Una dieta basata su verdure e pesce allontana il rischio di tumore al colon. La conferma arriva da uno studio coordinato dall’Istituto di biologia e biotecnologia agraria del Consiglio nazionale delle ricerche di Pisa (Cnr-Ibba) assieme al Dipartimento di Neuroscienze, Psicologia, Area del Farmaco e Salute del Bambino (Neurofarba) dell’Università degli studi di Firenze, pubblicata sulla rivista Microbiome.
Tre diete a confronto nello studio
La ricerca ha valutato lo sviluppo di cancro del colon-retto – la terza causa di morte per tumore nel mondo – e l’evoluzione della composizione del microbiota intestinale e i relativi metaboliti, osservando gli effetti associati alla somministrazione di diete associate a differente rischio di tumore: una a base di carne rossa e carne lavorata (dieta Mbd, considerata ad alto rischio), una a base di carne rossa ma addizionata con un particolare antiossidante quale la Vitamina E (dieta Mbdt, a rischio moderato) e una pesco-vegetariana (dieta Pvd, a basso rischio)”.
“È noto che lo sviluppo di questo tipo di tumore è fortemente influenzato dalle abitudini alimentari, con cibi come la carne rossa e lavorata che ne aumentano il rischio, e altri, come quelli contenenti fibre alimentari, considerati protettivi – spiega Giovanna Caderni del Dipartimento Neurofarba – studi recenti suggeriscono che l’effetto della dieta possa essere legato, almeno in parte, a come essa modula il microbiota intestinale, ovvero l’insieme di microorganismi che popolano il nostro intestino”.
Lo studio ha dimostrato come la dieta pesco-vegetariana riduca in modo significativo, rispetto alle diete a base di carne, il numero di tumori del colon nei modelli animali predisposti allo sviluppo di cancro del colon-retto. Inoltre, questo tipo di dieta aumenta la diversità microbica, caratterizzata dalla presenza di specifiche comunità batteriche associate a un livello più basso di acidi biliari, metaboliti intestinali potenzialmente cancerogeni.
Fare scelte alimentari più consapevoli
“Abbiamo avuto la conferma – sottolinea Carlotta De Filippo, coordinatrice dello studio per il Cnr-Ibba – che il microbiota intestinale, modulato dalla dieta, può trasmettere i rischi, così come i benefici, legati alla dieta stessa. Comprendere come la dieta influisca sul microbiota intestinale e, di conseguenza, sul rischio di cancro, consente a ognuno di noi di fare scelte alimentari consapevoli, [/marj]scegliendo diete che favoriscono un microbiota ‘alleato’, così da ridurre attivamente il rischio di sviluppo di numerose patologie”.
Lo studio è stato svolto in collaborazione anche con scienziati francesi dell’Inrae – istituzione di ricerca francese dedicata a agricoltura, cibo e ambiente – e olandesi della Netherlands Organisation for Applied Scientific Research.