Spazi per bambini nei centri raccolta sangue, un linguaggio inclusivo, riconoscere le differenze fisiologiche nella donazione, niente commenti sessisti. Sono alcuni dei consigli per evitare discriminazioni e promuovere associazione realmente inclusive quelli contenuti nella proposta di “Manifesto sulla Parità di Genere nel Terzo Settore Toscano”, lanciato da Avis Toscana durante la sua assemblea organizzativa che si è svolta nello scorso fine settimana a Chianciano Terme.
Il 54% dei giovani donatori è donna
La proposta di manifesto, illustrata dalla presidente di Avis Toscana Claudia Firenze insieme a Elena Pampana del Forum Terzo Settore della Toscana e Marco Mini di Cesvot, nasce dalla volontà di superare stereotipi e disuguaglianze ancora presenti nella società e nelle organizzazioni del Terzo Settore.
“In Avis Toscana – ha detto la presidente Claudia Firenze – crediamo fermamente che la diversità di genere sia una ricchezza e che un’associazione come la nostra debba farsi promotrice di un cambiamento culturale, anche nel terzo settore: il mondo del volontariato per esempio è animato da tantissime donne ma raramente occupano posti al vertice. Il Manifesto sulla Parità di Genere è uno strumento per sensibilizzare e mettere in atto azioni concrete che favoriscano un ambiente realmente inclusivo e rispettoso delle differenze”.
Un aspetto particolarmente rilevante emerso durante l’assemblea riguarda il ruolo delle donne nella donazione di sangue e plasma. I dati aggiornati al 2024 evidenziano che la componente femminile è maggioritaria tra i giovani donatori: il 54% dei soci donatori Avis Toscana nella fascia 18-25 anni è composto da donne. Su un totale di 68.312 donatori attivi, 7.383 sono nuovi iscritti, confermando un forte contributo delle giovani generazioni, soprattutto femminili.
I consigli per superare le disguaglianze e gli stereotipi
Tra i principi fondanti del manifesto di Avis Toscana si evidenziano sette consigli. Prima di tutto evitare commenti sessisti ed eliminare riferimenti inappropriati all’aspetto fisico, all’età o al ciclo mestruale, per garantire un ambiente rispettoso per tutti. Poi utilizzare nome, cognome e ruolo per entrambe le parti, per superare il cosiddetto “cuginismo”, ovvero la tendenza a presentare gli uomini con titoli e qualifiche e le donne solo con il nome di battesimo.
È consigliato anche usare il femminile per le professioni, per riconoscere e valorizzare il ruolo delle donne attraverso un linguaggio inclusivo, garantendo pari dignità nell’ambito lavorativo e associativo, e garantire una rappresentanza equilibrata, assicurandosi che nei convegni e nelle tavole rotonde sia rappresentata adeguatamente ogni identità di genere, con un equilibrio minimo di almeno 1/3 – 2/3.
Il manifesto consiglia anche di considerare il criterio di genere nelle nomine, ovvero oltre ai criteri classici di competenza e territorialità, introdurre un’attenzione specifica alla rappresentanza di genere nelle decisioni dirigenziali, e riconoscere le differenze fisiologiche nella donazione di sangue, promuovendo soluzioni mirate alle esigenze delle donatrici, come spazi per bambini nei centri di raccolta, priorità di prenotazione per donne con figli e campagne di sensibilizzazione dedicate.
Infine è necessario evitare pregiudizi sulla competenza, ovvero combattere la percezione per cui la competenza di un uomo è data per scontata, mentre una donna deve sempre dimostrare la propria preparazione.
“Avis Toscana si impegna a creare condizioni che agevolino la donazione per tutti e tutte – ha aggiunto Firenze – la medicina di genere ci dimostra che uomini e donne hanno caratteristiche fisiologiche diverse anche rispetto alla donazione. Per questo stiamo riflettendo su soluzioni dedicate, come spazi attrezzati nei centri di raccolta e campagne di promozione mirate”.