Da sempre appassionato di teatro e dei viaggi nello spazio Adrian Fartade ha unito queste due passioni diventando grazie ai suoi video su YouTube uno dei giovani divulgatori scientifici più amati d’Italia. Nato nella città di Bacău, in Romania, si è trasferito in Italia all’età di 15 anni, dove ha studiato informatica alle scuole superiori e si è laureato in storia e filosofia all’Università di Siena, con un percorso di studi focalizzato su scienza ed astronomia. Contemporaneamente ha studiato recitazione presso la Nuova Accademia di Teatro d’Arte. Appassionato di astronomia, nel 2009 ha creato la piattaforma web Link2universe oltre al canale YouTube Link4Universe, dove si occupa delle più recenti scoperte in campo astronomico e dello sviluppo del settore astronautico. Spesso ospite in radio in diverse trasmissioni come Radio Deejay e Rai Radio 2, in tv ha partecipato a tre stagioni della trasmissione C’è Spazio su TV2000. Attore, tiene monologhi sull’esplorazione spaziale in planetari, scuole e teatri in giro per l’Italia. Per Rizzoli ha pubblicato tre libri: Come acchiappare un asteroide, A piedi nudi su Marte e Su Nettuno piovono diamanti. Ecco la nostra intervista.
Com’è nata la tua passione per lo spazio?
Ho iniziato ad appassionarmi a tutto questo quando era molto piccolo. Per me l’astronomia era legata all’avventura e alla voglia di scoprire cose nuove. La cosa che mi piaceva di più era il racconto di come abbiamo fatto a scoprire certe cose. Quando ero piccolo per esempio mi appassionai moltissimo alle storie di Jack London, per me quello era il senso dell’astronomia, astronauti, viaggiatori che scoprivano nuovi mondi. Io fantasticavo su tutti questi mondi incredibili là fuori nel sistema solare. Non era tanto l’idea di diventare io stesso un astronauta che mi affascinava, io volevo raccontare le loro storie. Ho sempre avuto un amore infinito per il teatro, ho fatto parte di tante compagnie e ho fatto tutto il possibile per cercare di stare su un palco. Ho vissuto in Casentino, in provincia di Arezzo, ho fatto parte della compagnia teatrale NATA, poi quando ho finito le scuole superiori, ho fatto i primi due anni dell’università ad Arezzo. Mi interessava soprattutto storia, volevo fare degli spettacoli per raccontare alle persone come siamo andati sulla luna, quando abbiamo lanciato le prime sonde. Però non esiste in Italia una facoltà su Storia della scienza. Così ho fatto un percorso tortuoso. Mi sono laureato in storia e filosofia ad Arezzo, poi ho frequentato l’Università a Siena e ho fatto corsi sulla storia dell’astronomia e dei viaggi nello spazio per conto mio. La fortuna è stata che a metà degli anni duemila è nato YouTube e ho iniziato a fare dei video. Potevo sperimentare, fare le cose che amavo fare sul palco online. Sono cresciuto e adesso posso vivere di questo.
Qual è la cosa più difficile quando si fa il divulgatore di materie complicate come quelle che affronti nei tuoi video?
Non è facile, ogni divulgatore trova una strategia diversa. L’obiettivo è la chiarezza e semplificare cose complesse, fare in modo che le persone abbiano idee e conoscenze in più, non solo intrattenimento. Una cosa che funziona secondo me è far capire alla gente che i viaggi nello spazio non sono cose astratte e lontane ma è qualcosa che possiamo vedere intorno a noi. Per esempio io posso spiegarti come fare un razzo con una bottiglia d’acqua.
Elon Musk parla da anni della possibilità che tutti noi un giorno possiamo andare su Marte, quali sono le ultime novità sui viaggi nello spazio?
