La cucina, come la bellezza, potrà salvare il mondo? Dario Cecchini il macellaio “rock” pensa di sì e insieme al sindaco di San Casciano Roberto Ciappi si è unito al coro di protesta dei 75 lavoratori del cementificio di Testi che da 8 mesi vivono di cassa integrazione straordinaria. Ha cosi deciso di cucinare la sua “ciccia” presso il presidio permanente organizzato insieme segno di protesta.
“Simbolicamente, ma nemmeno poi così tanto, – ha commentato Cecchini – ho voluto condividere il momento del pranzo con i lavoratori che aspettano risposte dalla società e vivono il loro presente nell’assoluta incertezza. Come stanno facendo alcuni operatori economici del territorio, cittadini privati, un’intera comunità che si è mobilitata insieme alle istituzioni, ho offerto il mio sostegno culinario, abbiamo cucinato e mangiato insieme. La solidarietà che ho voluto portare ai dipendenti si ispira alla gastronomia chiantigiana che associo al tema del lavoro e su cui da anni investo per amplificare il nome del Chianti in tutto il mondo”.
Da Cecchini arriva anche una proposta provocatoria per la paventata chiusura dell’impianto di produzione del cemento. “E’ necessario che lo stabilimento riapra al più presto e mantenga la vocazione industriale con la quale è nato e si è sviluppato negli anni per continuare a produrre cemento di qualità e garantire posti di lavoro. Credo tuttavia che in questa fase di limbo, in attesa che le decisioni si prendano, i lavoratori potrebbero considerare un’alternativa e utilizzare la grande mensa aziendale, fornita di cucina professionale all’interno dell’impianto, per allestire la ‘RistoSacci’, un punto ristoro per il quale mi metterei a disposizione per la formazione degli operai cuochi…un piano di rilancio che renda omaggio all’inventiva italiana e al buon gusto, un’idea che rimetta al centro il lavoro e il suo rapporto con il cibo”.
A far sentire ancora una volta il suo sostegno il sindaco Roberto Ciappi di San Casciano, a nome del collega di Greve in Chianti Paolo Sottani e di tutti i sindaci dei comuni di area fiorentina, vicini alla crisi occupazionale. “Siamo al fianco dei lavoratori – dichiarano i sindaci – è incomprensibile che lo stabilimento di Testi, in grado di lavorare a ciclo continuo, con produzione di clinker e di prodotto finito come il cemento, che si trova strategicamente al centro della Toscana e che sarebbe perfettamente in grado, dopo molti anni di difficoltà, di poter fornire il proprio prodotto, veda fermare la propria produzione con il rischio molto concreto di arrivare alla chiusura. Questa situazione per noi amministratori comunali e soprattutto per i dipendenti, che nella quasi totalità risiedono nei nostri Comuni, risulta ingiustificabile ed inaccettabile”. I sindaci hanno scritto al Prefetto di Firenze, la dottoressa Laura Lega, per illustrare la situazione e hanno chiesto un incontro all’amministrazione regionale.
Lo stabilimento, oggi di proprietà del Gruppo Buzzi Unicem S.p.A., ha in organico circa 75 dipendenti che con l’indotto arrivano a 120/130 persone. Il Cementificio di Testi ha visto negli ultimi anni un susseguirsi di passaggi di proprietà: storicamente di proprietà Sacci, è poi passato a Cementir Sacci, è stato acquistato ad inizio 2018 da Italcementi S.p.A., ed infine dal gruppo Buzzi Unicem S.p.A., attuale proprietario, che ha creato una nuova Società denominata Testicementi Srl.