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Dopo 40 anni “Le maschere” di Mascagni sul palco a Livorno

La commedia lirica torna a teatro grazie alla collaborazione tra Fondazione Goldoni e Carnevale di Viareggio. Ci sarà in scena pure Burlamacco

Le prove al Goldoni di Livorno de “Le Maschere” di Pietro Mascagni – © Comune di Livorno

Torna sul palcoscenico del teatro Goldoni di Livorno dopo 40 anni, il 10 e 11 febbraio, “Le Maschere. La commedia lirica e giocosa di Pietro Mascagni, che mancava da così lungo tempo, è stata realizzata dalla Fondazione Goldoni in collaborazione con la Fondazione Carnevale di Viareggio.

In virtù di questo sodalizio sul palco sarà presente anche Burlamacco, la maschera simbolo del Carnevale viareggino. Anche il pubblico è invitato a presentarsi mascherato alla prima rappresentazione, anche solo con una semplice mascherina.

Dirigere Mascagni: una sfida

Direttore d’orchestra Mario Menicagli, chiamato alla guida dell’Orchestra e Coro del Teatro Goldoni. Maestro del coro Maurizio Preziosi. “A poco più di un anno di distanza torno a dirigere Mascagni nel teatro della mia città, verso cui ho l’onore di rivolgere quotidianamente il mio impegno. – spiega il direttore d’orchestra Mario MenicagliDirigere Mascagni è sempre una sfida ed una scoperta nuova”.

Per Menicagli ha un sapore particolare: l’ultima edizione de Le Maschere, 40 anni fa, lo vide quasi debuttante tra i primi violini. “Mascagni non finisce mai di sorprendere. La sua indiscussa capacità nell’essere innovativo, la si evince anche da questa creazione, con caratteristiche assolutamente uniche rispetto alla sua intera produzione, arricchita da perle di assoluta e sorprendente novità, come la dirompente sinfonia o la parabasi che introduce la vicenda”, ha concluso il maestro.

L’allestimento de Le Maschere di Mascagni al teatro Goldoni di Livorno – © FB Mario Menicagli

Un nuovo allestimento al Goldoni

L’allestimento si avvale della regia, scene e costumi di una coppia di registi palermitani, Luigi Di Gangi e Ugo Giacomazzi, con una solida esperienza in campo teatrale nella prosa e nel panorama lirico dei nostri giorni. Light designer Michele Rombolini.

Siamo stati a visitare i carristi mentre lavoravano alla preparazione dei carri – aggiungono i registi – ed abbiamo immaginato il palcoscenico come l’hangar in cui nascerà il Carro di Tespi con cui gli attori della Commedia dell’Arte andavano a giro per portare le storie delle Maschere italiane”.

Mascagni chiedeva attitudini vere e verità scenica agli interpreti, capacità attoriali e non solo di canto – hanno dichiarato i registi – e cercheremo di restituire nello spettacolo una dimensione narrativa che si avvicini molto alla Commedia dell’Arte e faccia percepire il rapporto tra uomo e maschere, ciò che è evidente e ciò che può sembrare nascosto: Ogni uomo mente ma dagli una maschera e sarà sincero è una massima di Oscar Wilde e da questa siamo partiti”.

Previsto un nuovo allestimento dopo l’edizione del centenario nel 2001 al Teatro La Gran Guardia con la regia di Lindsay Kemp, da cui saranno ripresi alcuni suoi costumi.

Personaggi e interpreti dell’opera

Questi i personaggi ed interpreti: Pantalone de’ Bisognosi, ricco proprietario Vladimir Alexandrovich, Rosaura, sua figlia Silvia Pantani / Valentina Corò, Florindo, giovane laureato, amante corrisposto di Rosaura Matteo Falcier, Dottor Graziano, uomo di legge Giacomo Medici, Colombina, sua domestica, confidente di Rosaura, promessa sposa di Brighella, Rachele Barchi / Irene Bonvicini, Brighella, venditore ambulante, confidente di Florindo Marco Miglietta, Il Capitan Spavento, Balandrano di casa Balandrana Min Kim, Arlecchino Battocchio, suo servitore Didier Pieri, Tartaglia, domestico in casa di Pantalone Massimo Cavalletti.

Il debutto in contemporanea in sette teatri

L’opera debuttò il 17 gennaio 1901 in sette teatri che allestirono in contemporanea la prima rappresentazione (Costanzi di Roma, Scala di Milano, Carlo Felice di Genova, Regio di Torino, Fenice di Venezia, Filarmonico di Verona, e S. Carlo di Napoli).

L’opera risultò innovativa, capace di guardare al Rossini comico e alla Commedia dell’Arte, ma con tratti stilistici propri del compositore livornese che seppe muoversi con disinvoltura e leggerezza tra i canoni dell’opera buffa, passando dal comico, ovviamente, al patetico, tra stili, arie e danze antiche (pavana, furlana), trattate con grazia settecentesca ma con uno sguardo sicuro al mondo dello spettacolo del suo tempo.

Livorno&Viareggio e i 150 anni del Carnevale

Celebrare vuol dire condividere, è questo soprattutto che ci piace di questo anniversario dei 150 anni del Carnevale di Viareggio – ha detto la presidente della Fondazione viarregina Maria Lina Marcuccila possibilità di fare festa e poterlo celebrare anche con la città di Livorno, con un Teatro come il Teatro Goldoni che riteniamo un monumento alla musica e all’identità toscana, un’occasione che ci rende ancora più felici“.

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