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Al via la digitalizzazione del patrimonio Alinari: 90mila lastre di vetro e pellicole, con tesori inediti

Materiali di grande valore diventano fruibili dal pubblico, comprese 170 lastre di grandi dimensioni di fine Ottocento che riproducono opere d’arte

La digitalizzazione dell’archivio della Fondazione Alinari

I tesori dell’Archivio Alinari diventeranno digitali e potranno così essere visti da studiosi e appassionati di storia della fotografia e arte in tutto il mondo. È iniziata pochi giorni fa presso il cantiere in Art Defender la digitalizzazione della lastroteca Alinari e Brogi, composta da 80.739 lastre di vetro e pellicole dei fondi fotografici storici Alinari e Brogi più 24 registri storici Alinari.

Le misteriose 170 maxi lastre: un tesoro di inestimabile valore storico

Tra i materiali che saranno digitalizzati c’è un tesoro di inestimabile valore storico: 170 lastre di vetro di formato extra-grande, al collodio e alla gelatina, prevalentemente Alinari, realizzate alla fine dell’Ottocento.

Si tratta di un materiale eccezionale proprio per le sue dimensioni: alcune lastre raggiungono i 120 centimetri di altezza o lunghezza, costituendo un patrimonio unico al mondo, ancora non si sa con quali tecniche e strumenti siano state realizzate. Le poche fonti a disposizione attribuiscono le grandi lastre agli interessi sperimentali di Giuseppe Alinari, che puntava a ottenere primati alle Esposizioni internazionali, riproducendo stampe fedeli nelle dimensioni al vero.
“Probabilmente erano una forma di promozione dell’attività dei Fratelli Alinari, anche una sfida tecnologica” spiega il presidente della Fondazione Alinari Giorgio Van Straten, che ha annunciato che il ritrovamento sfocerà sicuramente anche in un momento di “mostra e di condivisione con il grande pubblico”.

Le maxi lastre nella maggior parte dei casi riproducono opere d’arte e architetture, come per esempio il San Giorgio di Donatello in Orsanmichele, il Mosè di Michelangelo nella Basilica di San Pietro in Vincoli, il Cortile del Bargello, la Madonna del Granduca o il Colosseo.
Un materiale unico, mai digitalizzato prima d’ora e quindi poco noto e indagato, che adesso sarà una fonte preziosa anche per lo studio delle tecniche fotografiche storiche.

“Grazie a questo grande piano di digitalizzazione messo a punto da Regione Toscana – ha annunciato il presidente Eugenio Giani sarà possibile visionare materiali di grande valore, in alcuni casi per la prima volta, e rendere quindi fruibile un preziosissimo patrimonio culturale a tutta la collettività e alla comunità scientifica internazionale. La Fondazione, che è nata dall’acquisto da parte della Regione per 12 milioni di euro del patrimonio Alinari perché non andasse disperso, adesso comincia a elaborare questo immenso patrimonio. Nel PNRR abbiamo potuto destinare 438mila euro per la digitalizzazione del patrimonio Alinari e in questa operazione abbiamo inserito anche il recupero di 170 lastre che per le loro dimensioni sfuggono a una catalogazione.”

Lo stabilimento fotografico Fratelli Alinari, a Firenze, nel 1899. – © F.lli Alinari

Metà dell’archivio storico Alinari sarà digitale

“Inizia un progetto grandissimo – ha aggiunto Van Stratenperché digitalizzeremo circa 90mila lastre della parte storica, quella più antica di Alinari, che vuol dire circa la metà dell’archivio storico. E ciò significa mettere a disposizione cose che nessuno vede da decenni, alcune da oltre un secolo, un passaggio straordinario.”

L’intervento di digitalizzazione si concluderà entro il 31 dicembre 2025 ed è reso possibile grazie al finanziamento di 4,5 milioni di euro del PNRR nel programma di digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura e produrrà 4,3 milioni di risorse digitali, quasi 4 volte il target minimo europeo previsto dal PNRR.

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