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Covid, risultati incoraggianti da una terapia pratese. La conferma anche da Fauci

Ideata dal professor Fabrizio Cantini, direttore di Reumatologia dell’ospedale di Prato, si basa sugli effetti di un farmaco utilizzato per l’artrite reumatoide: i 12 pazienti trattati sono tutti guariti evitando la terapia intensiva

ospedale Santo Stefano di Prato

Nella battaglia contro il Covid-19 un importante contributo arriva dall’ospedale Santo Stefano di Prato che ha testato, valutandone l’efficacia, una nuova terapia su pazienti con polmonite da Coronavirus.

Si tratta di un primo studio preliminare (approvato dal Comitato Etico) che è stato condotto dal professor Fabrizio Cantini, direttore della struttura complessa di Reumatologia dell’ospedale di Prato, insieme ad un equipe di medici dell’area medica e di malattie infettive del nosocomio pratese.

Lo studio di basa sull’utilizzo “off-label” di un farmaco solitamente utilizzato per l’artrite reumatoide, il baricitinib.

Fino all’aprile scorso non c’erano farmaci anti-virali specifici per contrastare il Covid-19 e quelli fino ad allora impiegati non avevano dato risultati incoraggianti. I 12 pazienti trattati all’ospedale di Prato con baricitinib hanno risposto molto bene alla terapia, migliorando costantemente fino alla guarigione. Nessuno di loro è stato trasferito in terapia intensiva. Ed è proprio questo l’obiettivo della terapia ideata dal professor Cantini: impedire l’aggravamento della polmonite e il trasferimento dei pazienti in terapia intensiva.

L’obiettivo della terapia del professor Cantini cerca di impedire che le polmoniti da Covid si aggravino al punto da necessitare di terapia intensiva. A Prato i 12 pazienti trattati con baricitinib sono migliorati fino alla guarigione

Risultati indubbiamente incoraggianti, una terapia che, in attesa di un vaccino, potrebbe fare la differenza soprattutto alla luce dell’esponenziale aumento di ospedalizzazioni cui stiamo assistendo: ieri i ricoveranti in Toscana erano 923, trentaquattro in più rispetto al giorno precedente, di questi 119 in terapia intensiva (nove in più).

Come funziona il baricitinib

Come è noto il Covig-19 è un virus subdolo che colpisce le vie respiratorie causando gravi polmoniti, a volte fatali, e lo fa stimolando le cellule del sistema immunitario a produrre una grande quantità di sostanze ad azione infiammatoria, le cosiddette citochine, responsabili della evoluzione drammatica della patologia (tempesta citochinica). I medici del Santo Stefano si sono concentrati sull’individuare una terapia che agisse sulla riproduzione del virus e sulla sua capacità di liberare le citochine pro-infiammatorie. Di qui l’intuizione del baricitinib che ha una duplice azione: impedisce la liberazione delle citochine e blocca l’ingresso del virus nelle cellule polmonari.

I risultati ottenuti

Oltre ai 12 pazienti in cura del professor Cantini, il baricitinib è stato esteso ad altri ospedali dell’Azienda Sanitaria, San Jacopo di Pistoia e Santa Maria Nuova di Firenze e gli ospedali di Alessandria, Fano, Pesaro e Ariano Irpino , che avevano utilizzato il baricitinib in casistiche analoghe.

La terapia con baricitinib è stata somministrata a 113 pazienti per due settimane consecutive: 88 sono stati dimessi con guarigione, 24 hanno mostrato miglioramenti e sono stati dimessi successivamente. Solo per un paziente è stato necessario il ricorso in terapia intensiva, dalla quale è stato trasferito dopo due giorni nella normale degenza ed è stato dimesso dopo altri 10 giorni di terapia. Ma soprattutto: non ci sono stati decessi.

Il riscontro internazionale

Il professor Cantini, nella fase di ideazione e di predisposizione del protocollo di studio si è confrontato con la professoressa Delia Goletti dell’Istituto Spallanzani di Roma e con il professor Anthony Fauci del National Institute of Allergy and Infectious Diseases.

Fauci, prendendo come punto di partenza l’indagine dell’ospedale di Prato, ha trattato 1033 pazienti con polmonite da coronavirus somministrando loro baricitinib in associazione a remdesivir (unico farmaco antivirale che ha dimostrato una qualche efficacia nella polmonite da coronavirus) e ha constato l’efficacia del farmaco confrontando questo gruppo di pazienti con un altro che assumevano il solo remdesivir.

I risultati ottenuti dall’immunologo della task force della Casa Bianca hanno confermato quelli di Cantini: la terapia con baricitinib ha permesso di accorciare i tempi di guarigione.

“Resta la soddisfazione, che questo importante approccio terapeutico sia stato di grande aiuto per i pazienti – ha commentato Cantini– e che l’Azienda USL Toscana centro e l’ospedale di Prato siano stati precursori di una terapia che ha dato risultati tali da generare orgoglio e prestigio”

L’attenzione verso la terapia ideata dal Santo Stefano è alta, tanto che il suo studio è stato pubblicato anche sulla prestigiosa rivista scientifica, Jornal of Infection.

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