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Distretti biologici, la rete bio toscana si allarga: benvenuti a Valli Senesi e Valdarno di Sopra

Con i due nuovi ingressi salgono a nove i distretti riconosciuti dalla legge regionale per la coltivazione, allevamento e commercializzazione di prodotti biologici

Prodotti biologici

Il Distretto biologico delle Valli Senesi ed il Distretto rurale e biologico del Valdarno di Sopra sono i neonati distretti biologici che vanno ad arricchire il patrimonio toscano dei distretti bio, realtà dedicate alla coltivazione, all’allevamento, alla trasformazione e alla commercializzazione dei prodotti agricoli e alimentari ottenuti con metodo biologico.

I nove distretti bio toscani

Con questi salgono così a nove i distretti riconosciuti con legge regionale del 2019, tra le prime in Italia a istituirli, e vanno ad aggiungersi al distretto biologico di Fiesole, il primo nato nel 2021, a quelli della Val di Cecina, Calenzano, Montalbano, Chianti, Maremma toscana e colline della Pia.

“Si estende e si arricchisce dunque questo patrimonio, che rappresenta un modello innovativo di sviluppo rurale sostenibile – ha sottolineato la vicepresidente e assessore all’agroalimentare della Toscana, Stefania Saccardi che, partendo dal basso, vede nei produttori i soggetti protagonisti di una progettualità territoriale basata sulla creazione di reti di aziende biologiche. Sono dunque una vera opportunità di sviluppo socio-economico e di marketing territoriale e quindi di valorizzazione e di promozione delle filiere biologiche locali a vantaggio della competitività e della redditività delle imprese di settore e dell’economia della Toscana”.

260 aziende per il distretto Valli Senesi

Il Distretto biologico delle Valli Senesi, riconosciuto il 23 luglio 2024, nasce dietro impulso delle aziende biologiche locali che hanno voluto sancire con le amministrazioni comunali un patto per valorizzare sia le produzioni biologiche sia un territorio altamente vocato alla sostenibilità.

“Abbiamo compiuto un passo di grande importanza”, dice Pierangelo Beata di Radicondoli, presidente del distretto biologico delle Valli Senesi. “Dobbiamo rivendicarlo come produttori biologici ora e nello sviluppo innovativo del nostro distretto. Il distretto ha una enorme potenzialità, rispettando le vocazioni delle Bio-valli senesi possiamo valorizzare tante filiere biologiche  di qualità. La collaborazione con le amministrazioni comunali sarà fondamentale per sviluppare progetti di territorio rivolti alla comunità locale, turisti e appassionati delle nostre bellissime Bio-Valli”.

Il territorio del distretto insiste sui comuni di Chiusdino, Monteroni d’Arbia, Monticiano, Murlo, Radicondoli e Sovicille con quasi il 55% della superficie agricola condotta con il metodo dell’agricoltura biologica con 260 aziende afferenti a tale conduzione.

Dieci comuni tra le province di Arezzo e Firenze per il distretto Valdarno di Sopra

Il Distretto rurale e biologico del Valdarno di Sopra, riconosciuto il 29 luglio, ricalca il perimetro del distretto rurale già riconosciuto nel 2019, insistendo sul territorio didieci comuni del Valdarno Superiore aretino e fiorentino: Bucine, Castelfranco Piandiscò, Castiglion Fibocchi, Cavriglia, Pergine Laterina, Figline Incisa Valdarno, Loro Ciuffenna, Montevarchi, San Giovanni Valdarno e Terranuova Bracciolini.

“Con il riconoscimento di distretto biologico – ha detto il presidente del Distretto rurale biologico del Valdarno di sopra, Nicola Benini – si completa il percorso avviato nel 2019 con la nascita del distretto rurale. Il valore aggiunto di questa importante realtà è la collaborazione fra la componente privata degli operatori agricoli e i 10 comuni del Valdarno di Sopra. Anche per questa sua peculiarità il distretto fa parte del Coordinamento nazionale della rete dei distretti e nel Valdarno ha trovato la sua sede il Centro studi nazionale dei distretti”.

La superficie agricola condotta con il metodo dell’agricoltura biologica si aggira sul 45%, con 370 aziende afferenti a tale conduzione. Il distretto nasce a seguito del lavoro sviluppato dal distretto rurale che ha voluto proporre al territorio dietro un impulso delle aziende locali un patto per valorizzare sia le produzioni biologiche che un territorio altamente vocato alla sostenibilità.

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