Terzo giorno di Earth Technology Expo alla Fortezza da Basso di Firenze, la fiera che fa incontrare mondo della ricerca e istituzioni pubbliche con l’intento di anticipare grazie all’innovazione le trasformazioni di domani, con il principale obiettivo di tutelare il nostro pianeta.
Focus di oggi le emergenze climatiche. Al panel sulla “Gestione delle emergenze e dei rischi naturali” dedicato al confronto tra esperti e tecnici delle protezioni civili dei Paesi euro-mediterranei, un coordinatore d’eccezione, il capo dipartimento della Protezione Civile Fabrizio Curcio : “Per la Protezione civile l’innovazione tecnologica è fondamentale perché si inserisce in un processo di conoscenza del territorio, di approfondimento della conoscenza dei rischi già noti: parliamo del rischio sismico, idrogeologico, e le nuove sfide con gli effetti del cambiamento climatico sulle nostre comunità“.
La Protezione Civile è indubbiamente un fiore all’occhiello per l’Italia, un vanto e un porto sicuro. Ma l’appello a non adagiarsi arriva proprio da Curcio: “Siamo orgogliosi – ha detto delle performance del nostri sistema di protezione civile ma dobbiamo lavorare per aumentare la resilienza di cittadini”. Cittadini più consapevoli sono cittadini più sicuri . Di qui anche l’importanza della prevenzione: “Dobbiamo affrontare i problemi quando si verificano, ma l’obiettivo è fare prevenzione ovvero capire come muoverci prima, e forse cambiare un po’ gli stili di vita e mi riferisco a come ci comportiamo nel quotidiano, alla cura del territorio che mettiamo nelle cose che facciamo quotidianamente”. “Da questo punto di vista – ha aggiunto il capo dipartimento della Protezione civile – bisogna spingere molto sulla comunicazione e sui buoni comportamenti in emergenza” .
Curcio ha poi ricordato la settimana nazionale della Protezione civile, in particolare della campagna “Io non rischio” che il prossimo 15 e 16 ottobre porterà nelle piazze italiane tanti volontari per far conoscere le buone pratiche di protezione civile e così accrescere la consapevolezza collettiva sui rischi che il cambiamento climatico porta con sé.
“Ci attende un inverno particolare con piogge importanti e incendi boschivi in contemporanea
La Toscana tra alluvioni e siccità
Solo negli ultimi due mesi il presidente della Regione Toscana ha decretato lo stato d’emergenza ben quattro volte per eventi molto diversi tra loro : dalla siccità al vento, alle repentine e potenti bombe d’acqua . “Finora abbiamo concepito la Protezione Civile come una opportunità occasionale nel momento di emergenze che capitano una tantum, come calamità: ma sempre più diventa un servizio, e quindi un settore di intervento ordinario a livello nazionale come a livello regionale“, ha infatti affermato Eugenio Giani. “Le calamità sono ormai così frequenti – ha aggiunto – che serve un maggior investimento, più risorse sulla Protezione civile da parte dello Stato”.
Fabrizio Curcio: “La Toscana è una terra splendida con con un grosso problema di siccità, uno legato agli eventi meteorologici e un’area sismica importante”
“La Toscana è una terra splendida che però ha in sé tutti i rischi con i quali noi ci confrontiamo a livello nazionale: c’è un problema legato alla siccità, uno legato agli eventi metereologici, e abbiamo un area sismica certamente importante. La Toscana rappresenta quindi una Regione-tipo, racchiude tutte le bellezze e tutte le fragilità del nostro Paese perché anche qui si dovranno vincere sfide classiche e future sul tema dei cambiamenti climatici che in alcuni casi apre nuove frontiere, in altri non fa altro che estremizzare eventi meteorologici già noti e già conosciuti, come l’effetto delle piogge intense o delle frane “, il commento di Curcio.
Cosa ci dovremo aspettare nei prossimi mesi?
Non rincuorano ma sono realistiche le previsioni del Capo dipartimento della Protezione Civile: “Gli effetti dei cambiamenti climatici li abbiamo già visti in queste prime settimane dell’autunno. Sarà un inverno particolare: quantitativi di piogge importanti cadute su aree del territorio altrettanto importanti, e in contemporanea incendi boschivi. Mentre da una parte c’erano le alluvioni nelle Marche dall’altra parte continuavamo a spegnere gli incendi nel Sud d’Italia”
La soluzione? Una bacchetta magica non c’è, ma è fondamentale lavorare sul monitoraggio territoriale e sul coordinamento, parallelamente, come già detto, aumentare la consapevolezza della cittadinanza.