Analizzare le acque reflue per costruire un sistema regionale di carattere ambientale e sanitario in grado di anticipare l’evoluzione dell’epidemia di Covid-19. Lo prevede il progetto di allerta precoce nella lotta al Covid-19 approvato dalla Giunta regionale della Toscana, con un investimento finanziario di 100mila euro.
Monitorare la diffusione del virus
Si tratta, in particolare, di un progetto per il monitoraggio e la modellazione della presenza del virus Sars-CoV-2 nelle reti fognarie, per la definizione un sistema di allerta precoce dell’evoluzione dell’epidemia attraverso la modellazione della rete fognaria e l’individuazione di una serie di punti di monitoraggio su cui eseguire la ricerca del virus.
“È un progetto all’avanguardia, che può aiutarci a definire protocolli e metodiche per il prelievo, la conservazione e le analisi delle acque reflue, utile ad arginare la diffusione del virus e a fornire informazioni per le valutazioni epidemiologiche del caso – spiega l’assessore regionale alla salute Simone Bezzini – la Toscana ha già messo in atto un sistema diffuso e articolato di contrasto alla pandemia, anche spingendo al massimo lo screening tra la popolazione. Quest’ultimo progetto ci consente di estendere la sorveglianza, dandoci la possibilità di identificare eventuali nuovi focolai e monitorare in modo efficace la propagazione del virus, aiutandoci a prevenire la diffusione del contagio.”
Studi sulle acque reflue e l’epidemia di Covid-19
Recenti studi internazionali hanno confermato, infatti, la presenza di Sars-CoV-2 nelle acque reflue, da cui si deduce la possibilità analizzare queste acque anche per tracciare lo sviluppo della pandemia. Questi studi, pubblicati da vari gruppi di ricerca, hanno confermato la possibilità di correlare i quantitativi di Rna identificati con il numero di casi di Covid-19 della popolazione allacciata alla fognatura. Di conseguenza studi riguardanti l’“Epidemiologia basata sulle acque reflue” (in inglese Wastewater based epidemiology) sono stati utilizzati in vari Paesi al livello mondiale, per identificare in modo precoce lo sviluppo epidemico con conseguenti azioni di mitigazione.
Il progetto vede la partecipazione dell’Università di Pisa (Dipartimento di Biologia), dell’Università di Firenze (Dipartimenti di Ingegneria civile e ambientale, di Scienze biomediche sperimentali e cliniche, di Medicina sperimentale e clinica, di Scienze della Salute), e di Ingegnerie toscane come referente tecnico dei principali gestori del Servizio idrico integrato della Toscana.