Due dipinti, lettere autografe, libri antichi che raccontano momenti importanti e quasi sconosciuti della storia di Cosimo III: si presenta così ‘Deo simillimum principem‘, la mostra dedicata a Cosimo III dei Medici che celebra i 300 anni dalla morte avvenuta il 31 ottobre del 1723.
L’esposizione, nelle sale di Palazzo Strozzi Sacrati, inaugurata dal presidente della Regione Toscana Eugenio Giani, e curata da Samuele Lastrucci, direttore del Museo de’ Medici, vuole ripercorrere e illustrare a 360 gradi la figura controversa e poco nota del penultimo Granduca di Toscana che regnò per 53 anni, dal 1670 al 1723 in pieno periodo barocco. La mostra ‘Deo simillimum principem‘ è aperta fino al 5 novembre.
Giani: un simbolo della nostra identità in Toscana
“La mostra su Cosimo III dei Medici, che inaugura la collaborazione con il Museo de’ Medici, dà il via a un percorso che prossimamente vedrà la nascita di tante altre iniziative dedicate alla grande famiglia fiorentina, ai suoi personaggi e alla sua storia – ha detto Giani -. Per costruire il nostro presente e il nostro futuro abbiamo bisogno di conoscere il nostro passato: è lì che affondano le radici della nostra identità. Ed è anche questo il senso della mostra che, nel terzo centenario della sua morte, dedichiamo a Cosimo III“.
Lastrucci: il segno indelebile di Cosimo III
“Con questa esposizione – ha spiegato Lastrucci – vogliamo raccontare Cosimo III, un personaggio estremamente controverso che ha lasciato però un segno indelebile nella storia della Toscana. La mostra è composta da una serie di preziosi volumi, testimonianze tangibili che raccontano la storia, i passi di Cosimo, dal disciplinare vinicolo, alla sua passione per la botanica che lo ha portato a fondare la prima società botanica d’Europa, fino alla promozione del primo studio di etruscologia e poi gli avvenimenti della sua vita. Ci saranno anche due opere pittoriche, una delle quali è l’immagine della mostra ed è anche l’immagine della copertina dell’ultimo libro scritto da Alberto Bruschi“.
Il ricordo dello storico Alberto Bruschi
Al taglio del nastro, insieme Giani e a Lastrucci, erano presenti Maria Cristina Pestelli e Candida Bruschi, rispettivamente moglie e figlia di Alberto Bruschi, scomparso nel 2021, a cui la mostra è dedicata. Antiquario fiorentino, collezionista di fama internazionale e storico tra i massimi esperti della storia medicea, Bruschi si è distinto a Firenze anche come illuminato mecenate.