avessi smesso vent’anni fa forse sarebbero stati contenti in tanti ma non avrei scritto Lia e quindi vado avanti. Questa canzone prima di tutti ha stupito me, l’arrangiamento di Gianni è stupendo e posso dire che la parte di chitarra all’inizio quel “dong dong” è mia.
Sembra quasi che le canzoni non le scrivi te, ti arrivano, sei un tramite
Sì lo diceva anche Michael Jackson, lui diceva che gli arrivavano “From above”, però a lui arrivavano quelle belle.
Ma è vero che sei un grande fan di Chi l’ha visto?
Sì, saranno 30 anni che lo guardo. E’ l’unica cosa che guardo in televisione.
Come nascono frasi bellissime e poetiche come “sputami nel cuore”?
Non ho ancora ben capito se dico “sputami” o “spuntami”. Ti rendi conto come sono messo.
Vedremo Gianni Maroccolo a Firenze sul palco del Glue?
Non lo so, glielo chiedo.