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© Marta Mancini

Storie /

Da rifugiato politico a imprenditore agricolo: la storia di Francois Desirè Bazie

Abbiamo conosciuto il titolare di Incandia Bio che produce vino e non solo: a Massa ha avviato la coltivazione della moringa, una pianta che in Africa viene definita “miracolosa”

Nella Toscana dei grandi rossi, celebre in tutto il mondo per i suoi vini coltivati tra dolci e soleggiati vigneti, spicca il Candia dei Colli Apuani Doc, espressione della cosiddetta viticoltura eroica.

In provincia di Massa Carrara, tra pendii scoscesi e terreni difficili da raggiungere, lavora Francois Desirè Bazie. Originario del Burkina Faso, ha fondato qui la sua azienda agricola biologica “Incandia Bio” nella quale produce Vermentino e Rosso Candia DOC.

L’arrivo in Toscana

Certo la sua storia inizia alla sprovvista. Arrivato in Italia per un viaggio di piacere, si sposta in Germania ospite di alcuni amici per poi scoprire di non poter più far ritorno in patria a causa dell’instabilità del suo paese.

Sono tornato in Italia per richiedere asilo politico – ci spiega l’imprenditore –. Dopo un po’ ho deciso di trasferirmi nel Candia. Siamo partiti dalla vigna di Ficola, una vigna antica ma completamente da recuperare situata tra le Cave di Marmo di Carrara e il mar Mediterraneo.

Ho scelto la Toscana perché un’amica mi ha chiesto di darle una mano. Mentre tornavo a casa in treno, avevo già deciso di venire a vivere qui con tutta la famiglia”.

Come nasce l’azienda

L’azienda vitivinicola è nata nel 2015 – continua Francois – e l’anno successivo è uscita la prima bottiglia di vino rosso e ho deciso di chiamarlo Fortuito. Grazie al Bando Giovani, la misura per giovani aspiranti agricoltori della Regione Toscana, alla fine del 2019 abbiamo potuto realizzare la cantina”.

Vino, moringa e altri prodotti dall’Africa

Francois Desirè Bazie mostra il suo orto alla vicepresidente Stefania Saccardi – © Marta Mancini

Ma non c’è solo vino. Ha iniziato la coltivazione della moringa, una pianta, diffusa nelle aree tropicali ed equatoriali del pianeta, dalle proprietà antibiotiche e antinfiammatorie. Un vero superfood ricco di elementi preziosi per l’intero organismo.

Abbiamo anche deciso di portare delle piantine e semi dall’Africa e abbiamo iniziato qui in Toscana la produzione della moringa (che ha vinto il premio Oscar Green del 2019 ), delle melanzane africane, delle arachidi, dell’okra. Sono tutti prodotti che piacciono molto alla clientela italiana”.

Un vigneto toscano in Burkina Faso

È relativamente poco che sono in Italia – racconta il titolare di Incandia Bio –, eppure mi sento un imprenditore italiano al 100%, con tutti i miei sogni e le difficoltà del mestiere. Fare i conti con la viticoltura eroica non è facile, ma il risultato ripaga l’impegno”.

Da qualche anno, inoltre, porta in Burkina Faso i suoi vini, dove fa attività di promozione facendo conoscere le etichette made in Italy. Sempre lì sta piantando, e sta insegnando a farlo a tanti giovani suoi connazionali, le prime barbatelle di Sangiovese, Vermentino toscano e Massaretta, ma anche Cabernet e Merlot.

La cantina di Incandia Bio (Massa) – © Marta Mancini

Il suo obiettivo è quello di produrre vini africani con vitigni autoctoni toscani nella campagna di Bagre, nella provincia di Boulgou, creando i presupposti per un’alternativa solida al fenomeno delle migrazioni che sta svuotando il Paese.

I dieci ettari di terreni dove sta piantando le viti, e in seconda battuta ortaggi, sono stati messi a disposizione dal Governo del Burkina Faso nell’ambito di un progetto per la sicurezza alimentare. “Ho portato dall’Italia le barbatelle che sto piantando insieme a un gruppo di giovani che partecipano al progetto – conclude –, giovani che stanno dimostrando dedizione e che oggi riescono a intravedere una prospettiva per restare. Costruiremo una cantina e produrremo qui il primo vino con vitigni toscani per il mercato africano”.

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