Sono trascorsi circa 36 mesi. Per l’esattezza 1.084 giorni, cioè più di 26mila ore. Eppure, dopo un tempo che pareva estendersi e dilatarsi senza trovare fine, è di nuovo il momento di scendere in campo. Alle ore 15 in punto del 16 marzo 2022, dopo tre anni di stop forzato a causa della pandemia, sul campo dello stadio “Necchi-Balloni” di Forte dei Marmi sarà possibile udire il fischio d’inizio della 72esima edizione di questo prestigioso e longevo torneo di calcio giovanile. Ad affrontarsi saranno il Bologna, vincitore dell’ultima edizione disputata, e la squadra australiana Apia Leichhardt Tigers. “Questo è un torneo bellissimo” commenta Vincenzo Italiano, allenatore della Fiorentina.
La “storia” secondo Italiano
Il mister viola ha parlato di sé, della sua unica “e straordinaria” esperienza a Viareggio. Era il 1997. Lo ha fatto raccontandosi di fronte a due piccole grandi statue di Burlamacco, che poi sono due trofei della Coppa Carnevale, quelli vinti dalla Fiorentina nel 1966 e nel 1973. Sono stati donati dal Museo del Calcio di Coverciano alla società viola. Di fatto quelle coppe sono tornate a casa, dov’è giusto che siano conservate.
Migliore in campo
“Arrivai al Verona quando avevo diciotto anni” racconta Italiano. “Sarebbe stato il mio ultimo anno in Primavera, quindi domandai alla società se avremmo partecipato al torneo di Viareggio”. La risposta ovviamente fu immediata: sì, certo. Il Verona, dopo anni non proprio brillanti, aveva costruito una squadra di giovani che faceva ben sperare. “Ero felicissimo, perché fino a quel momento le partite della Coppa Carnevale le avevo viste solo in televisione” prosegue il mister. Italiano si ricorda benissimo anche il girone eliminatorio. Insieme al Verona c’erano la Lucchese (che vinse il girone e fu poi eliminata dall’Inter), il Milan e il Brøndby (squara danese). “L’ultima partita del girone la giocammo contro il Milan allo stadio Picchi di Livorno” ricorda Italiano. “Finì uno a uno, non passammo il turno. Però mi premiarono come miglior giocatore di quella partita. La targa che mi fu consegnata la conservo ancora gelosamente”.
Una questione d’identità
I trofei donati alla Fiorentina corrispondono alle prime due vittorie assolute alla Viareggio Cup. Ne sono seguite altre sei: 1974, 1978, 1979, 1982, 1988 e l’ultima nell’ormai lontano 1992. Con otto vittorie la squadra toscana è al terzo posto assoluto nell’albo d’oro della manifestazione, dietro a Milan e Juventus (9 trofei) e a pari-merito con l’Inter.
“Le coppe? Be’, le metteremo nel nostro museo, al Viola Park” assicura il dg viola Joe Barone. “Tornare in possesso di questi trofei significa rafforzare l’identità storica della Fiorentina”. Nel dire questo, Barone ha espresso il desiderio di avviare una raccolta dei cimeli che saranno poi esposti al museo. “La Fiorentina è orgogliosa della sua storia e di tutto ciò che la rappresenta” ha aggiunto. “Proprio per questo siamo sempre lieti quando riceviamo oggetti o cimeli che ricordano periodi passati, in maniera tale da poterli valorizzare e rendere fruibili a tutti i nostri tifosi“.
L’accordo col Museo
Alla cerimonia di consegna dei due trofei, insieme a Barone e Italiano, dello staff viola c’erano anche Alessandro Ferrari, Daniele Pradè e Valentino Angeloni. Con loro anche alcuni dei calciatori che vinsero in maglia viola le due coppe: Claudio Desolati, Moreno Roggi, Paolo Rosi, Pierluigi Cencetti, Luciani Chiarugi, Claudio Merlo. E poi c’era Matteo Marani, presidente della Fondazione del Museo del Calcio.
“La donazione delle coppe s’inserisce nella visione di rispetto della storia che nutriamo” ha detto Marani. “Ci rende felici sapere che ora siano nel posto giusto, nella bacheca viola. Le coppe, a lungo custodite dal nostro Museo, sono espressione del calcio dei giovani. Ma anche identità, territorio e senso di appartenenza. Per dare seguito a questa bella iniziativa, Fiorentina e Museo del Calcio daranno vita nei prossimi tre anni a una collaborazione che vedrà ogni stagione quasi mille ragazzi e i responsabili del vivaio viola in visita al Museo con lo scopo di divulgare cultura e storia”.