“Siamo un grande paese. Ce l’abbiamo fatta allora e ce la faremo anche adesso”. Il premier Giuseppe Conte si affaccia sui televisori e sui monitor degli italiani all’ora di pranzo della domanica. Quella in cui è appena scattata l’ora solare, quella dell’ora in più di sonno. Lo fa per spiegare il decreto ministeriale varato nella notte che prevede l’introduzioni di nuove restrizioni per contenere la diffusione del coronavirus. È il terzo dpcm in altrettante settimane. Ma stavolta si fa sul serio. Di fatto questo testo sancisce una sorta di “mini-lockdown”.
Cosa cambia
Le novità più rilevanti riguardano la ristorazione, la scuola e la cultura. Ristoranti, bar e pasticceria chiuderanno alle 18; stop a cinema, teatri e congressi; si fermano palestre, piscine, sale giochi, casinò, feste dopo matrimoni e comunioni; la didattica a distanza per scuole secondarie di secondo grado (almeno al 75% delle proprie attività).
Cosa (non) cambia
L’opposizione delle Regioni ha ottenuto solo piccole consguenze, scongiurando di fatto la chiusura festiva dei locali (resta però il limite delle ore 18) e il coprifuoco serale diffuso. Non sono rientrati nel nuovo dpcm il divieto di spostamento tra le regioni e la raccomandazione a non spostarsi al di fuori del proprio comune di residenza. Il decreto, però, raccomanda “fortemente” a tutte le persone fisiche “di non spostarsi, con mezzi di trasporto pubblici o privati, salvo che per esigenze lavorative, di studio, per motivi di salute”.
Provvedimenti validi per un mese
Questo nuovo pacchetto di misure entra in vigore da oggi, lunedì 26 ottobre, e resterà valido almeno fino al prossimo 24 novembre. Si ferma quindi tutto ciò che è tempo libero e divertimento, si salvano (parzialmente) lavoro e scuola. Il settore della ristorazione e della cultura (restano aperti i musei) subiranno un duro colpo, mentre la scuola si sta attrezzando per raggiungere il 100% della didattica a distanza nelle scuole superiori. Conte fa capire che tutti questi provvedimenti, se rispettati, potrebbero evitare un nuovo lockdown. Insomma, l’obiettivo è trascorrere le festività natalizie senza ulteriori restrizioni.
Sostegni e indennizzi
“Gli indennizzi arriveranno presto e saranno superiori alla volta scorsa”
Durante la conferenza stampa il Presidente del Consiglio ha annunciato anche nuovi indennizzi per le categorie più colpite. “Non mi piace fare promesse, ma prendo un impegno a nome del governo” dice Conte spiegando le misure di compensazione. “Sono già pronti gli indennizzi per tutte le categorie che sono penalizzate dalle nuove norme”. Il provvedimento riguarderà circa 350 mila aziende e dovrebbe essere già domani (martedì 27 ottobre) in Gazzetta ufficiale. I soldi, assicura il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, arriveranno direttamente sul conto corrente con bonifico bancario dell’Agenzia delle entrate e potrebbero essere disponibili a metà novembre. “Stiamo lavorando affinché arrivino il più presto possibile. Sarà un indennizzo superiore a quello ricevuto la volta scorsa”. Il pacchetto prevede inoltre un credito d’imposta per gli affitti commerciali di ottobre e novembre, la cancellazione della seconda rata dell’Imu, un’indennità mensile una tantum ai lavoratori stagionali di turismo, spettacolo e intermittenti dello sport, la proroga della Cig e un’ulteriore mensilità del reddito di emergenza e misure di sostegno alla filiera agroalimentare.
Il nuovo decreto, in sintesi
Chiusure – Il dpcm conferma la chiusura dei ristoranti alle ore 18, resteranno aperti la domenica a pranzo. Insieme ai ristoranti, anche bar, gelaterie e pasticcerie chiuderanno alle 18 nei giorni feriali e la domenica. Stop a cinema, teatri, casinò, sale scommesse. Stop a palestre, piscine, centri benessere e centri termali. Sospese anche le feste dopo matrimoni e celebrazioni. Restano aperti i musei. Convegni e congressi si potranno tenere solo con modalità a distanza. Riguardo alle abitazioni private è fortemente raccomandato di non ricevere in casa persone diverse dai conviventi.
Scuola – La didattica a distanza alle superiori potrà arrivare, secondo quanto prevede il nuovo Dpcm in vigore da oggi, anche al 100% (obiettivo minimo 75%). Ieri i governatori avevano chiesto esplicitamente al governo di prevedere la facoltà di portare totalmente le lezioni a distanza. Ora la palla passa in mano alle autonomie scolastiche, saranno i presidi a decidere la quota di Dad: da questa cifra vanno salvaguardati gli alunni con disabilità e i Bes, ovvero i bisogni educativi speciali. Restano escluse dal provvedimento nidi e infanzia.
Spostamenti – La versione definitiva del Dpcm “raccomanda fortemente” di “non spostarsi, con mezzi di trasporto pubblici o privati, salvo che per esigenze lavorative, di studio, per motivi di salute, per situazioni di necessità, per svolgere attività o usufruire di servizi non sospesi”. Rispetto all’ultima bozza, tuttavia, salta la specifica secondo cui era raccomandato di non spostarsi “dal Comune di residenza, domicilio o abitazione”. Il punto, nel corso delle riunioni di ieri, era stato tra i più discussi anche perché nel governo circolava l’ipotesi del divieto di spostamenti tra le regioni. Divieto che, nel testo firmato da Conte, non viene introdotto.
Concorsi pubblici e privati – Si potranno ancora svolgere i concorsi pubblici e privati. Nel testo del Dpcm firmato dal premier Giuseppe Conte è infatti saltato il divieto di svolgimento previsto nella bozza. Alla lettera z dell’articolo 1 del testo circolato ieri, infatti, si afferma che “è sospeso lo svolgimento delle procedure concorsuali pubbliche e private e di quelle di abilitazione alla professione […] ad esclusione di quelle per il personale sanitario e della protezione civile […] fatte salve le procedure in corso”.