Dovevamo uscirne migliori, invece fatichiamo ancora oggi a venirne fuori: la pandemia di Covid-19 e il suo lungo strascico di restrizioni prima e crisi economica poi, sembrano aver innescato anche in Toscana un disagio psicologico importante, aggravato da tutto quello che è seguito, dalla guerra in Ucraina ai cataclismi climatici.
La Toscana verso una rete psicologica pubblica
Gli psicologi toscani hanno lanciato da tempo l’allarme delle richieste di aiuto in aumento (cresciute del 73% nel 2023) che riguardano soprattutto ansia (50%), problemi relazionali (20%) e sintomatologia depressiva (11%). Un’emergenza a cui la Regione Toscana adesso risponde con un servizio unico in Italia, per adesso ancora in fase sperimentale: lo psicologo di base.
Lo scorso novembre infatti il Consiglio regionale della Toscana ha approvato la legge che allarga l’offerta dei servizi sanitari al benessere psicologico istituendo appunto questa nuova figura, pensata per fornire un sostegno psicologico di primo livello, accessibile a tutti.
A fine gennaio, con due delibere portate in Giunta dall’assessore al diritto alla salute della Toscana Simone Bezzini, è stata attivata una prima sperimentazione del servizio, di cui sono state incaricate le Asl. Il progetto dovrà durare almeno 18 mesi e vedrà come punti di riferimento sul territorio la rete delle Case della Salute. L’obiettivo, come ha detto Bezzini è “arrivare a definire un modello di rete psicologica pubblica in grado di dare risposte ad un bisogno di salute sempre più diffuso e accentuato nelle diverse fasce d’età e popolazione.”
“È un servizio fondamentale che vuole intercettare rapidamente i bisogni psicologici della popolazione e fare prevenzione, cioè agire prima che il disagio psicologico diventi un disturbo e abbia bisogno di un trattamento di secondo livello – commenta la presidente dell’Ordine degli psicologi della Toscana, Maria Antonietta Gulino – andando nella Casa di Comunità attraverso il medico di base o il pediatra si potrà prendere un appuntamento con lo psicologo di base, che farà così una prima valutazione della situazione.”
Gulino: garantire a tutti il diritto alla cura
Il nuovo servizio, anche se per adesso solo in sperimentazione, potrebbe essere la risposta che tanti toscani aspettano. Secondo il rapporto “Welfare e salute in Toscana 2023” dell’Ars (Agenzia regionale di sanità), infatti, il 5,2% della popolazione adulta, pari a 122mila persone, soffre di depressione e la nostra regione detiene ormai dal 2014 il primato per il consumo di antidepressivi, con un dosaggio medio giornaliero di 67,6 che significa che ogni giorno mille toscani consumano in media più 67 dosi e mezzo di antidepressivi.
Secondo i dati (aggiornati allo scorso ottobre) oltre 156mila persone tra adulti, bambini e ragazzi sono assistite in Toscana dai servizi di salute mentale pubblici, ma non sono sufficienti a prendere in carico tutti quelli che hanno bisogno di aiuto.
“I dati nazionali ci dicono che un italiano su otto ha bisogno di un sostegno psicologico e anche in Toscana le richieste aumentano, però solo il 5% dei nostri 7.900 psicologi lavora nei servizi pubblici, dove seguono le situazioni più gravi. Lo psicologo di base è una risposta importante perché il diritto alla cura va garantito a tutti, anche a chi non può permettersi uno psicologo o psicoterapeuta privato” aggiunge Gulino.
Adolescenti e giovani adulti in crisi
I più in difficoltà sono i più giovani: gli adolescenti e i giovani adulti, che hanno tra i venti e i trent’anni. Secondo l’indagine condotta dall’Ordine degli psicologi della Toscana tra i propri iscritti è proprio in questa ultima fascia d’età che si concentra una maggiore richiesta di aiuto per abuso digitale e dei social (75%), dipendenze patologiche (53%), disturbi del sonno (56%) e disturbi ossessivo-compulsivi (53%).
Gli adolescenti invece soffrono di ansia (33%), problemi relazionali (17%) e isolamento sociale (13%). Lo studio Edit 2022 di Ars Toscana metteva in luce una condizione psicologica adolescenziale divenuta preoccupante dopo la pandemia: almeno uno su dieci, nel 2022, aveva compiuto un atto autolesivo.
“L’adolescente ha bisogno di stare con i suoi coetanei e alla giusta distanza dalla famiglia per emanciparsi, sviluppare autonomia e indipendenza e durante la pandemia questo non è stato possibile – spiega Gulino – è come se avessimo tolto loro le gambe e si sono trovati immobilizzati dietro i loro pc e device. La Dad è stata importante per mantenere il contatto ma non è la stessa cosa che costruire se stessi nel relazionarsi in presenza, perché solo stando in mezzo agli altri si impara a gestire lo stress, la competizione, il conflitto. È mancato loro un pezzo d’esperienza che poi è difficile recuperare perché gli anni sono passati e questo si tramuta in difficoltà a muoversi nel mondo e nelle relazioni.”
Per questi ragazzi un supporto psicologico è l’unico modo per superare la paura del futuro, che in Toscana è quella principale nella popolazione under 30. “Le guerre, i cambiamenti climatici, le difficoltà a trovare lavoro: i giovani devono affrontare l’incognita del futuro che può essere destabilizzante – aggiunge Gulino – per costruire il futuro bisogna rafforzare gli strumenti del presente, quindi intervenire con lo psicologo di base è importante, perché se un ragazzo ha un problema che lo blocca devo trovare ascolto: se riceve ascoltato trova la sua strada, altrimenti si tiene tutto dentro e rimane bloccato, non riesce a crescere.”