Il congedo parentale cambia e tiene conto delle crescenti esigenze delle famiglie. Un modo per consentire a un genitore di soddisfare i bisogni affettivi e relazionali del bambino senza che il lavoro sia un impedimento. Con le nuove modifiche introdotte le norme tengono in considerazione anche la parità di genere.
Un’astensione facoltativa dal lavoro
Il congedo parentale è stato introdotto come periodo di astensione facoltativo dal lavoro. Uno strumento a disposizione dei genitori per prendersi cura del bambino nei primi anni di vita.
La misura spetta a lavoratrici e lavoratori dipendenti (anche ex IPSEMA). Non spetta a: genitori disoccupati o sospesi; genitori lavoratori domestici e genitori lavoratori a domicilio.
Congedo parentale, quanto dura per i genitori
Confermato quanto stabilito con la Legge di Bilancio 2022: i padri hanno diritto a un congedo obbligatorio di 10 giorni da fruire nei 5 mesi successivi al parto, all’adozione o all’affidamento. Le madri vedono riconosciuta l’indennità di maternità anche per gli eventuali periodi di astensione anticipati per gravidanza a rischio anche se sono lavoratrici autonome e libere professioniste.
Il congedo parentale spetta ai genitori entro i primi 12 anni di vita del bambino. Il periodo complessivo di astensione dal lavoro, tra i due genitori, non può superare i dieci mesi. I mesi salgono a 11 se nel caso di astensione lavorativa del padre per un periodo continuativo o frazionato di almeno tre mesi. Il periodo complessivo può essere fruito dai genitori anche in contemporanea.
L’altra novità è quella che estende il diritto al congedo parentale anche il genitore solo, che passa dai 10 agli 11 mesi di durata.
Congedo, l’indennità riconosciuta
L’indennità riconosciuta nei giorni di congedo parentale è pari al 30% della retribuzione, ma solo nei primi 6 mesi di congedo e seo viene usufruito nei primi 6 anni di vita del figlio. Tra i 6 e gli 8 anni, invece, il congedo parentale viene pagato solo in presenza di determinate condizioni.
Con le novità introdotte nel 2022 il congedo parentale sarà sempre retribuito anche tra i 6 e i 12 anni del figlio, a prescindere dal reddito del lavoratore che lo richiede. Inoltre, la durata del periodo di congedo parentale sale da 6 a 9 mesi.
Congedo parentale, come e quando fare domanda
La domanda per il congedo parentale va presentata prima di cominciare il periodo di astensione dal lavoro. La normativa prevede il pagamento solo dei giorni di congedo di cui si è goduto dopo la presentazione della domanda.
La domanda va inoltrata all’Inps. Basta compilare il modulo sul sito dell’istituto di previdenza, previa autenticazione tramite SPID, CIE o CNS. In alternativa ci si può rivolgere al Contact Center INPS, al numero verde 803 164 da rete fissa o 06 164 164 da rete mobile. Volendo infine ci si può rivolgere ai patronati o agli intermediari dell’Istituto.
Dopo la presentazione della domanda e la successiva approvazione della richiesta, ad anticipare l’indennità sarà il datore di lavoro.
Il rispetto della parità di genere
Il legislatore ha tenuto in considerazione anche una serie di azioni concrete per favorire la parità di genere e la suddivisione dei ruoli tra i genitori. L’obiettivo è quello di migliorare la distribuzione dei carichi di cura. Un intervento atteso soprattutto in Italia dove, secondo i dati riportati nel Pnrr, il tasso di inattività delle donne per necessità assistenziali in Italia è pari al 35,7 per cento, superiore a una media europea già molto alta e pari al 31,8 per cento.
Priorità nell’accesso al lavoro agile
Il decreto del governo ha recepito la direttiva Ue sul lavoro agile. Avranno la precedenza le richieste formulate dai lavoratori con figli fino a 12 anni di età o senza alcun limite di età nel caso di figli in condizioni di disabilità. Priorità riconosciuta anche ai caregiver.
Inoltre non potranno essere sanzionati, demansionati, licenziati, trasferiti o sottoposti ad altra misura organizzativa. Stesso discorso nel caso dovessero chiedere la trasformazione del contratto da tempo pieno a parziale.