Andrea Pratesi, Stefano Carlesi e Federica Tantulli hanno fondato nel 2015 un’azienda che realizza effetti per la chitarra fatti a mano la DOPHIX®. Il brand negli anni è cresciuto, fino ad approdare alle più importanti fiere di settore in U.S.A.
Ogni pedale viene testato e poi confezionato a mano, la ricerca del suono è maniacale, la Dophix punta a ricreare un suono “caldo”, che torna indietro nel tempo, riscoprendo e valorizzando le sonorità degli anni ‘70.
L’autenticità di ogni effetto viene riconosciuta da un codice seriale univoco, che lo classifica all’interno della Trilogia di appartenenza e rende possibile il tracciamento di ogni fase di lavorazione, rigorosamente handmade e fatto in Italia.
Non a caso i fondatori per i loro pedali hanno scelto i nomi di sculture e artisti rigorosamente toscani: David, Nettuno, Perseo, Leonardo, Galileo, Dante, Michelangelo. Così la Dophix porta con orgoglio il Made in Tuscany in tutto il mondo.
Moltissimi gli artisti italiani e stranieri che usano i loro effetti: in Italia Giuseppe Scarpato, Finaz, Massimo Varini, Federico Baracchino, Piero Pelù. Negli USA Boscoe France, Artur Menezes, il chitarrista dei CULT Billy Duffy e l’ex chitarrista dei Bad Religion Greg Hetson. I loro prodotti sono stati richiesti anche da alcuni DJ di Virgin Radio: Andrea Rock (Andrea Toselli) e Ringo. Infine per X-Factor hanno usato i pedali Dophix NAIP e Little Piece of Marmalade.
Ecco la nostra intervista a Andrea Pratesi
Ciao Andrea! Com’è nata l’idea di fondare la Dophix?
Stefano è un chitarrista e ingegnere e si costruiva gli effetti da solo. Io sono un altro chitarrista appassionato di effetti, ci ha fatti conoscere un amico comune. Dopo appena 10 giorni siamo andati dal notaio per aprire una società perchè credevamo in questo progetto. Abbiamo iniziato nel 2015-2016.
Si può dire che è stato un vero e proprio colpo di fulmine!
Si esatto!
Voi vendete soprattutto in USA, come siete arrivati così lontano da Firenze?
Il mercato dei pedali è saturo, ci sono centinaia e centinaia di aziende e ci sono anche tanti “dopo-lavoristi” che quando tornano a casa la sera si mettono a fare effetti per chitarra. E’ un mercato vastissimo, quello che fa la differenza nel nostro caso è che per noi non è un hobby, ma è una società, una company. Abbiamo registrato il nostro marchio worldwide, abbiamo certificato i prodotti e ci siamo buttati subito sul mercato americano che è quello principale. In America ci sono le fiere dei produttori più importanti del mondo. Anche le più piccole sono enormi per l’Italia, da Nashville fino ad approdare a Los Angeles. Dal 2016 al 2020 ci siamo fatti le ossa con un mercato molto competitivo. Il buffo di questo mercato è che finchè non siamo andati in America non avevamo considerazione in Italia. Dopo che abbiamo fatto successo in USA, abbiamo riscosso notorietà anche qui.
Cosa rende speciali i vostri effetti per chitarra?
Il nostro catalogo è piccolissimo perchè si tratta di oggetti fatti tutti ed esclusivamente a mano. Sono otto-nove, tra poco ne uscirà uno nuovo. Negli ultimi anni abbiamo trovato un distributore in America che ci sta facendo richieste per noi importanti, ordini anche di centinaia di pezzi. Conta che servono 4-5 ore per realizzare un singolo pezzo. Nel corso degli anni siamo cambiati, ci siamo ampliati perchè non riuscivamo da soli a fare tutto, adesso ci avvaliamo di alcuni collaboratori.
David, Nettuno, Perseo, Leonardo, Galileo, Dante, Michelangelo, sono i nomi di alcuni dei vostri pedali, come mai questa scelta?
In America il made in Italy è molto apprezzato. Noi abbiamo portato la toscanità la fiorentinità nel mondo. Su tutti i nostri pedali ci sono le statue del Rinascimento fiorentino e questo approccio di marketing ci ha aperto molte strade. Pensa che nella prima fiera a Dallas nel 2016 abbiamo fatto una t-shirt con i primi nostri tre prodotti il David, il Perseo e il Nettuno e la scritta “Three naked men”, le magliette sono andate a ruba.
Quando abbiamo fondato la società io, Stefano Carlesi e Federica Tantulli siamo andati a cena fuori per festeggiare. Eravamo in centro a Firenze, siamo usciti dal ristorante lievemente “allegri”. Non avevamo ancora deciso che grafica mettere sui nostri effetti. Camminando ci siamo trovati in piazza della Signoria e abbiamo deciso di usare le statue fiorentine. Quella sera in realtà pensavamo non di usare le teste, ma un’altra parte del corpo, poi per fortuna ci abbiamo ripensato.