Fino al 21 giugno 2024 la Street Levels Gallery a Firenze ospita la mostra collettiva “Dinosauria 2024- L’immaginario preistorico nel paese più vecchio del mondo” a cura dello street artist Hogre.
Protagonisti assoluti dell’esposizione sono i giganti del passato che così spesso hanno popolato l’universo cinematografico da Gozzilla a Jurassic Park, ma anche fumetti, serie tv, gadget e giochi per bambini.
La mostra “Dinosauria 2024” vuole aprire una finestra sulle contraddizioni della vita contemporanea, mettendo in luce l’assurdità della rincorsa all’aggiornamento tecnologico a discapito del benessere collettivo e della creatività.
Nella galleria fiorentina 29 artisti e artiste dialogheranno in un confronto generazionale. Partecipano al progetto: Alleg, Awer, Br1, Cecilia Kiwi, DEM, Doublewhy, Dottor Pira, Ema Jons, Emotivamenteconfusa, Furetti Cattivi, Giga, Gio Pistone, Guerrilla Spam, Hitnes, Hogre, Illustre Feccia, Judy Rhum, Lisa Gelli, Miles, Molecole, Nene, Ninjaz, NOVA, Pax Paloscia, Percy Bertolini, Rame13, El Rughi, skk e Tropidelia.
La mostra Dinosauria 2024
Il confronto tra esseri umani e dinosauri è ricco di contrapposizioni significative che hanno ispirato gli artisti. Le loro opere diventano portatrici di messaggi e interpreti di confronti senza tempo: tra il mondo antico e quello dell’infanzia, tra lo stato di natura del mondo preistorico e la tragicommedia del progresso umano, tra il passato remoto del nostro pianeta e il suo futuro prossimo, che si manifesta attraverso la creazione di un immaginario fantastico.
Nella visione degli artisti e delle artiste i dinosauri assumono diverse forme e significati. Possono essere un’ironica metafora del vecchio, come nella tela a olio Padrinosauro di Hogre, che riprende l’iconico Duca di Urbino dipinto da Piero della Francesca, o nei sauri Andreottiani di Lisa Gelli.
Diventano elemento di satira politica, come nel dinosauro leghista realizzato a stencil da Illustre Feccia. Sono l’elemento ludico all’interno di un racconto di formazione nel quadro di Pax Paloscia o il riflesso mostruoso di un’alterità in cui ci specchiamo, come nell’opera di Gio Pistone.
Esprimono una forza sovversiva primitiva inscritta in un corpo non conforme nella dinosaura sex worker di Doublewhy, o ancora, diventano testimoni dell’assurda guerra tra due archeologi assetati di successo nell’opera Bone wars di DEM, ispirata a fatti realmente accaduti.
Ogni nascita è una condanna a morte, eppure il dramma che percepiamo nella mancanza di un senso superiore si svela in tutto il suo candore nel dipinto ad acquerelli di Hitnes.
La collettiva continua il grande gioco dell’arte rispondendo con uno sberleffo, e per citare il lavoro di uno degli artisti in mostra Dottor Pira: “Fintanto che le IA non sapranno cucinare le patate, continuerò a mangiare dal Girarrosto!”.