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Due nuove mostre al Centro Pecci di Prato: le fotografie Peter Hujar e le “signorine” di Margherita Manzelli

Fino a maggio 2025 in mostra le opere di due artisti che hanno riscritto il rapporto con la realtà dandone una loro particolarissima interpretazione

Peter Hujar

Il 2024 del Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci di Prato si chiude aprono due mostre che resteranno aperte fino a maggio 2025. 

“Azioni e ritratti / viaggi in Italia” a cura di Grace Deveney con Stefano Collicelli Cagol espone un corpus di 20 fotografie realizzate da Peter Hujar durante i suoi viaggi in Italia, tra gli anni Cinquanta e Settanta, e una selezione di 39 scatti dedicati ai protagonisti della emergente scena della performance nella Lower Manhattan degli anni Settanta.

Peter Hujar nella sua carriera ha cercato di produrre immagini che costruissero una nuova realtà attraverso scambi sottili tra lui e i suoi soggetti. L’artista ha creato ritratti diretti ma enigmatici di persone e animali, immagini di performer e nudi maschili, in stretta sintonia con la scena che caratterizzava l’East Village di New York negli anni Settanta.

All’inizio degli anni Settanta, Hujar viveva in un loft nella Lower Manhattan mentre, nelle vicinanze, Robert Wilson fondava la Byrd Hoffman School of Byrds, dedicata all’esplorazione di nuovi approcci al teatro e alla coreografia.

Byrd Hoffman è solo una delle compagnie che Hujar avrebbe fotografato a lungo, insieme alla Ridiculous Theatrical Company, fondata da Charles Ludlam, e The Cockettes, compagine teatrale psichedelica di San Francisco. Hujar ha fotografato gli spettacoli di queste compagnie, ma spesso ha prestato maggiore attenzione a immortalare gli attori e i ballerini dietro le quinte, nei momenti di transizione, quando indossavano i costumi e il trucco, preparandosi a incarnare i personaggi che avrebbero interpretato.

La selezione di fotografie dei viaggi italiani di Hujar invece raccoglie una visione inaspettata del nostro paese che stava vivendo una repentina trasformazione, dal Secondo dopoguerra al boom economico.

Hujar è stato in Italia in diverse occasioni, dagli anni Cinquanta agli anni Settanta, in questi decenni ha avuto l’opportunità di visitare Firenze, Sperlonga, Palermo, Napoli, solo per citarne alcune.

Durante questi viaggi, ha osservato le persone, il paesaggio e gli animali, un dialogo reciproco con ciò che gli stava di fronte che trova corrispondenza nel suo approccio ai soggetti legati alla performance e al tema del ritratto.

Peter Hujar

Il Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci di Prato ospita fino al 11 maggio 2025 “Margherita Manzelli. Le signorine” a cura di Stefano Collicelli Cagol.

Il progetto espositivo, di cui Intesa Sanpaolo è Partner, riunisce una selezione di dipinti realizzati da Margherita Manzelli dagli anni Novanta a oggi, insieme a una serie di disegni e un nucleo di opere realizzate appositamente per questa mostra, una delle quali trova ispirazione nella Cattedrale di Santo Stefano, duomo della città di Prato.

Il titolo è ispirato ai personaggi femminili che da sempre popolano le sue opere. Indipendenti, fiere, senza tempo, androgine, le signorine di Manzelli si prendono la scena e decidono loro modalità e forme di rappresentazione, sfidando convenzioni ataviche e rivendicando la propria indipendenza da legami famigliari.

Le signorine sono personaggi che, sin dall’inizio dei suoi lavori, popolano le fantasie dell’artista. Ipervigili ed esangui, nude o seminude, sembrano pronte a sfidare le convenzioni.

Con uno sguardo che trafigge chi le guarda, queste donne ribaltano gli assiomi della rappresentazione del corpo femminile nella storia dell’arte, pensata per l’occhio maschile.

Nei dipinti, le signorine sono inserite dentro una spazialità astratta, costituita da ampie campiture con pattern geometrici, soggetti floreali, che richiamano le fantasie di tessuti immaginari o reali – anche di abiti dell’artista stessa – o da spazi regolati da bande verticali colorate.

Con le sue opere, Manzelli sembra dare voce a quella consapevolezza della fragilità e resilienza dell’essere umano sperimentata a livello globale con la più recente pandemia.

Margherita Manzelli
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