In occasione della 65ma edizione dei “Premi David di Donatello”, in onda su Rai Uno venerdì 8 maggio, i Musei del Bargello di Firenze dedicano una serie di approfondimenti all’originale della statua rinascimentale in bronzo da cui ha preso nome e forma il premio cinematografico.
In emergenza Coronavirus, il museo fiorentino si affida al web e ai social per raccontare la storia della più celebre statua del primo Rinascimento fiorentino, realizzata da Donatello su commissione di Cosimo il Vecchio de’ Medici, che raffigura il giovane pastore mentre si erge vittorioso sopra la testa del gigante Golia che ha reciso con la sua stessa spada.
Sul sito dei Musei del Bargello verranno pubblicate news, approfondimenti e album fotografici attraverso i quali approfondire la storia e l’iconografia del David. Il canale Instagram, invece, esplorerà le ragioni che hanno reso quest’opera una star dell’arte. Sempre su Instagram, inoltre, è già partita una call fotografica in cui tutti i visitatori sono invitati a postare e condividere le foto del David di Donatello provenienti dai propri archivi fotografici che poi, nella giornata di venerdì 8, verranno ripubblicate e condivise nelle storie del @bargellomuseums.
Il soggetto biblico di David che sconfigge Golia era particolarmente sentito nella Firenze dell’epoca, ma la versione di Donatello si circonda di numerosi significati simbolici, cui si aggiungono quelli attribuitigli dalla fortuna dell’opera nel tempo e che l’hanno resa non solo la scultura più nota dell’artista fiorentino, ma anche l’emblema più riconoscibile del primo Rinascimento italiano.
Il bronzo è stato pensato a grandezza naturale (è alto 158 cm) per essere collocato su un’alta colonna ed ammirato dal basso e da più punti di vista. Donatello sorprende per l’eleganza del corpo e l’assorto stupore che traspare dal volto del giovane eroe vincitore. Si tratta, infatti, del primo esempio di nudo a tutto tondo realizzato dai tempi della statuaria classica.
L’opera fu subito oggetto di ammirazione e interesse e, nel corso dei secoli, pur rimanendo sempre nella città di Firenze, ha cambiato sovente la propria dimora: il cortile di Palazzo Medici fu la prima sede di cui abbiamo testimonianza; poi, con la cacciata dei Medici del 1494, fu trasferito a Palazzo Vecchio; quindi a Palazzo Pitti e dal 1777 nella Galleria degli Uffizi. Infine nel 1865 il capolavoro di Donatello ha trovato la sua collocazione definitiva nel Museo Nazionale del Bargello – primo museo dell’Italia unita – nato proprio quell’anno per custodire la più importante collezione al mondo di statuaria rinascimentale.