Dai rifiuti organici è possibile produrre energia rinnovabile: un perfetto esempio di economia circolare. È quanto sostengono i ricercatori del progetto ‘Bio2energy’, realizzato dal dipartimento di ingegneria industriale dell’Università di Firenze, dal Pin di Prato e dal Cnr Iccom, finanziato dalla Regione Toscana con tre milioni e coordinato da Sea Risorse in collaborazione con Alia e Cavalzani Inox.
Un’idea che è partita da Viareggio ma che può essere estesa in tutta la Toscana: nel dettaglio si tratta di un modello per il trattamento dei rifiuti in grado di produrre biometano e bioidrogeno dalla sinergia tra materiale organico (proveniente dalla raccolta differenziata) e fanghi di depurazione (provenienti da impianti di depurazione dell’acqua), attraverso un processo che si definisce di codigestione anaerobica: in assenza di ossigeno si ottiene la degradazione del materiale organico e la produzione di biogas. I residui di questo processo, hanno spiegato i ricercatori, possono essere utilizzati come fertilizzanti naturali per l’agricoltura.
Tra i risultati di ‘Bio2energy’ la riduzione dei costi sia in termini economici che ambientali, l’inserimento del digestato sul mercato dei fertilizzanti quale fonte di nutriente, l’ottimizzazione del recupero energetico e efficientamento energetico dell’impianto di codigestione e depurazione.
Il vicepresidente della Regione Monica Barni ha sottolineato il valore di unire “ricerca pubblica con quella privata” con l’obiettivo di “rispondere a problematiche che sono fondamentali per la nostra società. ‘Bio2energy’ è stato il frutto di un accordo importante e complesso tra Regione, Mise e Miur”.
Soddisfatta l‘assessore all’Ambiente della Regione Federica Fratoni secondo cui “il progetto costituisce una svolta non solo per le esigenze del mondo dei rifiuti ma anche per quelle dei gestori del servizio idrico integrato. ‘Bio2energy’ ha tanti aspetti di valore, la Regione con gioia ha offerto il proprio contributo”.
Per Giovanni Ferrara, direttore scientifico del progetto, “l’obiettivo è creare una risorsa dove c’è un problema”. Entusiasmo da parte dei partner: il project manager di Sea Risorse Caterina Susini ha parlato della possibilità di estendere l’idea in tutta la regione, dal momento che “la potenzialità in Toscana è molto alta, gli spazi ci sono”, l’amministratore delegato di Alia Alessia Scappini ha affermato che con questo progetto si crea “una sinergia unica”.