Al via la digitalizzazione del David, prima tappa di un progetto straordinario che unisce la memoria storica a un presente di innovazione per la più accurata e sofisticata riproduzione di sempre del capolavoro di Michelangelo. Il modello fisico della statua, conservata presso la Galleria dell’Accademia di Firenze, costituirà a partire da ottobre 2021 il momento culminante nel percorso espositivo del Padiglione Italia all’Expo di Dubai.
Il progetto
Dopo l’attuale fase di acquisizione dei dati della statua, il progetto prevede la riproduzione fisica con tecniche additive, la finitura delle superfici realizzata da esperti restauratori fino al trasporto dell’opera agli Emirati Arabi Uniti: nel processo saranno impegnati scienziati, tecnici, curatori, artigiani, docenti e studenti universitari.
La digitalizzazione in corso presso la Galleria è curata dal Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale dell’Università di Firenze in collaborazione con i tecnici di Hexagon Italia, divisione della multinazionale svedese operante fra gli altri nel settore dei sensori, dei software e delle soluzioni autonome.
Il progetto si concluderà con l’arrivo del gemello digitale del capolavoro michelangiolesco a Dubai e sarà raccontato in presa diretta in una speciale sezione del sito del Commissariato per la partecipazione dell’Italia a Expo 2020 Dubai.
L’intero processo di ri-produzione del David testimonia i valori e l’eccellenza delle competenze italiane. Realizzare oggi un gemello digitale dell’opera di Michelangelo non è più l’opera di un singolo ma un evento corale, il simbolo di un genio collettivo che rielabora la propria eredità culturale, in cui il concetto di copia si aggiorna assumendo nuovi significati.
Le tecnologie impiegate
Durante la digitalizzazione vengono impiegati due strumenti diversi per garantire la qualità finale della nuvola di punti necessaria alla modellazione tridimensionale.
Il primo è un Leica Absolute Tracker abbinato ad uno scanner laser Leica Absolute Scanner. Lo scanner laser è in grado di rilevare fino a 156.000 punti al secondo sulla superficie della statua con precisioni di pochi centesimi di millimetro. Il riferimento assoluto dei punti nello spazio è dato dal Laser Tracker, che grazie allo scambio di un fascio di raggi laser con lo scanner è in grado di determinarne la posizione e l’orientamento nello spazio, e di attribuire di conseguenza ciascuno dei punti rilevati le proprie coordinate tridimensionali. Il ciclo di acquisizione della nuvola di punti dell’intera statua del David, alta oltre 5 m, ha una durata di circa 40 ore, tempo decisamente breve se si considerano le dimensioni e la complessità dell’oggetto e la definizione del risultato finale.
Il secondo strumento, utilizzato per il rilievo delle parti geometricamente più complesse e di piccola dimensione della statua, è un sensore a luce strutturata Aicon StereoScan Neo. Il sistema è costituito da un proiettore e da due telecamere ad alta risoluzione. Il proiettore trasferisce sulla superficie da rilevare una sequenza di geometrie note (pattern) mentre le due camere acquisiscono in pochi secondi la proiezione dello stesso pattern ad angoli predefiniti. In questo modo, al termine della misura, si ottiene un modello tridimensionale di superfici ad alta risoluzione e metricamente accurato.
I risultati
I dati acquisiti durante la digitalizzazione potranno essere impiegati per scopi di analisi scientifica. Sarà quindi creato un archivio di dati digitali e tridimensionali rappresentativo dello stato dell’arte nella digitalizzazione di opere scultoree sia dal punto di vista tecnologico che metodologico. Grazie al gemello digitale del David si potranno incrementare i già numerosi studi scientifici finalizzati alla valutazione del suo stato di conservazione materico e strutturale.
“Questo particolare momento della riproduzione del David di Michelangelo che riguarda la sua digitalizzazione, è un momento di grande importanza”, dichiara Cecilie Hollberg, Direttore della Galleria dell’Accademia di Firenze. “Ci permette di acquisire nuove informazioni sulla scultura michelangiolesca, aggiornando i dati rilevati circa vent’anni fa. Si tratta di un passaggio fondamentale sia per ulteriori studi futuri che per la ricerca, sia per simulazioni di vario tipo che per la conservazione, consentendoci così di essere al passo con i tempi. Dati che saranno archiviati e conservati dalla Galleria, nell’ottica anche della tutela dell’immagine del David. Il David originale rimarrà qui, in questo museo, ma siamo felici di poter mandare a Dubai il suo ‘gemello’ come messaggero di bellezza e simbolo dell’Italia”.