Una cucina che abbatte ogni barriera in un viaggio alla scoperta di culture diverse che si incontrano sul palato: tutto questo è Cuculia il ristorante gestito dallo chef Oliver Betancourt e da Roberta Del Prete. Tutto nasce dall’incontro tra Roberta e Oliver che insieme hanno realizzato il loro “sogno d’amore” e hanno portato qualcosa che mancava nel panorama fiorentino.
Nel 2012 in via dei Serragli 3/r nel cuore dell’Oltrarno nasce Cuculia un ristorante dal respiro internazionale che propone piatti di alta cucina contemporanea. Qui non troverete bistecca alla fiorentina o pappa al pomodoro perchè mangiare al Cuculia equivale a fare il giro del mondo stando comodamente seduti in un ristorante nel centro di Firenze.
Lo chef Oliver Betancourt è nato in Venezuela e ha imparato la cucina caraibica e sudamericana direttamente dalle donne della sua famiglia. Poi ha viaggiato e studiato le cucine di Francia, Corsica, Spagna dove ha lavorato alla “corte” di Pablo Felipe del ristorante Cháflan, a quella di Andrés Madrigal del ristorante El Olivo fino a diventare sous-chef di Sergi Arola a La Broche. Sempre in Spagna Oliver ha affinato anche tecniche di cucina thailandese e giapponese collaborando con chef provenienti dall’Oriente.
La sua cucina riunisce un bagaglio di conoscenze internazionali e la rivisitazione di piatti italiani. Oliver ama decontestualizzare gli alimenti e creare combinazioni ad hoc secondo il suo istinto e la sua esperienza. Per Oliver che sembra più un alchimista che solo uno chef, le materie prime diventano colori, il piatto una tavolozza dove imprimere un impulso creativo e un’esplosione di sapori.
La mia cucina è un’eterna evoluzione, io sono sempre alla ricerca di nuovi ingredienti e nuove ricette da sperimentare, mi piace giocare
Anche i nomi scritti sul menu evocano profumi e colori inaspettati che stupisce di trovare su un piatto nel cuore di Firenze: gazpacho di piselli con latte di cocco al cardamomo e crumble di avena, carpaccio di angus affumicato ripeno di caprino all’erba cipollina con insalata di finocchi, risotto all’aglio nero con gamberi marinati, sfere di ricotta con broccoli, olive taggiasche e pinoli, quaglia in salsa orientale con bietole al vapore, arancia e anacardi, filetto di manzo in crosta con salsa al tamarindo, tonno semiscottato con semi di sesamo, salsa di soya e sakè.
Roberta Del Prete è in sala per raccontare la storia dei piatti e guidare i clienti in un viaggio che non potranno mai dimenticare e che resterà nei loro ricordi come un’esperienza unica.
Ecco la loro storia
Ciao ragazzi com’è cominciata questa avventura?
Roberta Del Prete: Ci siamo conosciuti tra la fine del 2009 e l’inizio del 2010 proprio all’interno del Cuculia dove entrambi lavoravamo. Io ero organizzatrice e Oliver era venuto a fare una sostituzione di due settimane per un cuoco. Mi capitò tra le mani il suo curriculum che era di livello molto alto e sofisticato per il profilo che cercavamo, è stata quasi una casualità il fatto che l’abbiamo chiamato. All’epoca il Cuculia non era un ristorante, era più una libreria. Così Oliver venne a darci una mano e mi resi conto che con lui potevamo veramente ampliare la cucina. In quelle due settimane ci siamo innamorati e nei mesi successivi abbiamo continuato a lavorare insieme e abbiamo deciso di sposarci.
Insomma un colpo di fulmine in piena regola!
Roberta Del Prete: Poi abbiamo deciso di rilevare l’attività e unire quello che piace a entrambi. A me piace il racconto, vedere l’arte e la bellezza in ogni cosa. Io vengo dal teatro e ho scoperto nella cucina un modo alternativo di fare arte, un qualcosa che prima di conoscere Oliver non sapevo. Oliver invece è un maestro sia della cucina che dell’impiattamento, degli accostamenti. Mi ha colpito la possibilità di poter mettere in pratica quello che avevo studiato all’Università e quello che avevo imparato nella mia carriera di attrice, poter raccontare cosa avviene in cucina e poi nel piatto alle persone. Raramente si racconta il lavoro dello chef che resta sempre un po’ misterioso.
Oliver come potresti definire la tua cucina?
Oliver: È una cucina ‘fusion’ nel senso che combina sapori e ingredienti di due o tre paesi diversi. Io cerco di riprodurre la cucina venezuelana usando prodotti italiani e allo stesso tempo gioco con la cucina italiana rivisitandola con i miei sapori. La parola giusta per definirla è un viaggio in cui si raccontano tanti paesi e tanti prodotti. Questo è il risultato della contaminazione di tutte le esperienze lavorative che ho fatto. Metto qualcosa che viene da ogni parte dove sono stato.
Qual è il tuo cavallo da battaglia?
Oliver: Sicuramente il Roll di avocado con polpo marinato al ceviche su salsa all’arancia, è sempre nel menu perchè è un piatto che piace tantissimo ai nostri clienti. Me lo cucinava mia nonna in Venezuela, io l’ho rivisitato a modo mio usando l’arancia che dà freschezza al piatto.
Invece un piatto italiano o toscano che ti piace?
Oliver: Sicuramente il fegatino e la pasta alla carbonara. La carbonara era uno dei miei piatti preferiti anche in Venezuela ma mangiarla in Italia è tutta un’altra cosa. Il fegatino me lo cucinava spesso anche mia nonna, quando sono arrivato in Toscana ho scoperto che qui si mangia su una fetta di pane. Sto pensando per i prossimi aperitivi di fare un fegatino all’interno del pane carrasau, con una sferificazione di un passito di Pantelleria. Quando si andrà a morderlo si sprigioneranno tutti questi sapori dolciastri insieme alla croccantezza del pane tipico sardo. La mia cucina è un’eterna evoluzione, io sono sempre alla ricerca di nuovi ingredienti e nuove ricette da sperimentare, mi piace giocare.