Leonia Ferrari nasce a Siena nel 1905 ed emigra in Germania prima dello scoppio della Seconda guerra mondiale. Fino al gennaio del 1945 conduce una vita abbastanza tranquilla perché Würzburg, la città dove insegna in Franconia, viene risparmiata dagli orrori del conflitto. Ma il clima cambia dopo il bombardamento alleato che rade al suolo la città di Dresda: “Si cominciava ad essere sgomenti. Nelle strade se s’incontrava un amico il saluto era questo: ‘Adesso tocca a noi!’”. Un presagio che si avvera a partire dalla fine del mese di gennaio, quando cominciano a cadere le prime bombe, in un crescendo dal quale Leonia riuscirà fortunosamente a scampare.
Würzburg, Germania, gennaio 1945
All’inizio del 1945 la pressione militari degli eserciti alleati sulla Germania nazista raggiunge l’apice. Leonia Ferrari vive a Würzburg nel terrore che anche la città bavarese, fin lì risparmiata dai bombardamenti, subisca pesanti attacchi aerei.
“La guerra a Wuerzburg l’abbiamo cominciata veramente a sentire soltanto alla fine del gennaio 1945. Fino ad allora si era vissuto una vita tranquilla e piacevole. Lo studio ed il lavoro si alternavano con gite bellissime, concerti magnifici e riunioni simpatiche con buoni ed intelligenti amici. Data la straordinaria quantità di ospedali militari e civili e la mancanza assoluta di fabbriche e di obiettivi bellici, Wuerzburg veniva considerata città ospedaliera e, fino ad allora, tutto aveva fatto credere che sarebbe stata risparmiata. Ma le città della Germania sparivano una dopo l’altra: quelle intatte si potevano contare sulle dita. Di grandi non rimanevano che Dresda e Wuerzburg. Nonostante il nostro ottimismo cominciavamo ad essere inquieti e gli allarmi che fino ad allora ci avevano scosso ben poco non ci lasciavano più indifferenti. La vita si era trasformata in una continua corsa in cantina e la sera, per essere pronti a fuggire in caso di pericolo, si andava a letto vestiti.”
“Adesso tocca a noi”, Würzburg, Germania, febbraio 1945
Febbraio 1945: la città di Dresda, in Germania, viene rasa al suolo da un bombardamento massiccio delle aviazioni alleate. Leonia Ferrari vive a Würzburg e teme che la stessa furia possa abbattersi sulla sua città.
“Nel febbraio Dresda venne bombardata per tre notti consecutive. Si diceva fosse stato uno dei bombardamenti più terribili di tutta la guerra, il numero delle vittime era stato spaventoso: un vero e proprio macello. E la bella ed elegante città tanto famosa per la sua arte, venne quasi totalmente rasa al suolo.
Si cominciava ad essere sgomenti. Nelle strade se s’incontrava un amico il saluto era questo: “Adesso tocca a noi!” Non si passava più con indifferenza davanti alla bella Residenza barocca con gli affreschi del Tiepolo, non si guardava più senza sentirsi stringere il cuore, il bel castello antico sulla collina, i bei ponti, le belle chiese. Si guardavano queste cose con un amore mai sentito perché si presentiva che tutte queste bellezze presto non ci sarebbero state più. Anche verso gli amici ci si sentiva più buoni ed affettuosi ed ogni volta che ci si separava o ci si abbracciava o ci si stringeva più volte la mano con uno sguardo che voleva dire: “Chissà se domani ci rivedremo!”
Alla fine di gennaio cominciarono piccoli bombardamenti: una bomba qui, una bomba là. In tutta la città non vi era più una casa coi vetri intatti. Poi i bombardamenti andarono sempre aumentando di violenza: uno distrusse la stazione, l’altro un grande ospedale, un altro molti edifici nel centro.”
Brani tratti da “Italiani all’estero. I diari raccontano” un progetto realizzato con il contributo della Direzione Generale per gli Italiani all’Estero e le Politiche Migratorie del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale. Un progetto di Nicola Maranesi per l’Archivio diaristico nazionale. Consulenza editoriale di Pier Vittorio Buffa. Ricerca d’archivio e redazione testi: Laura Ferro e Nicola Maranesi. Ricerca iconografica e organizzazione delle fonti documentali: Antonella Brandizzi. Fotografie di Luigi Burroni.
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