Sarà prorogato di 30 giorni il divieto di spostamento tra regioni, che scade il 25 febbraio. Si tratta del primo provvedimento sulla crisi pandemica del governo Draghi. La nuova “dead line” dello stop alla mobilità anche tra zone gialle, sulla quale c’è il consenso dei governatori, slitterebbe così al 27 marzo. “Una soluzione che ci trova d’accordo, anche perché stiamo andando verso un periodo primaverile, quindi il fine settimana vediamo che si creano addensamenti che sono eccessivi in certe località di mare, così come in città storiche” ha detto Eugenio Giani, presidente della Regione Toscana, intervenendo a Studio24 su Rainews24. “Quindi il fatto di limitarli almeno in una dimensione infraregionale va bene”. In merito invece all’ipotesi di piccole zone rosse territoriali, “quando vi sono regioni grandi come la mia che ha 10 province – ha spiegato Giani – mi sono trovato in certi momenti ad avere 200 contagi a Firenze e meno di 10 a Grosseto, quindi probabilmente anche un’articolazione più diffusa per province può essere una buona idea. Comunque questa è una cosa che valuteremo direttamente nei prossimi giorni”.
Il “mercato” dei vaccini
“Il vero salto di qualità che mi aspetto dal governo Draghi? Che con la sua autorevolezza possa parlare in Europa e faccia arrivare vaccini”
“Ho 310 luoghi su 273 comuni della Toscana assolutamente disponibili” per la vaccinazione anti-Covid, e ci sono anche medici e infermieri, ma “il problema è il numero dei vaccini” ha detto Giani. “È il vero salto di qualità che io mi aspetto dal governo Draghi, che con la sua autorevolezza possa parlare in Europa e faccia arrivare vaccini”, ha aggiunto. Per Giani è “abbastanza frustrante andare, come ho fatto io in questi giorni, nei vari luoghi in cui somministriamo e sentirmi dire dai medici ‘noi oggi ne somministriamo mille, ma con i medici e gli infermieri che abbiamo qui, con l’organizzazione che ci siamo dati, potremmo somministrarne anche quattromila al giorno’…”. Inoltre, per il governatore toscano, quello dei vaccini “è un mercato che conviene poter strutturare all’interno del nostro Paese, perché ne avremo bisogno, ed è un mercato anche per le nostre imprese farmaceutiche”.