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Dante700: nove pergamene perdute della Divina Commedia in mostra all’Istituto degli Innocenti

Straordinaria scoperta: nove pagine manoscritte del '300 erano state usate per rilegare alcuni registri contabili del Cinquecento appartenenti alla famiglia Violi

Una eredità inaspettata

Non capita davvero tutti i giorni di ritrovare nove pergamene di versi della Divina Commedia, pagine manoscritte appartenenti ad un codice trecentesco.

La straordinaria scoperta è avvenuta nell’Archivio storico dell’Istituto degli Innocenti. Le nove pagine erano state usate come “carte di guardia” cioè per rilegare alcuni registri contabili del Cinquecento appartenenti alla famiglia Violi conservati nell’Archivio dell’Istituto, dove confluirono nel 1594 con lascito ereditario della famiglia.

L’Istituto degli Innocenti rende omaggio a Dante, nell’anno delle celebrazioni per i 700 anni dalla morte, presentando al pubblico per la prima volta questi documenti nella mostra“Una eredità inaspettata. I frammenti della Commedia nell’Archivio degli Innocenti” allestita dal 18 novembre al 28 dicembre 2021 nella Sala San Giovanni.

La storia delle pergamene

Le opere di Dante ebbero una enorme diffusione già nel Trecento. La Commedia era il testo letterario più trascritto in assoluto, seconda solo alla Bibbia. Molto spesso le versioni manoscritte della Commedia non sono libri intatti, ma frammenti sfusi. Le pergamene degli Innocenti appartengono a questa tipologia.

Quando, dalla seconda metà del Quattrocento, la trascrizione manuale dei testi viene soppiantata dal libro a stampa – la Divina Commedia è il primo testo stampato in lingua italiana –  i vecchi manoscritti sono ritenuti “inutili” e si diffonde la prassi di riutilizzare le pergamene medievali per rilegature di nuovi libri.

La prima segnalazione inventariale delle nove pergamene le descrive nel 1912 ancora rilegate nei registri. Non si ha notizia del loro distacco da questi, certamente anteriore agli anni Novanta, quando, ormai sciolte, vengono studiate da Gabriella Pomaro, autrice del primo studio dedicato, che le associa a frammenti altrove conservati.

Quest’anno le ricerche dell’Archivio degli Innocenti hanno ulteriormente approfondito la vicenda.

I registri Violi hanno consentito di risalire ad esempio a quel cartolaio di via della Condotta che nel 1580 rilegò i libri contabili riutilizzando le pergamene su cui era trascritta la Commedia.

Archivio storico Istituto degli Innocenti

“Lo scopo della mostra Una eredità inaspettata è di valorizzare questi reperti, raccontandone la complessa storia conservativa e il suo significato con un linguaggio che si rivolga anche ai ragazzi e alle famiglie che vengono a visitare il Museo degli Innocenti – spiega la presidente dell’Istituto degli Innocenti Maria Grazia GiuffridaL’iniziativa ci permette di rendere noto quanta ricchezza di materiali e documenti, anche inaspettata, contiene il nostro Archivio, un patrimonio storico che riguarda la vita non solo di questa antica istituzione ma anche dell’intera comunità cittadina con la quale è sempre stata in profondo dialogo”.

“L’iniziativa che presentiamo oggi è stata possibile grazie alla stretta e proficua sinergia instauratasi fra il prezioso lavoro di cura e ricerca quotidianamente condotto nell’Archivio Storico e la capacità propositiva e comunicativa assicurata dal Museo degli Innocenti – aggiunge il direttore generale dell’Istituto Sabrina Breschi  L’Istituto è costantemente impegnato nel valorizzare in modo coordinato e integrato il proprio patrimonio storico artistico per renderlo fruibile alla collettività e per contribuire attivamente ai percorsi di promozione culturale attivi nel contesto cittadino e non solo”.

La mostra, allestita nella Sala San Giovanni, sarà visibile all’interno del biglietto del Percorso Museo a 6 euro (comprensivo del percorso museale e delle mostre “Una eredità inaspettata” e “Jenny Saville”). Maggiori dettagli sul sito www.museodeglinnocenti.it.

Per prenotazioni ed informazioni sulla mostra: 055 2037122booking@istitutodeglinnocenti.it

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