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Didacta, Bianchi: “La scuola non è un mondo a parte”

Il ministro in visita alla fiera di Firenze rilancia la funzione della formazione in Italia a partire dal ruolo giocato dagli Its

La visita del ministro Bianchi allo stand della Regione Toscana

“La scuola non è un mondo a parte. La formazione deve giocare un ruolo fondale per il futuro del Paese”: lo ha detto a chiare note il ministro dell’istruzione Patrizio Bianchi, intervenendo agli “Stati generali dell’istruzione: ITS, la nuova istruzione tecnica superiore e il mondo del lavoro” presso la fiera Didacta, in corso alla Fortezza da Basso di Firenze.

“Didacta è la grande fiera della scuola: non è solo uno straordinario momento in cui tutti si raccontano, ma è anche il luogo in cui si fanno vedere gli stati di avanzamento, la capacità di innovazione della nostra scuola. La scuola ha bisogno di sperimentazione, perché è la parte fondante dell’autonomia”, ha inoltre dichiarato affrontando il tema degli Istituti Tecnici Superiori.

Il ruolo fondamentale degli Its

Il lavoro sugli Its è fondamentale perché è la scuola che serve a ricucire e alzare tutto il sistema delle competenze del nostro Paese – ha spiegato Bianchi –  L’Italia è tutta da mettere in formazione, non si deve parlare solo di formazione dei ragazzi” ha assicurato.

Sulla stessa lunghezza d’onda il ministro degli Affari regionali, Maria Stella Gelmini. “Gli Its non sono più figli di un Dio minore o di serie B, sono un pezzo fondamentale del sistema di formazione post diploma e un modo per coniugare il sapere con il saper-fare” ha spiegato.

Il confronto tra formazione e teoria

Per costruire l’Italia del domani Gelmini ha auspicato un confronto serrato tra la formazione e la preparazione teoricacon la capacità di dare forza e energia a quelle filiere produttive che rappresentano il made in Italy. È il momento di fare un salto di qualità, creare un sistema nazionale degli Its“.

Gelmini ha ricordato il percorso parlamentare per arrivare a una svolta. “C’è una riforma in Parlamento – ha aggiunto -. Non ci sono più alibi: ci sono le risorse, con 1,5 miliardi, il Parlamento è appunto pronto ad approvare la riforma degli Its, forse anche prima del previsto“.

La visita del ministro Bianchi allo stand della Regione Toscana

Dalla realtà nazionale il presidente della Toscana Eugenio Giani ha spostato il dibattito sul piano regionale. “Con Didacta in Toscana, Firenze si trasforma un po’ nella capitale del mondo dell’innovazione della scuola e della formazione, scuola e formazione di tutti” ha sottolineato.

A proposito dei finanziamenti del Pnrr con 1,5 miliardi di euro fino al 2026 per la riforma degli ITS, Giani ha ricordato che “l’obiettivo è di migliorarne la qualità e di diffonderne la conoscenza così da renderli un’alternativa concreta alle università facendone un volano per l’occupazione giovanile dopo gli studi“.

L’intervento del presidente del consiglio regionale Antonio Mazzeo a Didacta

L’assessora all’istruzione, formazione, lavoro e università Alessandra Nardini ha aggiunto che gli ITS sono una scommessa oggi vinta e uno strumento importante in termini di superamento del mismatch, il disallineamento, tra domanda e offerta di lavoro. Il presidente Draghi li ha definiti un pilastro educativo.

Nel corso di questi anni – ha proseguito – sono state notevolmente incrementate le risorse destinate a sostenere questi percorsi: nel POR FSE 2022/2023 abbiamo stanziato oltre 4 milioni di euro a sostegno dei percorsi realizzati dalle 9 Fondazioni ITS toscane, e all’interno della nuova programmazione del nuovo settennato dei fondi strutturali europei continueremo a garantire risorse alla Fondazioni“.

Il futuro dell’Istruzione tecnica superiore, i percorsi avanzati, le professionalità che servono, le aspettative di giovani e le richieste di imprese e sindacati sono stati i temi al centro degli interventi del presidente del Consiglio regionale della Toscana Antonio Mazzeo e il presidente della commissione cultura e scuola dell’assemblea toscana Cristina Giachi.

Mazzeo ha ricordato “la definizione, lo scorso anno, del protocollo di intesa con l’Ufficio scolastico regionale proprio per dotare l’assemblea di uno strumento permanente di relazione e di condivisione di obiettivi e di progetti“, sottolineando poi che “la relazione formazione e lavoro è un tema centrale che richiede al tempo stesso la solidità delle argomentazioni che guidano le scelte e la capacità visionaria di disegnare il un futuro che si realizza spesso per discontinuità e rotture“.

I docenti e i rischi nel mondo dei social

La giornata fiorentina del ministro Bianchi a Didacta ha affrontato anche altri temi di estrema attualità. Si pensi al ruolo che i docenti devono avere per guidare i giovani nel mondo dei social. “Sul digitale puntiamo a un uso responsabile e critico. Ad esempio molti ragazzi possono perdersi nei social. Stiamo formando molto i docenti che devono ritrovare, e lo stanno facendo, il senso dell’essere l’adulto di riferimento. Questo è importante“.

La strategia contro la dispersione scolastica

Molti i fronti aperti per il mondo della scuola: tra i più importanti quello che riguarda la povertà educativa, e la dispersione scolastica. Ad esempio è stato già firmato il primo patto educativo per Napoli. “Abbiamo messo in campo molti strumenti, in particolare tutta la parte del Pnrr che riguarda la dispersione scolastica. I patti educativi danno la capacità di coinvolgere tutta la comunità intorno alla propria scuola. È questo che abbiamo fatto e abbiamo già investito 500 milioni per la parte da 12 a 18 anni e altri 500 milioni per la seconda opportunità, per ragazzi ‘dispersi“.

Mai abbassare la guardia sulla sicurezza

Non è mancato un accenno ai temi della sicurezza anche alla luce dei numerosi feriti nel percorso di alternanza scuola-lavoro e all’ultimo episodio che ha coinvolto un ragazzo di 17 anni a Merano. “Noi stiamo firmando un accordo ulteriore con il ministero del Lavoro, devono valere le regole di sicurezza sul lavoro per tutti. Non dimentichiamo che questo è il Paese che ha il più alto indice di morti sul lavoro, non solo per i ragazzi. Quando succede per un ragazzo ci deve mettere in evidenza che questo non è possibile per nessuno, tantomeno per un ragazzo” ha concluso il ministro.

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