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Don Antonio in concerto al Progresso per raccontare i pionieri della televisione locale

Dal miracoloso ritrovamento di cento videocassette Betamax è nato “Antenna” lo spettacolo di musica, video e letture di Don Antonio Gramentieri che racconta l'avventura di TeleModigliana, al Circolo Il Progresso di Firenze venerdì 17 febbraio

Don Antonio

TeleModigliana è una televisione locale che negli anni ’70 fu tra le prime a sperimentare il mezzo televisivo prima del boom nazionale.

In un piccolo paese di cinquemila abitanti della provincia di Forlì nelle colline tra Romagna e Toscana un’intera comunità si inventò una programmazione fatta di quiz, tribune politiche, approfondimenti e vita di paese, cucina e territorio, sagre e partite di calcio.

Furono messe in piedi addirittura un’antenna alta diciotto metri sul tetto di un convento, una telecamera a colori comprata a cambiali e un Ford Transit organizzato come regia mobile per le dirette che il giorno dopo ritornava camioncino delle consegne di elettrodomestici.

Molti anni dopo la scomparsa di questa piccola utopia tascabile nella cantina di Pierantonio Sangiorgi ideatore di TeleModigliana, titolare del negozio di elettrodomestici del paese, trombettista e brillante elettrotecnico, scomparso una decina di anni fa, furono ritrovate cento cassette Betamax con le registrazioni dell’emittente.

Da questo miracoloso ritrovamento è nato “Antenna” lo spettacolo di musica, video e letture di Don Antonio Gramentieri che arriverà al Progresso di Firenze venerdì 17 febbraio.

“La performance di Firenze nasce attorno a un libro e a un documentario, ci saranno video, letture e canzoni. – ci ha raccontato Gramentieri – Era un mondo di passaggio tra gli anni ’70 e gli ’80, il cambiamento di un’epoca, il passaggio dal bianco e nero al colore, da quello che restava dell’Italia contadina verso quello che sarebbe accaduto dopo. A Modigliana hanno acceso una telecamera e senza volerlo hanno fotografato un momento chiave della storia italiana che io mi ricordavo da bambino. Ri-raccontarlo per me è stata una sfida che ha messo in circolo emozioni importanti.”

Antonio Gramentieri, in arte Don Antonio, è musicista, produttore, autore di musiche per il cinema. Con i Sacri Cuori ha suonato nei principali festival e club fra Stati Uniti, Inghilterra, Australia, Europa, Scandinavia e Balcani e ha diviso palcoscenici e registrazioni con Marc Ribot, John Parish, JD Foster, Wayne Kramer, James Williamson, Howe Gelb, John Convertino. In Italia con Nada, Pan del Diavolo, Giulio Casale, Vinicio Capossela e molti altri.

Nel 2022 Don Antonio con la voce di Daniela Peroni ha realizzato “Cinque Minuti di Te”  la sigla ufficiale di WANNA, il documentario che ricostruisce la storia della televenditrice più famosa e maledetta d’Italia.

La serie che ripercorre il ventennio italiano, tra gli anni ’80 e i primi anni 2000. Racconta la storia di Wanna Marchi e Stefania Nobile indiscusse regine dello shopping televisivo, finché non hanno messo in piedi una vera e propria truffa che ha rovinato la vita a moltissime persone.

“Wanna è stato un grandissimo successo, – ha detto Don Antonio – Credo che dal punto di vista giornalistico la serie sia inattaccabile, lo penso con ogni atomo del mio corpo. Penso che chi l’ha criticata non l’abbia mai vista. E’ tutt’altro che una riabilitazione, è stato un modo per riflettere su una cosa che è successa e ricostruire il mondo in cui una cosa così poteva succedere. Un mondo che non è molto diverso da quello di oggi, sono diverse le Wanne Marchi ma ci sono ancora”.

Cinque Minuti di Te è inserita in “Colorama” il nuovo disco di Don Antonio registrato dal vivo in studio insieme a The Graces duo toscano formato da Luca Giovacchini e Piero Perelli.

I concerti sono ripartiti, secondo te siamo tornati ai ritmi prima della pandemia?

Per quanto mi riguarda assolutamente no, tutta la mia attività internazionale non è assolutamente ripartita proprio perchè si basava su un circuito di club medio-piccoli che negli ultimi due anni hanno avuto grossi problemi. Forse farò un giro nell’Europa dell’est a marzo perchè è una zona che mi è sempre interessato molto esplorare, è il mio primo quasi tour dopo il 2019. Credo che siano ripartiti molto bene i ristoranti, i bar, la musica dal vivo intesa come mega-evento, ma la musica dal vivo di altri tipi subisce ancora. Ci sono club storici in Romagna che un tempo facevano tre-quattro concerti alla settimana ora ne fanno sei in una stagione. Vuol dire che c’è qualcosa che non si è ancora curato nel rapporto tra le persone e i concerti. C’è stata una mutazione del sistema di approcciare il live e la questione culturale negli ultimi anni, il lascito disastroso del modo in cui è stata gestita la pandemia.”

Ma per i Sacri Cuori è possibile pensare a una reunion?

Mai ritornare nei luoghi in cui sei stato felice. Sacri Cuori era la fotografia di un gruppo di lavoro in uno stato di grazia nello stare insieme e credo che abbia dato i frutti giusti. Quel momento è finito, ma nel nuovo progetto relativo ad “Antenna” suonerò con il batterista dei Sacri Cuori Diego Sapignoli, è stato come ritrovare un fratello perso, una bella sensazione.

 

 

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