Al momento chiunque ha meno di 20 anni non ha vissuto neanche un giorno sulla terra senza che ci fossero esseri umani che lavorano e viaggiano nello spazio. Le stazioni spaziali sono state sempre abitate da esseri umani senza interruzioni dal 2000. Questo è un record eccezionale. Abbiamo lanciato i primi esseri umani nello spazio nel ’61, ma è sempre stata una cosa a singhiozzo invece ora da 20 anno siamo sempre nello spazio. Tutte queste esperienze ci sono servite per gettare basi solide per i prossimi viaggi che faremo, per creare le condizioni necessarie per creare la fioritura di una nuova industria spaziale che possa affrontare viaggi umani molto più lunghi e più complessi di quanto abbiamo fatto fin’ora. Per esempio adesso ci stiamo preparando per tornare sulla luna tra 4 anni. La NASA sta per far partire un programma che si chiama ‘Artemis’ per spostare umani sulla superficie della luna nei prossimi 4-5 anni. La prima missione tra l’altro con la navicella, solo per testarla senza umani sarà l’anno prossimo. Artemis era il nome della sorella gemella di Apollo, la missione si chiama così in omaggio alla prima missione che ha portato l’essere umano per la prima volta sulla luna, la missione Apollo appunto. Artemis 1 partirà nel 2021 da sola in ricognizione, nel 2023 porterà degli astronauti che orbiteranno intorno alla luna senza scendere. Se Artemis 2 va bene, Artemis 3 porterà esseri umani sulla superficie. Tutti questi viaggi saranno fondamentali per imparare come andare più in là, verso Marte per esempio. Durante gli anni 20 del duemila l’obiettivo è iniziare a costruire una base umana sulla luna semi-permanente in cui possiamo restare settimane o mesi. Se tutto va bene negli anni 30 potremo partire con le prime missioni verso Marte, tra meno di 10 anni. Manca davvero poco, siamo alle porte del viaggio umano. La differenza col passato è questa: immagina se tu dovessi andare a Parigi per il fine settimana, ti diverti, fai foto, mangi fuori, non ti preoccupi dei prezzi degli affitti. Però se l’intenzione è trasferiti a vivere a Parigi, allora cambia tutto, non sprechi soldi, pensi in modo strategico, cerchi le zone migliori. Nel nostro caso adesso non vogliamo ‘solo’ andare su Marte, vogliamo costruire le cose in modo sostenibile per rimanere lì per sempre. Per questo serve più tempo rispetto al passato. Quando siamo andati sulla luna siamo tornati subito a casa, non c’era un piano sostenibile con partner o imprese interessate a investire. Adesso stiamo pensando a città abitate sia sulla luna che su Marte.
Margherita Hack una volta ha detto ‘se pensassimo di essere gli unici nell’universo saremmo un po’ presuntuosi’. Tu cosa ne pensi degli alieni?
Di solito quando si parla di alieni tutti pensano subito agli UFO, cioè oggetti volanti nella nostra atmosfera e che a volte sono non identificabili. In realtà è un po’ folkloristico, non abbiamo le prove che siano arrivati fino a noi. Tutto diverso il discorso che faceva Margherita Hack sulla possibilità che ci siano forme di vita su altri pianeti. Questo è molto probabile perchè se guardiamo la terra e vediamo le condizioni che hanno permesso la vita qui sul nostro pianeta, non vediamo niente di ‘eccezionale’ che non potrebbe essere capitato anche altrove. Condizioni simili alla terra potrebbero essere capitate anche su Venere e su Marte quando il sistema solare era ‘giovane’. Per quanto ne sappiamo potrebbe essere nata la vita su almeno tre dei pianeti del sistema solare all’inizio. Questo senza considerare che oltre Marte è pieno di lune ghiacciate che sono fatte per più di metà di acqua. Il calore del loro nucleo ha riscaldato questo ghiaccio creando oceani. Abbiamo lanciato una sonda che è passata su una di queste lune e abbiamo scoperto che contiene più acqua di tutti gli oceani della terra, è liquida! C’è una buona chance che la vita abbia avuto inizio nel sistema solare prima che sulla terra. Là fuori su altri pianeti potrebbero essere nate forme di vita anche complessa e chissà! Magari qualcuna sarà come noi, tecnologica e in grado di viaggiare, sta a noi riuscire a trovarli. Siamo all’inizio della ricerca nello spazio, quindi alla frase di Margherita Hack aggiungerei: ‘a volte siamo anche estremamente impazienti’, è ‘solo’ un secolo che cerchiamo. L’universo è vastissimo quindi per avere una risposta ci vorrà ancora un po’.
C’è un desiderio che ti piacerebbe realizzare? Cosa vorresti scoprire?
Mi piacerebbe tanto che entro la fine di questo secolo scoprissimo come mai il tempo viaggia in questa direzione. Sembra una cosa naturale che il tempo scorra solo in una direzione, ma non abbiamo idea di come mai l’universo sia com’è. Noi sappiamo che ha avuto inizio dal Big Bang ma non abbiamo idea di come mai è così e non in un altro modo. Potrebbe essere che là fuori c’è un risposta sul Multiverso. La possibilità cioè che il nostro Universo sia solo una piccola parte di quello che c’è. Più modestamente mi piacerebbe anche vivere abbastanza per vedere esseri umani partire per viaggi oltre l’orbita di Marte, verso la fascia di asteroidi e le lune di Giove. Immagina esseri umani che arrivano con la navicella a vedere Giove grandissimo come sfondo, sarebbe un altro grande traguardo. Questo da l’idea di quanto ci rimane ancora da esplorare. Siamo solo all’inizio, come quando gli umani sono arrivati oltre l’Africa, era solo l’inizio non la destinazione finale. Immaginati quando finiremo di esplorare il sistema solare, le prossime destinazioni che ci attendono sono le stelle! Ne parlava anche Melville in Moby Dick, della voglia instancabile degli esseri umani di andare oltre quello che già conoscono. Non saremo mai contenti, vorremo sempre andare in posti sconosciuti, non ci fermeremo mai.