Un aiuto per i lavoratori che soffrono di mal di schiena a sedersi correttamente arriva dall’Intelligenza Artificiale. I ricercatori dell’Università di Pisa infatti hanno messo a punto un sistema basato sull’AI che corregge in tempo reale le cattive posture che si possono assumere sul luogo di lavoro,per esempio sedendosi in modo non corretto alla scrivania o al banco di lavoro. Come? Utilizzando lo smartwatch e rispettando anche la privacy.
Un lavoratore su quattro soffre di mal di schiena
“L’affaticamento e la ripetitività di svariate mansioni lavorative portano spesso gli operatori ad assumere posture incongrue perché magari sono momentaneamente percepite come comode — spiega Francesco Pistolesi, ricercatore presso il Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione e coordinatore della ricerca — questo però, a medio e lungo termine, provoca uno stress dell’apparato muscolo-scheletrico; le statistiche ci dicono che, in tutto il mondo, oltre un lavoratore su quattro soffre di mal di schiena, con conseguenti sofferenze e perdita di oltre 264 milioni di giorni lavorativi ogni anno”.
Il dispositivo dell’Ateneo pisano, messo a punto da Pistolesi insieme a Michele Baldassini e Beatrice Lazzerini, è stato testato coinvolgendo operatori durante l’esecuzione di varie mansioni standardizzate, come l’avvitatura, la saldatura e l’assemblaggio. Il sistema è costituito da un’unità basata su intelligenza artificiale che riceve continuativamente dati da uno smartwatch e un sensore LiDA, una tecnologia avanzata che usa impulsi laser per misurare distanze e creare mappe dell’ambiente. Durante i test, il sistema ha monitorato le posizioni di braccio, spalla, tronco e gambe, acquisendo dati che non sono in grado di rivelare informazioni sensibili del lavoratore.
L’AI raccomanda le posture giuste e mantiene la privacy
L’intelligenza artificiale ha identificato le posture con una precisione superiore in media al 98%, rilevando inoltre gli scostamenti dalle posizioni degli arti raccomandate dalla normativa UNI ISO 11226, che fornisce raccomandazioni sulle giuste posture da tenere che derivano da studi sul campo sul carico muscoloscheletrico, sul disagio o dolore provato e sulla resistenza e fatica associati alle diverse posture.
“Il nuovo paradigma dell’Industria 5.0 usa l’intelligenza artificiale mettendo al centro l’essere umano — sottolinea Pistolesi — la tecnologia non ci sostituisce, ma ci aiuta. Si tratta in altre parole di pensare a dispositivi, come quello che abbiamo ideato, che mettano in primo piano il benessere e diritti di lavoratrici e lavoratori, in particolare la privacy, che le tecnologie basate sull’analisi video possono mettere a rischio. Si pensi per esempio ad attacchi informatici che si impadroniscono di immagini di parti del corpo sensibili dei lavoratori, usate per rilevare la postura. I dati registrati dal nostro sistema, invece, anche se trafugati, non possono ricondurre ad alcuna informazione che violi la riservatezza dei dipendenti di un’azienda.”