La Toscana punta sull’economia circolare, il modello capace di coniugare sviluppo e tutela dell’ambiente, a partire da una gestione più sostenibile dei rifiuti. Ieri in occasione della tavola rotonda organizzata a Palazzo Strozzi Sacrati a Firenze nell’ambito delle tre giorni di “The State of the Union”, la Regione ha annunciato il nuovo piano che dovrà portare entro il 2020 a centrare l’obiettivo del 70 % di raccolta differenziata – oggi è il 56% – e l’80% entro il 2023, con sei nuovi biodigestori da realizzare entro il 2022 e solo il 10 per cento dei rifiuti da avviare in discarica.
La Regione ha anche già firmato a marzo il primo patto per l’economia circolare con il distretto del cuoio di Santa Croce sull’Arno: un caso virtuoso, con l’associazione dei conciatori che si è impegnata a realizzare investimenti per 8 0 milioni in modo da togliere del ciclo dei rifiuti 150 mila tonnellate l’anno. Altri accordi simili sono in via di definizione con i distretti del tessile e della carta, che di rifiuti producono rispettivamente 50mila e 200mila tonnellate l’anno.
L’obiettivo è condividere con il mondo delle imprese la ‘chiusura dei cicli produttivi’: attraverso la riduzione dei rifiuti, ma anche attraverso l’innovazione e la ricerca che consentano di riutilizzare l’oggetto, allungarne la vita e alla fine farlo tornare materia prima, oppure trattando i rifiuti in maniera diversa.