Il 44,7% delle donne che hanno un’impresa nel mondo del vino ha ripristinato edifici preesistenti e per farlo ha usato soprattutto (56,1%) imprese del posto. Quasi tutte – il 96,6% – ritengono che sia necessario restaurare le costruzioni antiche piuttosto che costruirne di nuove e il 94% usa la storia locale per contestualizzare i propri vini.
Sono alcuni dei dati che emergono dall’indagine ‘Donne vino e salvaguardia dell’identità culturale dei territori del vino‘, condotta da Marta Galli, direttore dell’Osservatorio sustainable wine business and enogastronomic tourism, presentata a Firenze in occasione dei 35 anni dell’associazione nazionale delle Donne del vino.
La ricerca è stata condotta attraverso un questionario inviato a oltre 230 socie tra produttrici, ristoratrici, commercianti, consulenti e sommelier di tutta Italia. I risultati del rapporto, ha commentato la presidente nazionale delle Donne del vino Daniela Mastroberardino sono “un segno di speranza in un Paese dove le alluvioni vengono amplificate da un eccessivo sfruttamento del suolo e i ‘non luoghi’ sono sempre più diffusi“.
“L’indagine ha portato alla luce un aspetto ancora inesplorato dell’attività di chi produce, vende o fa consumare il vino – ha evidenziato Donatella Cinelli Colombini, delegata delle Donne del vino toscane -: l’attitudine a conservare l’identità e la cultura locale per usarla nello storytelling delle bottiglie”.
Dalla ricerca emerge anche che il 49% delle donne del vino ha un’opera d’arte in azienda, che la maggior parte (il 96,9%) usa vitigni autoctoni e oltre la metà punta proprio su quelli per raccontarsi. “Altrettanto plebiscitario, pari al 94,5% – ha spiegato Galli – l’utilizzo di alimenti e ricette locali in abbinamento alle bottiglie”.
Per l’assessore regionale all’agricoltura Stefania Saccardi la ricerca conferma “l’attenzione e la professionalità di cui la Toscana è stata sempre portatrice in agricoltura che, come vediamo, ha plasmato il paesaggio rurale e dato vita a un repertorio di saperi immateriali come tradizioni, abitudini, leggende, ma anche saperi materiali come architetture e strumenti”.