Nonostante l’emergenza sanitaria, con l’economia bloccata e condizionata dalle restrizioni, le erogazioni liberali in cultura non si sono mai fermate, anzi. Una tendenza tra i mecenati che è stata messa in luce nel convegno sull’art bonus organizzato alle Gallerie degli Uffizi di Firenze che è servito a fare il punto sulla misura – introdotta a livello nazionale nel 2014 – la cui finalità è quella di realizzare un regime fiscale agevolato per le donazioni.
L’Art Bonus prevede infatti un credito di imposta pari al 65% dell’importo a chi effettua erogazioni liberali a sostegno del patrimonio culturale pubblico. Uno strumento che in Toscana è affiancato e rafforzato da una analoga legge regionale a partire dal 2017. Al convegno hanno partecipato il direttore degli Uffizi Eike Schmidt, Giorgia Muratori, dirigente del Segretariato regionale Mic per la Toscana, Carolina Botti, direttrice e Referente ArtBonus per il Mic, Elena Pianea, direttrice beni, istituzioni, attività culturali e sport della Regione Toscana. E poi Matteo Biffoni, sindaco di Prato e presidente Anci Toscana, il sindaco di Firenze Dario Nardella, Tommaso Sacchi, neo assessore alla Cultura del Comune di Milano, il presidente della Camera di commercio di Firenze Leonardo Bassilichi. Un incontro che è servito a fare il punto sugli interventi, ma soprattutto a rilanciare la misura.
La legge toscana sul mecenatismo culturale
La Toscana con la legge regionale numero 18 del 2017 ha introdotto agevolazioni fiscali, attraverso un credito di imposta sull’IRAP, per imprese professionisti e fondazioni con sede in regione che contribuiscono con una erogazione liberale alla valorizzazione del patrimonio culturale e paesaggistico. L’agevolazione regionale è cumulabile poi con l’art bonus nazionale. Nel dettaglio, l’agevolazione è pari al 40% dell’importo erogato per progetti localizzati in Toscana presentati da soggetti pubblici o privati senza fini di lucro o enti ecclesiastici e, se cumulata con quella nazionale, è pari al 20% dell’importo erogato attraverso il portale nazionale art bonus.
Guardando ai numeri, le erogazioni liberali da parte dei mecenati hanno sempre fatto registrare una crescita dal 2017 al 2020, “in controtendenza rispetto all’andamento economico condizionato dalla pandemia”, ha spiegato la direttrice attività culturali della Regione, Elena Pianea: 3milioni nel 2020 contro i circa 2 milioni del 2019. Il totale agevolazioni concesse nel 2020 è stato di 555mila euro. Il sito è artbonus.toscana.it
Una opportunità per i territori da promuovere e valorizzare. “Anci Toscana è pronta a fare la sua parte, perché finalmente abbiamo una legge lungimirante che funziona – ha detto il presidente di Anci Toscana e sindaco di Prato Matteo Biffoni – Dobbiamo far capire a soggetti privati, alle imprese, ai cittadini che aderire all’Art Bonus non significa solo mecenatismo fine a se stesso, per la gloria o per gli sgravi: valorizzare e diffondere la cultura è un volano potentissimo per incrementare la crescita e il progresso dei territori”. Un appello ai sindaci “ad essere operativi, organizzando magari insieme alla Regione eventi sui territori, coinvolgendo anche i soggetti privati, in particolare le imprese, che hanno già utilizzato questo strumento e che possono testimoniare le loro positive esperienze. E penso anche ad una interlocuzione con i commercialisti, che potrebbero parlare di questa opportunità ai loro clienti”.
Per il fronte imprese è intervenuto Leonardo Bassilichi, presidente della Camera di Commercio di Firenze. “Il mecenatismo culturale rientra a pieno nella responsabilità sociale ed etica dell’impresa – ha detto – vogliamo fare squadra insieme alle altre istituzioni e all’ordine dei commercialisti per riuscire ad aumentare la partecipazione delle imprese allo strumento dell’art bonus”.
L’appello degli Uffizi: “Basta offerte per la Venere di Botticelli, pensate a Boboli”
Nel corso dell’incontro, è arrivato anche l’appello degli Uffizi: “Tutti i beni culturali, ed ovviamente anche le Gallerie degli Uffizi hanno bisogno dell’Art Bonus – ha detto il direttore delle Gallerie Eike Schmid – Devo dire che volta al mese ho offerte di fondi per restaurare la Venere di Botticelli, ma vorrei rassicurare tutti: lei sta benissimo, è in perfetta salute e al momento non necessita di alcun restauro. Accettiamo volentieri invece contributi per le statue del Giardino di Boboli, attaccate dalle intemperie, e gli autoritratti in passato accolti all’interno del Corridoio Vasariano, in particolare quelli ospitati nel tratto sovrastante il Ponte Vecchio, che per lunghi anni hanno gravemente sofferto l’assenza di climatizzazione. Inoltre stiamo portando avanti una grande campagna di catalogazione di fotografie ottocentesche della nostra collezione (il nostro archivio fotografico è uno dei più importanti di epoca regia), ed anche su questo fronte riceveremmo molto volentieri un aiuto da parte di volenterosi donatori“.
Il caso Firenze: in 10 anni Firenze ha attratto oltre 16 milioni di euro di risorse da privati
Tra il 2010 ed il 2021, le risorse private attratte nella conservazione del patrimonio monumentale fiorentino sono ammontate a circa 16,5 milioni di euro di cui quasi 9 milioni grazie ai benefici fiscali della legge sull’art bonus. Lo ha detto il sindaco Dario Nardella che ha ricordato anche tutti i lavori realizzati: il recupero tra i quali gli scavi del Teatro romano sotto Palazzo Vecchio, il restauro della sala degli Elementi sempre a Palazzo Vecchio, la valorizzazione della basilica della Santissima Annunziata, il recupero della Fontana del Nettuno in piazza della Signoria, le nuove balaustre di Piazzale Michelangelo, il restauro delle rampe del Poggi. Nel 2020 il Servizio Belle Arti, in piena crisi pandemica, ha ricevuto erogazioni per 856.886. Nel dettaglio, l’Art bonus ha raggiunto quota 8.799.865, le sponsorizzazioni oltre 2,7 milioni, le erogazioni liberali oltre 2 milioni e le concessioni pubblicitarie 2,3 milioni.
“L’Art bonus – ha detto il sindaco Nardella – è uno strumento molto utile ed efficace che ha dimostrato di operare molto bene in tutta Italia. Dopo la pandemia è quanto mai indispensabile investire nei nostri beni culturali. Mi piacerebbe che più cittadini avessero conoscenza di questa possibilità e che provassero ad usarlo per prendersi cura di un bene che hanno a cuore, in una sorta magari di azionariato diffuso”.